Memoria ruandeseMacron e il senso di colpa per un genocidio che si poteva evitare

A trent’anni dallo sterminio dei tutsi, il presidente francese interviene in un video che sarà trasmesso domenica 7 aprile. La sua è una piena assunzione di responsabilità condivisa con una comunità internazionale che in quel 1994 si era girata dall'altra parte

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Il Memoriale del Genocidio di Kigali, in Ruanda - Courtesy U.S. Department of the Treasury - Wiki commons

Emmanuel Macron vuole affrontare il trentesimo anniversario del genocidio del Ruanda avvenuto nel 1994, ribadendo che la comunità internazionale non ha mai avuto la volontà di fermare il massacro. Il bilancio di quell’anno è spaventoso: sono stati uccisi più di 800.000 persone, in maggioranza di etnia tutsi. Macron ha detto senza mezzi termini che la Francia e i suoi alleati occidentali e africani «avrebbero potuto fermare» lo sterminio. Lo dichiara in un videomessaggio che sarà trasmesso in Francia domenica 7 aprile: «Quando è iniziata la fase di eliminazione totale contro i tutsi, c’erano i mezzi per conoscere e agire», ha dichiarato Macron durante la presentazione del documentario all’Eliseo.

Secondo il presidente francese all’epoca l’Europa e l’Occidente avevano già assistito all’Olocausto durante la seconda guerra mondiale oltre allo sterminio degli armeni nella Turchia ottomana durante la prima guerra mondiale.

Macron sulla vicenda ha più volte richiesto il perdono del popolo del Ruanda, ma, a differenza di quanto si vociferava nei giorni scorsi, il presidente non volerà nella capitale Kigali questa domenica per presenziare alle commemorazioni del genocidio accanto al presidente del Ruanda, Paul Kagame. La Francia sarà però rappresentata dal suo ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné

La sua ultima visita nello stato africano risale al 2021, e in quella occasione Macron ha riconosciuto le responsabilità della Francia nel genocidio e si è spinto fino a dichiarare che soltanto i sopravvissuti potrebbero oggi concedere «il dono del perdono». Tuttavia non ci sono state vere e proprie scuse e dunque il presidente ruandese Kagame, che in quegli anni ha guidato la ribellione tutsi che pose fine allo sterminio, insiste da tempo sulla necessità che la Francia si esprima con una dichiarazione di scuse più forte.

Macron ha sicuramente il merito di aver istituito la commissione storica coordinata dallo storico Vincent Duclert che proprio nel 2021 ha concluso che la Francia all’epoca guidata da François Mitterrand, aveva tenuto una linea fallimentare anche se nelle conclusioni si esplicitava la convinzione che non vi fossero prove di complicità di Parigi durante le atrocità del 1994.

Marcel Kabanda, presidente dell’associazione dei sopravvissuti al genocidio nata all’indomani del genocidio e nota in molti Paesi con il nome di Ibuka – Memoria e Giustizia, ha accolto con favore la notizia dell’intervento di Macron: «È importante perché va oltre il rapporto Duclert e il discorso pronunciato a Kigali nel 2021. Ed è importante che il presidente voglia dare alla Francia l’immagine di un Paese che riconosce i suoi errori e affronta il futuro riconoscendo la verità storica». E proprio il concetto di salvaguardia della memoria come dovere nazionale è al centro della sua testimonianza nel video. Al quale va aggiunta, dichiara il presidente, la diffusione degli studi della storia recente attraverso l’educazione delle giovani generazioni francesi.

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