Per conoscere un pezzo di Sardegna diverso da quello che si intravede nella narrazione classica, di mare, vermentino e vacanze, si può scegliere di organizzare una piccola fuga primaverile con destinazione Cagliari, a cavallo dei primi giorni di maggio. Il capoluogo dell’Isola ha appena concluso il suo evento più importante.
Cagliari si trasforma, infatti, per alcuni giorni, dall’1 al 4 maggio, nel racconto di una terra millenaria e con una storia profondamente segnata dalla sua economia rurale e pastorale.
Si può raccontare un popolo? Quello sardo è complicato, diverso. Ha mille sfaccettature che si confondono, si perdono, si mescolano. La festa di S. Efisio, che si tiene da 368 anni, è un piccolo grande fotogramma di questo popolo. Rappresenta le sue sfumature, le raccoglie e le mette in fila, una dopo l’altra. La fierezza negli sguardi, il potere matriarcale, il lavoro nei campi, il rapporto con la terra. Il popolo sardo sfila tra le strade di una Cagliari attenta e rispettosa, che accoglie il suo santo per devozione e tradizione.
Quello di S. Efisio è un voto, fatto l’11 luglio 1657, quando l’amministrazione comunale decise di portare in processione il santo, convertito al cristianesimo e martirizzato nel 303 d.C. in una prigione a Nora, oggi una delle spiagge più belle dell’Isola e importante sito archeologico, e per chiedere di liberare l’Isola dalla peste. Da quel giorno il voto si ripete, anno dopo anno, senza essersi mai fermato. Neppure in guerra, quando fu portato sotto la città martoriata su un carretto del latte. E neppure durante la pandemia, a bordo di un mezzo militare e il frastuono del silenzio. Una celebrazione che coinvolge tutta la Sardegna, con numerose città e paesi che partecipano attivamente, preparandosi durante l’anno ad accogliere le reliquie e ad accompagnare la statua in una suggestiva processione, che racchiude in sé tutta la cultura e la tradizione di questa meravigliosa terra.
I preparativi iniziano già dal 25 aprile, con tutta una serie di rituali che scandiscono il tempo e le azioni sino al primo maggio, in un’esperienza strana da descrivere ma emozionante da vivere. Per i sardi, ma anche per i tanti turisti che ogni anno sono presenti per ripercorrere questo racconto, attraverso i gesti, gli abiti e le tradizioni che fanno capolino tra le strade del quartiere cagliaritano di Stampace. Come le “traccas” è una vera e propria meraviglia dentro la meraviglia, con carri straordinariamente trainati da enormi buoi, decorati con dettagli che esaltano la vita contadina e le donne con addosso abiti tradizionali, che cambiano in base al luogo e all’occasione: durante il percorso in campagna, si indossano abiti da lavoro, ma quando ci si avvicina al centro abitato, ecco che avviene un rapido cambio e riappaiono gli abiti più eleganti.
Cagliari può diventare quindi meta perfetta per mordere un pezzo di Sardegna, concentrando lo sguardo verso un qualcosa di unico, senza tralasciare però la parte più contemporanea di questa città. Ecco una piccola lista di indirizzi da ricordare su dove mangiare e dormire a Cagliari nei quartieri di Stampace e Marina, lungo il percorso e nei luoghi che diventano protagonisti in queste giornate intrise di bellezza.
Palazzo Tirso
L’ultimo nato nell’ospitalità cagliaritana di lusso è lui, Palazzo Tirso, hotel a 5 stelle realizzato dalla ristrutturazione di un monumentale edificio degli anni Venti, un tempo appartenuto alla Società Elettrica Sarda, che si affaccia sul porto, dandogli una nuova luce e vita. Un progetto nato per diventare una chicca nell’ottica di rigenerazione urbana e che si inserisce nella piccola rivoluzione nell’hôtellerie cagliaritana, in vero e proprio fermento negli ultimi anni, con un’offerta sempre più attenta alle strutture di lusso. Un hotel dal design contemporaneo, con annessi Spa e stabilimento balneare a pochi passi, sul lungomare del Poetto, la “Spiaggia dei Centomila”, come viene chiamata da queste parti. Al suo interno anche una vivace offerta gastronomica, con due proposte. Il ristorante Terra, con un menu firmato da Emanuele Scarello e la guida esecutiva di Alessio Signorino, con percorsi di degustazione e piatti alla carta che offrono una visuale curiosa sulla cucina sarda, come nella seppia preparata con fagioli e salsa alla Campidanese o i tortelli alle erbe con ricciola, capperi e pompia. O il ristorante Cielo, più informale ma con una vista panoramica sulla città.
Piazza Deffenu, 4, 09125 Cagliari
Casa Clat
Un connubio tra eleganza, lusso e territorio, Casa Clat è il boutique hotel, appena premiato con una Chiave Michelin, realizzato dagli imprenditori Caterina e Claudio Murgia (fratelli e amministratori di Nieddittas, l’azienda di miticoltura più conosciuta nell’isola), che hanno voluto progettare uno spazio in nove suite, che sono vere e proprie opere d’arte, tutte diverse e in grado di coniugare gli elementi architettonici preesistenti di un vecchio palazzo signorile con uno stile contemporaneo e di design: ogni camera infatti ha la sua anima personale con soffitti che quasi sfiorano il cielo e ricordano gli ambienti ampi di una volta. Gli spazi comunicano tra di loro in un gioco di vetrate che allungano la vista e si affacciano in un labirinto di sorprese e chicche da non perdere. Come la cantina, un tempo la stalla del palazzo, che ospita un bel tavolo centrale, dove è possibile degustare tapas in abbinamento a una selezione di etichette, anche di annata. O il giardino interno, elettamente costruito come un salotto cittadino, costellato di piante aromatiche, olivi e piscina. La proposta gastronomica va dalla colazione fino ad arrivare alla cena, dove è possibile addentrasi in un percorso degustazione dedicato ai mitili di famiglia (e del territorio), gustare il crudo locale o ordinare alla carta piatti che rappresentano una variante sulla cucina sarda, ampiamente visibile nei sapori e nelle consistenze, ma che racconta un viaggio verso una Sardegna che ha voglia di andare oltre la tradizione.
V.le Regina Margherita, 55/57, 09124 Cagliari
Flora
Non si può parlare di tradizione senza parlare del Flora, nato prima come ristorante, che potremmo definire una trattoria d’alta fascia, poi come hotel 4 stelle, che diventa scoperta continua entrando nelle stanze e nei corridoi delle struttura. Ogni camera trasuda tradizione ed eleganza, con il parquet scuro e le travi a vista, simbolo e ricordo di un tempo passato. Si tratta di una struttura familiare, di cui, in qualche modo, si respira anche la storia e la personalità. Il proprietario, figura molto conosciuta nella ristorazione cagliaritana, ha fatto di questo hotel anche una sorta di museo del giocattolo: ogni anfratto è infatti adornato con una collezione di oltre tremila pezzi di giocattoli, che percorrono il periodo dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Ottanta, da quelli più poveri fino ad arrivare a quelli più sofisticati. Anche la cucina del Flora è ricca: di tradizioni e di “cagliaritanità”. Gli spaghetti vongole e bottarga, al ragù di mare, le polpettine di pesce: qui tutto parla di semplicità e di una tavola senza fronzoli, sincera e diretta.
Ditrizio Pasticceria
Senza dubbio Piero Ditrizio e sua moglie Valentina Fais sono diventati in poco tempo i re delle colazioni cagliaritane, in una città dove la mattina inizia rigorosamente con cappuccino e pizzetta, una particolarità tutta locale con una sfoglia che racchiude salsa di pomodoro, capperi e acciughe. La pasticceria Ditrizio ha cambiato le regole del gioco e ha reso il maritozzo una moda anche da queste parti. Questa ora è infatti una tappa obbligatoria per gli amanti del buono e del goloso. I lievitati qui sono leggeri e impalpabili come una nuvola. Oltre al maritozzo, che troviamo in varie versioni, dalla classica fino ad arrivare a quella al tiramisù, da provare assolutamente la veneziana (si scioglie in bocca), le zeppole di San Giuseppe e nei periodi di festa panettone e colomba: difficilmente troverete qualcosa di altrettanto all’altezza.
Via Francesco Crispi, 21, 09124 Cagliari
Luigi Pomata
Se vi piace il tonno, allora segnatevi questo indirizzo. Luigi Pomata parla con i tonni, ne esalta la bontà e la stagionalità e riesce a trasformare ogni piatto quasi in un’opera d’arte. A Cagliari (e a Carloforte) è un’istituzione, un personaggio eclettico dalla cucina creativa ma dalle basi solide, che solo una grande tecnica sa dare. Lui la definisce una cucina contemporanea, che non dimentica origine e territorio. Ed è vero, non ci sono molte altre parole per descrivere l’offerta gastronomica di Pomata. Il menu è il racconto di questa terra sapida di mare e di vento: i bocconcini di rana pescatrice con stracotto di verdure, cavolo nero abbrustolito e intingolo al chimichurri, il lattume fritto con salsa orientale, fungo nero e rafano, il riso carnaroli dell’oristanese con seppie arrostite, animelle glassate, polvere di caffe. E il Porco Tonno, piatto signature dello chef, con il collare di tonno in crosta di pane al prosciutto, pancetta di maialino e cavolo rapa. Se avete il coraggio, potete chiedergli di acquistare anche una conserva di tonno stagionato 25 anni, ma assicuratevi di consumarlo con chi veramente se ne intende e apprezza: il costo non è per tutti.
V.le Regina Margherita, 18, 09124 Cagliari
Vitanova Bistrot
Dopo una vita a fare un lavoro nella comunicazione della Pubblica Amministrazione, Laura Sechi ha deciso di voltare pagina, andando a scavare tra passione e insegnamenti familiari, e di aprire il suo Vitanova Cucina e Dolci, un bistrot dall’anima intima, pacata, ma rivoluzionaria e attenta, come la sua chef e proprietaria. Laura la si è soliti incontrare la mattina al Mercato di San Benedetto, luogo sacro per i cagliaritani e tra i più grandi mercati al coperto d’Europa. Lì, ogni giorno, si aggira tra i banchi per scegliere il pescato regalato dal mare e dalle fatiche dei pescatori, i tagli di carne da valorizzare e gli ortaggi di campo. Il suo è un menu che cambia quotidianamente, in base alla disponibilità dei prodotti. Dai tortelli ripieni di mortadella, ai ravioli di ricotta con il tuorlo morbido, dal brasato al vino rosso all’uovo con gli asparagi selvatici. Quello che non cambia mai ed è una certezza è la sua torta con la crema pasticcera al microonde: perché Laura ha la pasticceria nel sangue e si sente.
Via Sassari, 56, 09125 Cagliari
Josto
Senza dubbio uno degli indirizzi più interessanti a Cagliari. Josto di Pierluigi Fais fa parte di un gruppo gastronomico vivace (suoi anche Etto per la carne e Framento per i lievitati), tra i primi a elevate il capoluogo sardo a città da tenere d’occhio quando si parla di cucina. Una cucina quasi punk, che osa negli accostamenti e nelle cotture e che vuole riscrivere gli ingredienti del territorio: il muggine frollato, la fregula, la minestra di cavolo. Lasciarsi tentare dal percorso di degustazione di Fais è semplice, perché guidati da una sala dove l’atmosfera è informale ma sempre di classe.
Via Sassari, 25, 09124 Cagliari CA
Ristorante Italia
In mezzo a una marea di locali che propongono pietanze dai nomi sempre più disparati e finto creativi, il Ristorante Italia è una certezza. Qui troverete tutta la schiettezza della cucina cagliaritana, del mare e della terra. Gli spaghetti con le vongole e la bottarga, i marroleddus alla campidanese, il pesce freschissimo, Ottima anche la cantina, dove un appassionato ed esperto Filippo Mundula, proprietario e figlio d’arte di questo ristorante colleziona bottiglie da far invidia alle migliori enoteche. Sua l’idea di aprire, accanto al locale originario, Oyster, enoteca, wine e oyster bar, dove gustare piatti di piccola cucina e crudi freschissimi da abbinare a etichette interessanti, sia nazionali che internazionali.
Via Sardegna, 26.a, 09124 Cagliari
Is Femminas
La Sardegna è un’isola matriarcale e Is Femminas ne è la conferma. Maria Carta, proprietaria e chef, è un vulcano in perenne evoluzione, che cerca di portare alto il nome della cucina sarda a Cagliari, ma non solo. Originaria di Seulo, uno dei paesi della Blue Zone, Maria propone una cucina tradizionale, ma fortemente improntata sulla sua visione. Ecco quindi che i culurgiones si vestono di profumi del bosco e di timo selvatico e il gambero viene avvolto dal filindeu prima di essere fritto. Mare e terra qui si incontrano in un menu che vuole raccontare una storia in grado di evolversi, proprio come la cucina dei centenari. A essi è ispirato anche Seulo is Food, il locale di fronte, stessa mente e stessa proprietà, che offre piatti antichi e coni di frittura tipica sarda, tra cui spicca “su frigadori”, un pane di Esterzili, il cui impasto è costuito principalmente da patate, cipolle e formaggio in salamoia (casu ‘e fitta), che veniva realizzato con l’impasto avanzato dalla preparazione del pane.
Via Napoli, 90, 09124 Cagliari
Segnate in agenda per il prossimo anno. D’altronde l’augurio che ci si fa per S. Efisio è «Attrus annus mellus», che è un modo per augurarsi di rincontrasi il prossimo anno. Non c’è augurio migliore.