Cicatrice emotivaMolti soldati ucraini risultano dispersi dopo la caduta di Avdiivka

Centinaia di militari potrebbero essere stati catturati dalle truppe russe durante la ritirata dalla piccola città nell’Est del Paese

AP/Lapresse

La caduta della città di Avdiivka ha un valore più simbolico che militare. La Russia ha catturato un centro di piccole dimensioni, in una battaglia che era diventata anche emotiva, ma sul piano strategico gli ucraini non avrebbero perso granché. È anche l’opinione dei vertici militari statunitensi attenti alla questione. Insomma, le conquiste russe nell’Ucraina orientale in questa non porteranno necessariamente al collasso delle linee ucraine. Anzi, è piuttosto improbabile che Mosca sia in grado di dare seguito a questa piccola vittoria con una grande offensiva militare.

Quel che più conta, al momento, è la possibile cattura di centinaia di soldati ucraini da parte delle truppe del Cremlino. Il New York Times cita due soldati che hanno informazioni di prima mano sulla ritirata da Avdiivka e scrive che si stimano tra gli ottocentocinquanta e i mille soldati catturati, un numero che secondo i funzionari occidentali potrebbe essere verosimile.

«Dall’inizio della guerra, quasi due anni fa, le forze russe hanno cercato di circondare e catturare le forze ucraine», scrive il quotidiano americano. «Una difesa ben preparata e droni molto attivi hanno impedito molte di queste manovre russe, ma ad Avdiivka l’accerchiamento sembra aver funzionato».

Per gli ucraini, infatti, la ritirata da Avdiivka è stata complicata dal fatto che la Russia aveva circondato la città su quasi tre lati. C’era un’unica strada asfaltata per entrare e uscire dalla città. Ma quel percorso, che le truppe ucraine hanno soprannominato “la strada della vita”, è stato preso sotto tiro dalle truppe russe già dall’inizio di febbraio, rendendo il ritiro molto più pericoloso.

Lo scorso novembre il governo di Kyjiv aveva fatto sapere che la Russia aveva ancora 3.574 militari ucraini come prigionieri di guerra. E in ogni conflitto i prigionieri rappresentano una delle maggiori criticità sul piano emotivo e del morale di un esercito. È per questo che nell’ultimo anno e mezzo l’Ucraina ha spesso fatto pressioni sulla Russia affinché accettasse scambi di prigionieri.

«I soldati catturati allora potrebbero essere un problema soprattutto sul piano emotivo e psicologico», scrive il New York Times, spiegando che questa circostanza andrebbe a colpire un esercito già demoralizzato da una controffensiva non riuscita come programmato e dalla rimozione del numero uno delle Forze Armate Valery Zaluzhny – sostituito da Oleksandr Syrsky.

Poi c’è, ovviamente, anche l’aspetto più strettamente militare. L’Ucraina ha bisogno di più truppe possibili e non può permettersi di perdere combattenti esperti.

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