Sulla corsa elettorale di Donald Trump per la Casa Bianca del 2024, arrivano due decisioni opposte nel Maine e in California.
Il segretario di Stato del Maine Shenna Bellows ha stabilito che l’ex presidente non può partecipare alle elezioni presidenziali del 2024 nello stato, per il suo ruolo nell’assalto al Congresso degli Stati Uniti il 6 gennaio del 2021. Mentre il segretario di Stato della California, Shirley Weber, ha deciso di non escludere Trump dall’elenco dei candidati per le primarie del 5 marzo.
Il Maine è il secondo stato a escludere Trump dopo il Colorado. La California, invece, segue la linea della Corte Suprema del Michigan – dove le primarie repubblicane sono fissate per il 27 febbraio – che la settimana scorsa ha rigettato il tentativo di vietare la corsa all’ex presidente.
«Sono consapevole che nessun segretario di stato ha mai privato un candidato presidenziale dell’accesso al voto sulla base della Section 3 del 14esimo emendamento. Comunque sono anche consapevole che nessun candidato presidenziale è stato mai impegnato in una insurrezione», ha afferma il segretario di Stato del Maine. Trump ha cinque giorni per presentare appello contro la decisione presso i tribunali dello stato.
La sentenza del Maine è considerata politicamente significativa perché nello stato il risultato delle presidenziali si prevede più incerto, al contrario del Colorado, dove la vittoria dei democratici è data quasi per scontata. Le primarie in Maine e in Colorado sono in calendario il 5 marzo. La decisione poggia su una clausola della Costituzione, la Sezione 3 del 14esimo emendamento, secondo cui chiunque sia stato coinvolto in insurrezioni o rivolte contro lo Stato dopo aver prestato giuramento sulla Costituzione non può più ricoprire incarichi pubblici.
In California, dopo giorni di dibattito, la segretaria di Stato ha rifiutato invece di rimuovere Donald Trump dalle primarie, in seguito alla richiesta da parte del luogotenente governatore, la democratica Eleni Kounalakis, che l’aveva esortata in una lettera del 20 dicembre a «esplorare ogni opzione legale». Weber aveva risposto che sarebbe stata guidata dallo «stato di diritto», indicando però che la sede adeguata per risolvere le contestazioni elettorali era nei tribunali. «Rimuovere un candidato dalla votazione ai sensi della Sezione Tre del Quattordicesimo Emendamento non è qualcosa che il mio ufficio prende alla leggera e non è così semplice come il requisito che una persona abbia almeno 35 anni per essere presidente», ha scritto Weber. Alcuni importanti democratici della California si sono uniti alla richiesta di Kounalakis. Tuttavia, il governatore Gavin Newsom si è pubblicamente opposto alla mossa, affermando che Trump dovrebbe essere sconfitto alle urne.
Al contrario di Maine e Colorado, anche la Corte suprema del Michigan il 27 dicembre aveva deciso di non annullare la candidatura di Trump dopo un ricorso, sostenendo che escludere un candidato sulla base del 14esimo emendamento fosse una questione politica e non giuridica. Anche il Minnesota ha respinto il ricorso che chiedeva l’esclusione di Trump dalla candidatura. Sulla questione è comunque atteso il giudizio della Corte Suprema federale statunitense.