Profuma di vino il territorio di Suvereto che si distende tra il rosso delle Colline Metallifere e l’azzurro del mare, fino ai profili di Montecristo e dell’Isola d’Elba. Antiche conoscenze e mani operose, ingegno e menti brillanti, sono le radici di una produzione vinicola che narra una straordinaria biodiversità umana e di terroir. Suvereto Wine è il luogo dove i produttori suveretani si incontrano e si confrontano: insieme costituiscono le diverse anime di un unico territorio e, riconoscendosi in un gruppo affiatato, narrano una dimensione vinicola di forte personalità.
Vignaioli, agricoltori, imprenditori: tutti uniti dalla passione e dal desiderio di aprire le porte delle cantine e far conoscere questo territorio dove l’agricoltura è ancora parte integrante della società. Grani antichi, miele, ortaggi, erbe aromatiche, olio extravergine d’oliva, formaggi costituiscono un angolo di Toscana dove la vita scorre lenta, in un luogo in cui il vino si abbina a storia, tradizione, arte e cultura.
Un territorio da vivere all’aria aperta e da scoprire senza fretta, alternando visite a vigneti e campagne, il borgo di Suvereto e le piccole frazioni, sono un comprensorio ideale per gli amanti del turismo consapevole, che possono godersi l’accoglienza di agriturismi e casali di campagna e partecipare ai tanti eventi enogastronomici, feste patronali, mostre di pittura, eventi musicali, visite e passeggiate guidate che animano il paese durante tutto l’anno.
Da qui, arrivare al mare è davvero questione di pochi chilometri, percorrendo l’Aurelia lungo la Costa degli Etruschi e deviando verso l’entroterra all’altezza di Piombino e Venturina.
Ma è il fiume Cornia il vero protagonista di questo luogo, e dà vita a un’eccezionale varietà di ambienti, determinando un’importante complessità di suoli e un microclima ideale per produrre grandi vini.
Anello di congiunzione tra mare e terra, la Val di Cornia è una pianura alluvionale che si caratterizza per avere le condizioni pedoclimatiche ideali per coltivare la vite e produrre vini di alta qualità: il mare mitiga il clima, e il maestrale asciuga e rinfresca le torride giornate estive. Il terreno dove le argille rosse si fondono con scisti e sabbie e dove marmi colorati affiorano dal suolo regala ai vini che qui si producono una particolare profondità e una decisa sapidità che vanno ad aggiungersi alle essenze di macchia mediterranea. Le escursioni termiche tra giorno e notte accentuate dalla vicina presenza di tre corsi d’acqua favoriscono il mantenimento di un buon livello di acidità nella polpa dell’uva, elemento questo molto importante per consentire una buona freschezza e longevità del vino.
Tanti i vini prodotti assemblando i famosi vitigni bordolesi, a corollario di quelli ottenuti con vitigni autoctoni con un ruolo determinante del Sangiovese, vitigno rosso toscano per eccellenza che sta in buona compagnia a un solare Vermentino, per non dimenticare Trebbiano, Ansonica, Aleatico e Clairette. Tra i vitigni di origine francese questo territorio offre condizioni ideali per Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Syrah e Viognier. Da non dimenticare che la convivenza tra varietà bordolesi e autoctone ha radici profonde in questa zona, affondando le origini nella storia e nelle vicende di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, che per prima portò qui i vitigni francesi a inizio Ottocento.
Certamente una zona viticola ancora poco conosciuta dalle masse, ma che darà sicuramente grandi soddisfazioni a chi saprà scoprirla con attenzione e curiosità, magari non ricercando vini blasonati e lunghi invecchiamenti, ma bensì approcciandosi a gustosi e succosi rossi “di primo pelo”, dove la gioventù e la semplicità regala sorsi piacevolissimi da godere nelle sere d’estate e, perché no, anche in inverno davanti al camino, in compagnia del tanto decantato cinghiale.