Oro, incenso e mirraLe materie prime strategiche nella storia

Come è cambiato nel corso dei secoli il ventaglio dei materiali considerati essenziali per la vita dell’uomo e quale il loro impatto a livello geopolitico e sulla scala dei valori sociali

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Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul numero 60 di We – World Energy, il magazine di Eni

Bach ha composto la cantata BWV 75 con un titolo preciso: «die Elenden sollen essen, dass sie satt werden» (gli affamati devono essere nutriti e saranno saziati). Questo titolo, tratto dal Salmo 22, è la sintesi della sfida permanente per l’umanità: nutrirsi per vivere! Ed il cibo è stato una preoccupazione costante per gli uomini e lo è ancora adesso.

Una delle ragioni della conquista dell’Egitto decisa dall’Impero Romano è stata proprio la ricerca di una garanzia nell’approvvigionamento del grano. Le pianure cerealicole dello Shandong e dello Henan in Cina hanno sempre attirato le popolazioni nomadi, come le pianure balto-germaniche, francesi e la valle del Po, come le grandi risaie dell’Asia, i campi di miglio dell’Africa e quelli di mais della Mesoamerica.

Nella Roma imperiale chi controlla i flussi del grano detiene il potere; la flotta alessandrina trasporta il grano dall’Egitto a Pozzuoli e la nave tabularia preannuncia l’arrivo delle imbarcazioni nel porto campano. Alcune dinastie cinesi sono state spazzate via anche a causa delle carestie (Han, Tang, Ming, per esempio). Numerose rivolte contadine in Europa, principalmente durante il XIV secolo, sono state fomentate dal “caro pane”.

Alla base della Rivoluzione Francese c’è, ancora una volta, la fame del popolo e la Rivoluzione avrebbe potuto scoppiare già nel 1709, anno di una terribile carestia; il freddo ed il ghiaccio attanagliano per diversi mesi l’Europa occidentale e parte del bacino del Mediterraneo. Ma anche il controllo dell’acqua ha generato conflitti, guerre, rivolte le terre comprese fra il Tigri e l’Eufrate hanno da sempre suscitato conflitti fra varie popolazioni; i rapporti fra Etiopia, Nubia (Sudan) ed Egitto sono sempre stati molto tesi a causa della gestione dell’acqua del Nilo; il controllo dei ghiacciai dell’Himalaya e di quelli delle Ande ha generato tensioni durante tutta la storia.

E l’acqua resta un elemento essenziale della vita umana, dell’agricoltura, degli allevamenti e dell’industria (mulini ad acqua, lavorazione dei metalli, produzioni tessili, industria alimentare e, più tardi, industria mineraria, centrali elettriche, ecc.).

Quali materie prime erano strategiche?
Di quali materie prime avevano bisogno gli uomini che vivevano nel passato? La lista è lunga, ma la sintesi è breve e si concentra essenzialmente sull’alimentazione e sui prodotti “industriali”, importanti per la vita. Quindi, oltre all’acqua, cereali, carne e pesce, vino e olio (che serve anche per illuminare le case), frutta e verdura fanno parte della lista a cui bisogna aggiungere il sale (ingrediente fondamentale dell’alimentazione umana e animale ed essenziale per la conservazione dei cibi) e le spezie.

I metalli non ferrosi (bronzo compreso), il ferro e il mercurio, il legname (per produrre il calore, il carbone di legna e per fabbricare imbarcazioni ed edifici), le pietre da costruzione, la lana, il lino, la canapa, lo sparto (gli ultimi due sono usati per fabbricare cime e vele), il cotone (che però è molto caro perché arriva dall’India e dall’Egitto) fanno parte del secondo blocco “industriale” delle materie prime essenziali a cui bisogna aggiungere alcuni prodotti chimici come l’allume (mordente per l’industria tessile e del cuoio), il bitume (impiegato per calafatare), l’urina (che contiene l’ammoniaca ed è essenziale ancora per l’industria tessile e conciaria), ceneri e materie coloranti come la garanza, il gualdo e il legno rosso del Brasile.

Poi ci sono i metalli preziosi. Oro e argento servono per effettuare i pagamenti commerciali, per remunerare militari e mercenari, per produrre gioielli e monete (come il bronzo ed il rame) e per stoccare valore (i famosi tesori degli stati che oggi si ritrovano nelle riserve ufficiali delle banche centrali).

Infine, ci sono le materie prime voluttuarie e del lusso, fra cui l’incenso, la mirra (importante antisettico impiegato nelle sepolture dei cadaveri), lo zucchero (per la farmacopea; il vero dolcificante dell’epoca è il miele), il marmo, il corallo e l’ambra, la porpora e la seta, le pietre preziose, i diamanti che provengono tutti da un solo luogo di estrazione: Golconda, nel centro dell’India. E bisogna menzionare la domanda militare di cavalli (soprattutto allevati nel nord dell’Africa).

Infine, è necessario enumerare i vari prodotti (piante officinali e materie minerali) che entrano nella farmacopea con funzioni antipiretiche, disinfettanti, cicatrizzanti, analgesiche, antalgiche, antinfiammatorie, ecc.

Il sale: il frigorifero dell’umanità
Il sale è stato il frigorifero di tutta l’umanità per più di diecimila anni. È una delle principali soluzioni per conservare i cibi e anche per integrare l’alimentazione umana e animale. In certe regioni distanti dal mare, il sale è costato quanto l’oro, fa parte del salario dei legionari romani, è un componente essenziale delle salagioni, partecipa in misura importante al successo di Venezia che ne controlla la produzione e il commercio nell’Adriatico.

Sul mercato di Timbuctu l‘oro e gli schiavi sono negoziati contro le placche di sale estratte dai laghi salati (prosciugati) del sud del Sahara e il prezzo degli schiavi è pagato misurandone la lunghezza del piede. Le saliere del Rinascimento (quella di Cellini per Francesco I di Francia, per esempio) sono un simbolo di ricchezza e di potere.

In varie regioni ci sono state guerre per il sale che figura fra le cause della Guerra dei Cento Anni (il sale della costa atlantica francese è essenziale per i pescatori inglesi); nel 1540 la popolazione dell’Umbria si ribella contro l’incremento della tassa sul sale e inizia a consumare il pane sciapo; in Piemonte la guerra del sale dura quasi venti annie  i fiumi cinesi sono le vie del sale per il paese.

Nella guerra civile americana i Nordisti cercano di distruggere le capacità di produrre il sale dei paesi del Sud (conservazione e stoccaggio di carne e pesce e produzione di esplosivi e munizioni) e la cavalleria del generale sudista Robert Lee si ammala a causa della carenza del sale; i suoi cavalli soffrono di gonfiori della lingua (difficoltà di respirazione) e delle gambe (impossibilità di fare lunghi percorsi e di galoppare)

Il ferro costava più dell’oro
Il rame è relativamente facile da estrarre e lavorare; è largamente diffuso in varie regioni, soprattutto nell’isola di Cipro (da cui deriva il nome cŭprĕum). Combinandolo con lo stagno, si ottiene una lega molto più dura: il bronzo. Ma lo stagno non si trova dappertutto; le miniere sono localizzate nella Cornovaglia, nei monti della catena del Tauro in Anatolia e nella “mezzaluna dello stagno” in Asia (che va dallo Yunnan all’Indonesia). Non si estrae ancora il ferro perché i fabbri non sono capaci di produrre una temperatura di 1536° per fare fondere il metallo. Ecco perché si parla di “battere il ferro”. Tutto il ferro che gli uomini lavorano è di origine meteorica (il termine siderurgia deriva proprio da sidera, stelle) e allora costa molto caro (otto volte più caro dell’oro nella Mesopotamia).

Tutti i potenti vogliono delle else in ferro per le loro armi ed i religiosi cercano le meteoriti da esporre nei templi per mostrare un “dono degli dèi”, giunto dal cielo. L’invasione degli Icksos (popolazioni nomadi) del bacino mediterraneo levantino interrompe i flussi di stagno e gli uomini devono escogitare una soluzione per estrarre e lavorare il ferro.

Questo spiega il passaggio dall’era del bronzo a quella del ferro, verso il 1200 a. C. Ed allora tutti i militari vogliono dotare i loro uomini di armi di ferro, molto più efficaci e resistenti di quelle in bronzo; il ferro diviene un metallo strategico tremila anni prima di Eiffel!

Argento e oro finanziano imperi e follie umane
L’argento ha giocato un ruolo fondamentale nella storia: è stato utilizzato nella monetazione, per i pagamenti negli scambi commerciali, per la produzione di gioielleria e di oggetti ornamentali, per curare le ferite (potente battericida), per fabbricare vasellame e posate per i ricchi e, in seguito, nell’industria.

L’argento ha finanziato lo splendore del V secolo a.C. di Atene e la flotta che ha battuto i Persiani a Salamina, è stato uno degli elementi del conflitto fra Roma e Cartagine (le miniere spagnole e sarde), ha finanziato – in parte – l’espansione mussulmana (le miniere di Talas, controllate dalla dinastia dei Tang, conquistate dai califfati), quelle iraniane (la miniera di al-Jabali) e la grande miniera di Bajahir (in Afganistan), è stato determinante per l’aiuto finanziario alle crociate. E poi l’argento messicano e peruviano di Potosí (attuale Bolivia) ha favorito l’espansione dell’Impero spagnolo ed i conflitti del XVI secolo in Europa e la guerra “finanziaria” dei Caraibi combattuta dai corsari inglesi, olandesi e francesi che arrembavano i galeoni spagnoli carichi d’oro ed argento “americani”.

L’argento è stato la prima materia prima della globalizzazione: enormi volumi di metallo estratto nelle miniere boemo-germaniche, messicane, peruviane e giapponesi (in particolare quella di Iwami Ginzan) sono attirati dalle due grandi “spugne mondiali dell’argento” (Cina ed India), cioè i due paesi più ricchi del mondo nel XVI secolo. Questi dispongono di un’importante industria manufatturiera capace di esportare seta, porcellana, tessuti di cotone e spezie, prodotti fortemente richiesti dal mondo intero che paga le sue importazioni proprio con l’argento. È l’epoca della caracca portoghese che collega Goa con Nagasaki e del galeone spagnolo di Manila (Acapulco-Manila). Ma per estrarre questo importante metallo bianco si fa grande uso di mercurio che diventa essenziale, oltre che per produrre il rosso pompeiano. Ed il mercurio diventa uno strumento essenziale per la scienza a partire dal tardo rinascimento ed un componente fondamentale degli esplosivi. È anche utilizzato, come il legno di guaiaco, per lottare contro la sifilide, ma probabilmente spedisce all’aldilà più pazienti di quanti ne curi.

L’oro è ancora più importante dell’argento e vari autori citano il metallo giallo: da auri sacra fames di Virgilio a “quando l’oro parla, l’eloquenza è senza forza” di Erasmo da Rotterdam, dal proverbio “chi combatte con spada d’oro, ha in mano la vittoria” al banchiere J.P. Morgan che afferma “l’oro è moneta, tutto il resto è credito”. L’oro finanzia imperi, avventure straordinarie (il primo viaggio di Colombo costa 14,5 chili di oro), compra tradimenti, silenzi ed informazioni (Dante scrive del fiorino, “il fiore che tutto corrompe”), paga riscatti e tributi e rende belli anche i brutti. Il metallo decora il corpo delle donne e finisce anche nei forzieri delle banche centrali

Le cinque funzioni delle spezie e il mercato del bitume di Petra
Le spezie rappresentano per molto tempo un terzo del valore del commercio mondiale. Le spezie sono essenziali per la farmacopea, migliorano il gusto dei cibi, spesso alcune sono considerate uno stimolante sessuale, sono un vettore dell’immaginario della geografia (quanto “è lontana” la Cina da Roma per Augusto o da Versailles per Luigi XIV?) e rappresentano una ricchezza (Roma ritarda di un paio di anni il suo saccheggio pagando Alarico con tremila once di pepe ed altri beni preziosi). E la mirra, oltre ad essere un importane dono dei Re Magi alla pari dell’oro e dell’incenso, è un prodotto antimicrobico essenziale per la conservazione dei cadaveri ed un cicatrizzante molto potente (si usa oggi nei cerotti e nei dentifrici).

Come la noce moscata che attenua il dolore e dà un sapore piacevole al cibo. Proprio per il controllo della produzione di questa spezia, Olandesi ed Inglesi combattono due guerre che terminano con una pace effimera: gli Olandesi mantengono il controllo della piccola isola indonesiana di Run (il principale centro di produzione della noce moscata) e gli Inglesi ottengono il possesso di New Amsterdam (Manhattan) che cambia nome e diventa New York, in onore del duca di York. Il bitume è essenziale per la marina commerciale e militare, prima ancora che per le strade. Petra diventa il grande mercato mediterraneo del bitume che è utilizzato per calafatare le navi. Molto più tardi, la marina britannica è penalizzata dalla guerra di indipendenza delle colonie americane; non riceve più il bitume ed il catrame per le sue navi e deve approvvigionarsi presso le cokerie gallesi per evitare di dipendere totalmente dalla Svezia da cui potrebbe importare del legname per produrre – in modo artificiale – queste materie essenziali per la British Navy.

Dall’allume all’urina
L’allume resta per molto tempo un prodotto essenziale per l’industria tessile e conciaria; è un mordente per fissare i colori sui tessuti e per trattare il cuoio. Inoltre, i medici, soprattutto quelli militari, lo impiegano per bloccare le emorragie, essendo un efficace astringente. La regione siriana di Rocca (allume di Rocca) è il grande produttore del Mediterraneo. Dopo la conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani, l’offerta si riduce e l’industria tessile europea subisce una grave crisi. Però nei Monti della Tolfa (regione laziale sotto controllo papale) sono scoperte importanti miniere di allume che fanno la fortuna delle finanze papali; queste propongono il monopolio dell’estrazione ai ricchi banchieri fiorentini.

La lotta fra i Pazzi ed i Medici si svolge anche intorno al monopolio dell’allume, fonte di profitti molto importanti, che suggeriscono al papa Pio II di lanciare una crociata contro gli Ottomani, finanziata in larga misura con il reddito delle miniere. La flotta salpa da Venezia ma la spedizione verso la Terra Santa è interrotta dalla morte del papa (1464) ad Ancona, porto da cui doveva imbarcarsi sulle galee veneziane. Ma anche l’urina è un prodotto strategico; quella umana contiene il 3 percento di ammoniaca, ingrediente essenziale per la concia del cuoio e per fissare i colori nell’industria tessile.

A Roma, l’urina è raccolta e venduta ai conciai ed ai tessitori; Vespasiano, che impone una tassa sull’urina, risponde alle critiche di suo figlio con la famosa frase: “il denaro non ha odore”. Fino all’invenzione dei prodotti ammoniacati artificiali, l’urina è rimasto il solo ingrediente chimico impiegato come fertilizzante (ne parla Columella), come sbiancante le donne romane l’utilizzano come dentifricio (Catullo cita questo fatto) e a Venezia le cortigiane l’impiegano per ottenere il biondo veneziano dei loro capelli. Durante la guerra civile americana, l’urina, prodotto essenziale per la fabbricazione di esplosivi, è depositata in vasi da notte dalle donne sulle loro finestre ed è raccolta da civili che lavorano per l’industria bellica.

L’ambra grigia è una secrezione biliare dei capodogli che devono eliminare dei residui non digeribili della loro alimentazione. I Portoghesi trovano questo strano prodotto sulle coste dell’Africa del Sud e lo esportano in Asia. Un imperatore cinese è alla ricerca dell’ambra grigia come stimolante sessuale e concede Macao ai Portoghesi, contro un affitto annuale per 500 anni, pagato in tael d’argento. Ma l’ambra grigia è largamente utilizzata nella profumeria fino alla scoperta di un sostituto sintetico, la cui ricerca è stata favorita dalla lotta contro la caccia ai cetacei per preservarne la specie.

Letame guano, legname e la prima crisi energetica della storica
Il legno, da sempre, è stato un elemento essenziale per la vita umana: edifici, imbarcazioni, utensili per la cucina e l’agricoltura sono stati prodotti con questo materiale eccezionale che ha permesso anche la produzione del carbone di legna, principale componente della filiera dell’energia per vari secoli. Anzi, la prima crisi energetica della storia si è manifestata durante il XVII secolo, quando la domanda di legno è salita fortemente ed i prezzi sono stati moltiplicati per 5-10. Infatti, la richiesta di legname è esplosa per scaldare le case (il terribile freddo della piccola glaciazione), permettere la produzione di cannoni, di fortificazioni e di case (con il rapido inurbamento delle popolazioni), di navi militari e commerciali (sono necessari almeno quattro mila alberi di lungo fusto per fabbricare un galeone). Il guano, con il letame, è un componente fondamentale per l’agricoltura; quindi, a partire dal 1850, i giacimenti di fosfati del Marocco e quelli di guano della costa peruviana e cilena diventano dei prodotti essenziali per i contadini, come la torba fiamminga che ha sempre concimato la terra.

Ed a proposito della torba, bisogna ricordare una rivoluzione importante nell’agricoltura olandese; a partire dal XVII secolo, la concorrenza fra il mondo agricolo e quello proto-industriale fa salire i prezzi della torba. Gli agricoltori reagiscono con una scelta essenziale: iniziano ad allevare i bovini per ottenere del letame, ma anche del latte; l’Olanda diventa, così, il più grande produttore di formaggi dei XVII-XVIII secoli, imbarcati essenzialmente nelle cambuse delle flotte militari e commerciali di tutta l’Europa.

Rivoluzione industriale
Evidentemente, la rivoluzione industriale cambia le carte in tavola. Nuove energie (carbone, poi petrolio e gas, poi nucleare ed energie verdi), nuovi metalli e nuovi materiali (dal nickel ai platinoidi, dal titanio ai polimeri, dai metalli strategici alle terre rare), nuove tecnologie (dai colori artificiali ai tessili sintetici, dall’elettronica all’informatica) hanno modificato la composizione del ventaglio dei materiali necessari per la vita dell’uomo con un incredibile impatto geopolitico ed un radicale cambiamento nella scala dei valori e dei prezzi ad un certo momento della storia, un’oncia di sale costava un’oncia d’oro; adesso, con un chilo di metallo giallo è possibile comprare più di quattrocentoquaranta tonnellate di sale ai tempi di Napoleone III, con un chilo d’oro si acquistavano 1,2 chili di alluminio, ora con un chilo d’oro si ottengono ventotto tonnellate di alluminio.

Alessandro Giraudo, economista, ha lavorato a Torino, New York, Milano, Amsterdam, Ginevra, Zurigo e Parigi, dove è stato Chief Economist del Gruppo Tradition. Insegna Geopolitica delle materie prime e gestione dei rischi in una delle Grandes Écoles di Parigi. È autore di diversi libri tra cui “Storie straordinarie delle materie prime”, edito da Add Torino.

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