Boban salutaCeferin vorrebbe governare in eterno ma la sua corte alla Uefa perde i pezzi

L’attuale numero uno della federazione calcistica europea vuole introdurre una riforma per prolungare il suo mandato fino al 2031. Ma i vertici di Nyon si stanno ribellando, come dimostrano le dimissioni dell’ex centrocampista croato dal ruolo di Head of Football

AP/Lapresse

La corte di Aleksander Ceferin alla Uefa perde i pezzi. L’attuale numero uno della federazione calcistica europea ha un atteggiamento da leader di un Paese illiberale, con leggi ad personam e favoritismi al suo circoletto di potere. Le ultime modifiche regolamentari immaginate da Ceferin hanno spinto Zvonimir Boban a lasciare la carica di Head of Football, come forma di protesta. «Ho parlato e discusso con il presidente dell’Uefa riguardo a un problema nato durante l’ultimo meeting dell’Esecutivo ad Amburgo. Si tratta di una proposta per modificare lo statuto dell’Uefa e consentire allo stesso Presidente di potersi candidare nuovamente dopo questo mandato, che doveva essere il suo ultimo. Dopo aver manifestato la mia più grande preoccupazione e il mio totale dissenso, il Presidente mi ha risposto che per lui non c’è nessun problema legale né tantomeno etico morale e che avrebbe perseguito senza alcun dubbio la propria aspirazione», ha scritto l’ex giocatore del Milan. Il suo addio arriva proprio a pochi giorni dal Congresso Uefa che si terrà a Parigi l’8 febbraio e metterà ai voti la riforma.

«Paradossalmente nel 2017 è stato proprio Ceferin a proporre e avviare un pacchetto di riforme che negavano chiaramente tale possibilità: regole che dovevano proteggere l’Uefa e il calcio europeo dalla “bad governance” che è stata per anni il modus operandi di tutto il vecchio sistema. È stata una cosa straordinaria per il calcio e anche per Ceferin stesso. Questo distacco da quei valori è sorprendente e incomprensibile, soprattutto in questo momento», ha aggiunto Boban. «So bene che bisogna accettare la logica del compromesso, ma di fronte a questo fatto, se lo accettassi, andrei contro i principi e i valori comuni in cui credo fermamente. E non faccio il fenomeno, perché di certo non sono l’unico a pensarla così».

Quando è stato eletto nel 2016, dopo il mandato di Michel Platini, una delle riforme più significative di Ceferin è stata quella di impedire a qualsiasi presidente di rimanere in carica per più di tre mandati. Ma adesso, forse ispirato da qualche autocrate dell’Europa dell’Est, Ceferin sta provando a cambiare questa regola per restare in carica fino al 2031. L’idea è quella di inserire un emendamento che escluderebbe dal conteggio qualsiasi nomina precedente alla riforma, quindi al 2017.

La riforma era stata presentata durante una riunione del Comitato esecutivo Uefa del 2 dicembre ad Amburgo, in Germania, a margine del sorteggio dell’Europeo. Il primo a opporsi a questa proposta con cui Ceferin vorrebbe conservare e rinnovare il suo potere è stato David Gill, ex direttore generale del Manchester United e oggi membro del Comitato, che considera la riforma «un passo indietro in termini di democrazia e governance».

Il prossimo 8 febbraio la proposta dovrà trovare la maggioranza dei due terzi dei cinquantacinque membri Uefa per modificare i relativi statuti. All’inizio l’opposizione di David Gill aveva trovato un discreto sostegno, ma è ancora troppo difficile capire come andrà il voto al Congresso, dal momento che Ceferin gode di un discreto consenso tra i Paesi dell’Europa orientale.

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