Colpo d’occhio A Milano arriva la prima Biennale Internazionale di Grafica

Il 24 maggio in varie parti del capoluogo lombardo sarà possibile vedere varie installazioni, tra omaggi ai grandi maestri e la pubblicità, e tutto ciò che rende l’arte grafica così importante nella contemporaneità

Diffusa sull’intera città per quattro giorni a partire dal 23 maggio, la prima Biennale internazionale di grafica arriva a Milano. Non si tratta di una manifestazione per soli specialisti. Se è vero che il graphic design è ormai ovunque, per la strada, negli uffici, nei negozi, negli oggetti che usiamo ogni giorno, nella scrittura e sui social, è possibile affermare che contribuisce all’identità della  cultura di un Paese.

Basterebbe per un attimo fermarsi a osservare la struttura fatta di parole, immagini, colori e simboli dei messaggi dei candidati che ammorbano le nostre città in occasione delle elezioni europee. La dinamica sottesa qui se non del tutto è moltissimo imputabile proprio alla «grafica» di queste proposte rivolte alla collettività, di necessità dunque ricche di implicazioni tanto etiche quanto politiche.

L’intento dichiarato del curatore di Big, Francesco Dondina (direttore creativo dello studio che porta il suo nome e docente), è in ogni caso quello di divulgare in maniera gentile i valori delle  discipline connesse a quel che un tempo si definiva appunto col vocabolo «grafica» al di fuori dell’ambito strettamente professionale.

Big vuole essere un’occasione per riflettere sulle  responsabilità di chi utilizza questi mezzi di fronte alle grandi urgenze contemporanee come la sostenibilità, l’inclusione, la stabilità sociale, i progressi dell’intelligenza artificiale, le emergenze ambientali, le emigrazioni. Che la visione sia un mezzo di comunicazione potente anche più della parola non è certo una scoperta recente, più recente è semmai la riflessione sulle dinamiche adottate dalla grafica «pubblicitaria» nella composizione di questo mezzo.

A questo proposito Big prevede un vasto numero di installazioni, talk, workshop, progetti sociali ed eventi a ingresso gratuito a partire dall’hub principale, il Milano Certosa District e dall’Adi Design Museum.

Secondo uno schema consolidato nella precedente occasione del Milano Graphic Festival del 2022, la Biennale Internazionale di Grafica coinvolge anche musei gallerie, scuole, università, fino agli archivi, studi grafici e librerie.

Da quest’anno anche  fuori dai confini milanesi grazie all’avvio della partnership con il festival Graphic DaysⓇ Torino (16-26 maggio), che prevede uno scambio reciproco di iniziative e progetti. Dare conto di tutto questo è impossibile ma tutto è raggiungibile attraverso la piattaforma appositamente predisposta che già di per sé è un indicatore della qualità di questa manifestazione.

Segnaliamo in particolare quattro manifestazioni. “Signs 3”, in via Giovanni da Udine 45, curata dallo stesso Dondina, propone un dialogo tra le tante anime del mestiere di grafico nel quale sono le differenze piuttosto che le similitudini a essere indicate come un valore.

 La mostra-installazione “Bob Noorda, grafico metropolitano”, sempre in Via Giovanni da Udine 45, è un omaggio al grande maestro olandese autore di  uno dei più importanti interventi di segnaletica urbana di tutti i tempi: la grafica direzionale della Linea 1 della metropolitana milanese, che rimane a distanza di oltre sessant’anni un caso di studio.

Negli spazi di Adi Design Museum, l’esposizione “Il Cava – Antropologia di un personaggio”, è pensata per esplorare il lavoro di Osvaldo Cavandoli, un «artigiano» noto ai più per l’invenzione del personaggio «La linea» adottato a partire dal  1969 per un Carosello Rai. Si tratta di un concentrato di energia picto-fono-cinetica che ha dato vita a una  creatura ingenua e irascibile divenuta per la generazione conquistata per la prima volta dalla  televisione una figura dell’immaginario collettivo.

Infine l’esposizione “No alla civiltà se questa è civiltà”, negli spazi del Milano Certosa Design District. È dedicata al contributo di Ilio Negri alla grafica sociale. Prematuramente scomparso nel 1974  questo grafico-artista affronta in una serie  di tredici poster i temi del progressivo degrado delle condizioni ambientali, dall’inquinamento alla sovrappopolazione, alla distruzione delle specie animali. Temi di grande attualità oggi che però Negri aveva profeticamente visualizzato dal lontano 1970.

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