Tra cerbiatti e cieli tersiLa Toscana antica esiste ancora, ed è al Castello di Casole

In provincia di Siena, vicino a Casole d’Elsa, una delle tenute private più grandi d’Italia apre le porte per offrire un’esperienza di “vita lenta” in mezzo alle colline, dove le tradizioni artigianali della Regione sono rimaste intatte

Courtesy of Belmond

C’è un marchese fiorentino al quale piace l’archeologia, e un castello immerso in un bosco di querce. Sembra l’inizio di una favola senza l’intermezzo horror dei fratelli Grimm, e invece è il Castello di Casole, struttura ricettiva del gruppo Belmond, nel villaggio di Querceto, vicino a Casole d’Elsa, nel cuore della Toscana da cartolina. 

Una gestione, quella di Belmond, che ha trasformato ciò che una volta era una vasta proprietà privata (la famiglia dei marchesi Bargagli ci ha abitato nel XVII secolo) in un accogliente luogo dove nascondersi dalla vita frenetica delle città. L’ex villaggio autosufficiente, con i suoi duecentocinquantotto parrocchiani che frequentavano la chiesa nel XIX secolo, è oggi dotato di punti di vista diversi attraverso i quali osservare le colline della Toscana. Ci sono la vecchia scuola, oggi tramutata nella villa omonima, la casa parrocchiale (le Suite Casa del Prete), la cantina (oggi Essere Spa) e una limonaia nella quale si proteggevano le piante di limoni dai rigori dell’inverno (Suite Limonaia). 

Courtesy of Belmond

Ma prima dell’acquisto da parte di Belmond, nel 2018, la proprietà è passata tra altre mani, non meno aristocratiche. Alla fine degli anni Cinquanta, con la conclusione della mezzadria, gli eredi dei Bargagli cedettero la proprietà a Edoardo Visconti di Modrone Erba, fratello del più famoso Luchino: un dettaglio assai ricordato sulle pareti del bar, dove campeggiano foto del regista che qui passava le estati, organizzando feste e ritrovi degni di Hollywood. E se il Visconti proprietario fece aggiungere anche una stalla per il bestiame e una riserva di caccia, oggi nei prati intorno al Castello, zona protetta, cervi e cerbiatti si muovono con la leggerezza di chi si sente a casa propria. Altra aggiunta successiva, le Suite Oliveto, progettate dall’architetto Alessandro Mendini, commissionate dal privato che acquistò il Castello di Casole nel 2000, per rivenderlo poi successivamente. 

Courtesy of Belmond

Un amalgama di storie e generazioni che però si fondono con un pacificato senso di continuità, e che hanno visto come ultima aggiunta le ville Thesan e Usil (progettate dall’interior designer Alessandro Moriconi), poco distanti dalla struttura principale, capaci di ospitare fino a sei persone che desiderano immergersi in un un piccolo mondo antico, rustico e gentile insieme. Un mondo nel quale ci siede al grande tavolo del salone per cenare con il menù dello chef Daniele Sera: e la sua cucina è “dall’orto alla tavola”, dove per orto si intende, letteralmente, l’orto di un ettaro dove sono coltivati frutta e fiori eduli, oltre alle produzioni già esistenti di olio, miele e vino, una miscela di Sangiovese, Petit Verdot e Cabernet. 

Lo chef Daniele Sera (courtesy of Belmond)

Nel caminetto, nel frattempo, scoppiettano già dei ceppi di legna, mentre gli ospiti stanno ancora finendo di prepararsi, nelle stanze al piano superiore, scegliendo quali prodotti, tra quelli realizzati nel laboratorio di cosmetologia qualche ora prima, utilizzare. Lo scrub per la pelle, l’olio per il corpo alla rosa, la crema mani: tutto realizzato sulle orme degli Etruschi, civiltà che tra il V e il III secolo a.C. viveva da queste parti (come testimoniano i manufatti recuperati dal marchese Bargagli durante degli scavi effettuati tra il 1870 e il 1875, oggi donati al Museo Civico Archeologico di Colle d’Elsa).

Nelle ville, però, ci sono anche tracce di una più recente attività tutta Made in Tuscany, volta a tramandare le tradizioni artigianali, così come un certo gusto estetico: a rendere autentica un’esperienza abitativa che altrove sembrerebbe stucchevole, c’è la collaborazione con piccole e preziose realtà locali, a conduzione familiare, tramandate da padre in figlio. Alcuni oggetti di interior design, ad esempio, arrivano da RA-MA, luogo magico dove si recuperano pavimenti antichi, nel cui giardino esterno, sulla strada per Barberino, rifulgono coppie di vasi in ghisa sovradimensionati, risalenti chissà a quanto tempo fa. 

Gazebi, antiche fontane in marmo, sculture di aquile in onice, recuperate e restituite a nuova gloria: si favoleggia su cosa si comprerebbe per il proprio buen retiro toscano, sotto lo sguardo sardonico di Johnny, erede del fondatore, tatuaggi che esondano dalle braccia, con le maniche della camicia in denim arrotolate, la barba folta perfettamente acconciata, e l’accento da cowboy toscano. Il grande quadro realizzato in terracotta dell’Impruneta, che disegna una scena bucolica, posizionato proprio sopra il camino di una delle ville del Castello di Casole, porta invece la firma dell’Antica Fornace Mariani, centenaria attività portata avanti dall’omonima famiglia, che oggi è arrivata alla quarta generazione con i decani Luigi, Enrico e Franco, e i pro-nipoti del fondatore Anselmo, Vittorio e Marco, imponenti eredi dalle mani già più usurate rispetto alla loro giovane età, controbilanciate da larghi sorrisi.

Courtesy of Belmond

Vasi, orci, anfore o sculture da giardino realizzati con tecniche antiche, abbondano nell’azienda dove le voci di operai e fondatori si confondono tra loro, mentre si chiacchiera di famiglia di fronte a porzioni sostanziose di pappa al pomodoro e di peposo, un piatto simile allo spezzatino, che proprio tra le fornaci dell’Impruneta pare sia nato, con gli operai che facevano cuocere la carne nella terracotta, all’imboccatura del forno, facendola rosolare assai lentamente. 

Antichi saperi che rivivono in queste ville sulle colline toscane, dove è dolce l’ora del tramonto, mentre nel bosco poco distante corrono i cervi, e il panorama si osserva con una tisana in mano, sul balconcino privato al quale si accede dal bagno. La cena è pronta in tavola, con la bella stagione gli ospiti forse preferiranno spostarsi all’esterno, dove la cucina è attrezzata con il forno per la pizza e un bancone americano. Il cielo stellato – certificato tra i “Cieli più Belli d’Italia” per le sue qualità astro-turistiche – si presterà alle osservazioni guidate dagli astronomi, nell’anfiteatro poco distante. 

Per questa serata invernale, nella quale si ha modo di vivere le ville prima dell’apertura al pubblico nella bella stagione 2024, basterà – e avanzerà – l’atmosfera casalinga di una cena intorno al tavolo del salone, con il caminetto acceso e le voci divertite dei commensali, con quell’accento toscano che spezia con l’ironia sardonica ogni osservazione. E sembra che Johnny, Vittorio e Marco, ma pure Enrico, Luigi e Franco, con quelle loro camicie a quadri e i capelli bianchi, siano al tavolo con noi, a raccontarci di una Toscana antica, che però, dalle parti del Castello di Casole, esiste ancora.

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