«Ballo delle uova». Giovanni Giolitti nelle sue memorie definì così la situazione internazionale in cui l’Italia si era ritrovata dopo la Guerra di Libia: riferimento a un antico rituale folklorico divenuto metafora di una situazione complicata da maneggiare. Oltre un secolo dopo, in un «ballo delle uova» ormai non più metaforico si trova impegnato Vladimir Putin.
Da una parte, infatti, nella conferenza stampa di fine anno ha ostentato fiducia, ha insistito che la Russia vincerà la guerra perché gli ucraini rimarranno senza armi, e ha spiegato che alla Russia in pratica le sanzioni hanno fatto il solletico. Dall’altra, però, di fronte all’ira di una pensionata è arrivato al gesto per lui assolutamente inedito di chiedere scusa. E la cosa che appunto lo ha messo in crisi è il prezzo delle uova.
Dalle famose uova in materiali preziosi che il gioielliere Peter Carl Fabergé realizzò per gli zar dal 1885 al 1917 alle uova e maionese essenziali per la preparazione di quella insalata Olivier – talmente iconica che in Italia la abbiamo ribattezzata insalata russa –, sono molte le cose che ci ricordano l’importanza delle uova nella cucina e nella cultura russa. Specie nelle feste: non solo di Pasqua, ma anche di Natale. Ma, appunto, le sanzioni impotenti – secondo Putin – hanno per lo meno mandato alle stelle i prezzi di uova, petti di pollo e ali: così si è lamentata la pensionata Irina Akopova, che la tv il 14 dicembre durante la sessione di domande e risposte di fine anno di Putin con i media e con membri del pubblico provenienti da tutta la Russia ha mostrato seduta al tavolo della sua cucina mentre si rivolgeva al presidente tramite collegamento video. «Vladimir Vladimirovich, abbi pietà dei pensionati! Non riceviamo milioni nelle nostre pensioni. Risolvi la questione: non abbiamo nessuno a cui rivolgerci», ha detto. «Ti sono molto grato, conto sul tuo aiuto».
La domanda riflette la reale preoccupazione dei russi per il costo della vita ed è arrivata dopo che Putin aveva già riconosciuto che l’inflazione potrebbe avvicinarsi all’otto per cento quest’anno. «Mi scuso per questo, ma questo è un fallimento del lavoro del governo… Prometto che la situazione verrà corretta nel prossimo futuro», ha detto Putin. Probabilmente prefabbricata, apposta per dare un tocco di realtà e verosimiglianza a un formato che dà a Putin la possibilità di dimostrare di essere solidale con le preoccupazioni della gente comune e di ordinare ai funzionari competenti di risolverle. Ma se è stata scelta proprio questa, è perché effettivamente i prezzi delle uova sono aumentati di oltre il quaranta per cento, secondo quando l’agenzia statistica russa Rosstat a misurato a novembre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Più esattamente, del 46,2 per cento.
I malumori, dunque, effettivamente ci sono. Nel mese di ottobre la produzione di uova è scesa dell’1,3 per cento su base annua, ha riferito Andrei Sizov della società di consulenza agricola Sovecon. Alcuni consumatori che passano dal pollo alle uova come fonte di proteine a fronte dell’aumento dei prezzi potrebbero aver aggravato il calo delle forniture, ha affermato. Secondo Rosstat, nel novembre 2023 il prezzo del pollo è aumentato del 29,26 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Per risolvere l’emergenza il governo ha dichiarato che nella prima metà del prossimo anno esenterà 1,2 miliardi di uova dai dazi di importazione, e il Servizio federale di vigilanza veterinaria e fitosanitaria Rosselkhoznadzor ha autorizzato l’importazione di uova dalla Turchia. «La decisione aiuterà a breve termine a riequilibrare il mercato interno delle uova e assicurare la crescita dell’offerta», ha promesso il ministero. La misura si applicherà dal primo gennaio al 30 giugno. Le importazioni potrebbero provenire da «paesi amici», vale a dire quelli che non hanno imposto sanzioni alla Russia per il conflitto in Ucraina. Il ministero dell’Agricoltura ha affermato che le forniture importate aiuterebbero a stabilizzare i prezzi.
Gli esperti citati dai media russi hanno affermato che il rincaro è stato innescato dall’aumento dei prezzi dei mangimi per pollame e dei prodotti veterinari, a sua volta indirettamente causato dalle sanzioni occidentali sulle merci importate. Il procuratore generale Igor Krasnov ha avviato controlli per indagare sugli aumenti di prezzo potenzialmente ingiustificati da parte di venditori e produttori.
Nella città meridionale di Belgorod, vicino all’Ucraina, le autorità hanno chiesto calma dopo che le persone hanno fatto la fila per le uova durante il fine settimana. In una scena che ricorda l’Unione Sovietica, i video sui social media mostravano persone in fila nella neve nella speranza di ottenere uova a un prezzo più basso a una fiera agricola. Dieci uova erano infatti disponibili per sessantacinque rubli (0,72 dollari) rispetto al prezzo del supermercato di oltre centocinquanta rubli (1,67 dollari).
Massimo esempio del ballo sulle uova, la vicegovernatrice regionale Yulia Shchedrina da una parte ha promesso su Telegram: «Non ci sarà carenza… ci saranno uova per tutti». Dall’altro ha comunque annunciato che limiterà le vendite a venti uova a persona. Anche su questo punto, la Russia di Putin deve chiedere aiuto all’Iran, che oltre ai droni ora fornirà anche uova. A sua volta l’Azerbaigian ha fornito un primo quantitativo da trentasei tonnellate e seicentododicimila pezzi.