Il 2 maggio è cominciato EXPOSED, il primo festival Internazionale di Fotografia di Torino, sotto il tema “New Landscapes, Nuovi Paesaggi”. Nuovi paesaggi umani interpretati, descritti e raccontati da artisti e fotografi. Il programma della prima edizione, come abbiamo spiegato qui, comprende la produzione di oltre venti mostre temporanee in più di venti sedi e un cartellone di eventi dedicati alla fotografia.
Nel ricco programma del festival ci colpisce un fotografo in particolare, Fin Serck-Hanssen, con il suo progetto intitolato “Queer Icons”. La lotta per la libertà e l’uguaglianza che, nel 1972, ha portato all’abrogazione della legge penale 213 e alla legalizzazione dell’omosessualità in Norvegia, raccontata dal ritratto. Il progetto, che comprende una mostra, un libro e una serie di programmi pubblici, è il risultato di una serie di incontri tra il fotografo e gli autori Bjørn Hatterud e Caroline Ugelstad Elnæs.
Si tratta di due personalità queer che non solo hanno contribuito a plasmare le fondamenta sociali e culturali su cui si regge la società norvegese che conosciamo oggi, in quanto hanno anche elaborato una visione della sessualità più complessa e ricca di sfaccettature per prevenire ogni forma di discriminazione derivante dal conservatorismo della società.
Fin Serck-Hanssen racconta le storie di vita di persone di spicco che hanno attivamente lottato contro una giurisdizione morale pregiudiziale. Celebra lo scintillìo della vita fuori dalla norma nelle feste e nell’attivismo della cultura underground queer storica della Norvegia: lustrini, gioia e umorismo. Esprime le proprie rivendicazioni democratiche. La mostra, presentata presso scuole di ogni grado in Norvegia, porta alla luce queste storie non scritte, inserendole in una narrazione diffusa che raggiunga il grande pubblico. I programmi pubblici sono prodotti e curati dal team di Fotogalleriet, mentre l’allestimento è progettato da Harald Lunde Helgesen.
Chi è Fin Serck-Hanssen
Fin Serck-Hanssen (Viken, 1958) ha iniziato la sua carriera nei primi anni Ottanta documentando la scena musicale punk e underground sia in Norvegia che nel Regno Unito. Ha catturato il backstage di band leggendarie come Depeche Mode, The Cure, REM e Clash. Negli anni Novanta Serck-Hanssen ha iniziato a ritrarre la comunità queer norvegese durante e dopo la crisi dell’AIDS. Attualmente vive e lavora a Oslo.