«Quando nasce un nuovo vino la domanda da porsi è: per dire cosa? Certo, lo facciamo meglio, siamo cresciuti, abbiamo imparato. Ma poi? Che altro angolo mette in luce questa nuova creazione?»
Alice Paillard è figlia del fondatore della celebre Maison, e con il suo modo diretto, empatico, suadente come le bollicine che ci versa nel calice è parte di quella nouvelle vague di nuove generazioni che sta cambiando volto alla Champagne, togliendole quel po’ di fané e regalando a questa magica zona della Francia un rinnovamento nel segno della precisione stilistica e dell’eleganza.
Quello che abbiamo oggi nel bicchiere è il risultato di questo pensiero, che Alice racconta così: «Abbiamo provato un diverso approccio al Pinot nero, cercando un’espressione più nordica, che in Champagne è meno espressa».
Il Blanc de Noirs Grand Cru Multimillesimato nasce dal desiderio di proporre, unendo le diverse caratteristiche dei millesimi, un’espressione ricca e precisa del Pinot Noir dei cru settentrionali della Champagne.
Continua Alice: «Il Grand cru e multimillesimato è una categoria che esiste poco, e io avevo voglia di proporre qualcosa di inconsueto: questo nuovo Champagne ci dà la possibilità di esplorare un parametro dell’uva ancora sottostimato, mettendo in secondo piano l’impatto dell’annata».
Il vino è composto unicamente dalla prima pigiatura di uve Pinot Noir, provenienti da quattro Grand Cru: Verzenay, Mailly, Verzy e Bouzy e di questi, tre hanno una esposizione maggiore a Nord. Questi suoli gessosi sono alla base dell’eleganza e della profondità distintiva del Pinot Noir della Maison. Proprio come sottolinea Paillard: «Con il Grand cru ti crei un limite di dimensione: cerchiamo dunque di utilizzare i vigneti esposti a Nord, e riusciamo a vinificare qualcosa che sia lontano dall’idea attuale di Pinot nero: in bottiglia non abbiamo calore, legno, barrique, niente di “vinoso” o tendenzialmente ossidativo, largo.
È una visione complementare di questo vitigno, che così prodotto ci regala il suo aspetto più austero, verticale, che deriva da una produzione su terreni più freddi. Basta accettare di essere sorpresi, abbandonare le proprie abitudini e consuetudini per aggiungere un colore alla palette».
Vinificato principalmente in vasche di acciaio, con un piccolo passaggio in legno per la fermentazione (dal quindici al venti per cento secondo le annate) in barrique non nuove, lo champagne viene poi affinato sui lieviti per tre anni. Dopo il suo dégorgement, la cui data è riportata in contro etichetta, il Blanc de Noirs Grand Cru riposa almeno per altri sei mesi in cantina. Come tutti gli Champagne della Maison Bruno Paillard, si tratta di un Extra-Brut, dosato a 3g/L.
Che cosa ci regala nel bicchiere? È Paillard stessa a raccontarcelo: «Al primo naso agrumato, calcareo e di frutta gialla seguono successivamente note speziate e frutti rossi. L’apporto salino del territorio è un po’ la firma dell’origine che ricerchiamo in tutti i nostri vini».
Se questa è la prima annata, vendemmia 2018, non vediamo l’ora di esplorare il seguito di questa nuova avventura.
La trasmission
Le donne della Champagne riunite senza scopo commerciale