Due missili russi hanno colpito un hotel nel centro di Kharkiv, seconda città più grande dell’Ucraina, ferendo undici persone – un trentacinquenne è stato ferito in modo grave. È successo ieri sera e le foto pubblicate online mostrano molte finestre saltate e balconi distrutti con grandi mucchi di macerie nella strada adiacente. Il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, ha detto che diverse case nel distretto sono state danneggiate, così come un impianto di produzione e un autosalone.
«Un missile ha colpito vicino all’hotel, proprio vicino a una recinzione. L’altro ha colpito un edificio vicino», ha detto all’emittente pubblica Suspilne il capo della polizia di Kharkiv, Volodymyr Tymoshko. «I militari non hanno mai soggiornato in questo albergo e quasi tutti a Kharkiv lo sanno. Era usato dai giornalisti». Tra i feriti, infatti, ci sono anche dei giornalisti turchi.
La cronaca di quanto accaduto a Kharkiv è arrivata al termine di una giornata in cui dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite era emerso un nuovo dato sulle vittime civili provocate dalle Russia in Ucraina con la sua invasione su vasta scala. Il rapporto Onu documenta più di diecimiladuecento morti civili in Ucraina dall’inizio della guerra, con centoventicinque vittime registrate solo da dicembre a seguito dell’intensificazione degli attacchi aerei russi.
I dati sono stati presentati al Palazzo di vetro di New York da Edem Wosornu, direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, che ha anche affermato che altri diciannovemilatrecento civili sono stati feriti dal febbraio 2022. E ha specificato che questi numeri sono una stima calcolata per difetto: le vittime e i feriti effettivi potrebbero essere molto di più dei casi ufficialmente documentati.
In più, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, circa 6,3 milioni di ucraini sono fuggiti dal Paese, di cui circa 5,9 milioni hanno trovato rifugio altrove in Europa. Altri 3,7 milioni sono sfollati all’interno dell’Ucraina.
Sempre nella giornata di ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in una visita non annunciata a Vilnius, ha ottenuto anche duecento milioni di aiuti da parte della Lituania e proseguirà oggi il suo viaggio nei Paesi baltici per cercare ulteriore supporto anche da Estonia e Lettonia. Un viaggio fin qui produttivo, proprio nel giorno in cui in Italia l’invio delle armi all’Ucraina fa discutere a causa dell’astensione del Partito democratico – con la valorosa eccezione di tre deputati, Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle e Marianna Madia, e di sei senatori, Dario Parrini, Filippo Sensi, Simona Malpezzi, Valeria Valente, Pier Ferdinando Casini e Tatiana Rojc. Per fortuna però la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza che impegna, tra le altre cose, il governo a «continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito nato e Ue nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari».