Giorgia Meloni ha detto di aver già in mente il nome del prossimo commissario europeo italiano, ma non lo ha rivelato: «Io un nome ce l’ho. Però non si parte dal candidato, ma dalla maggioranza. Solo così si evitano le maggioranze arcobaleno». In una recente intervista al Corriere della Sera, la presidente del Consiglio ha affrontato i temi più caldi degli ultimi giorni: dalle polemiche con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca alla riforma della giustizia sulle carriere dei magistrati, fino alla riforma del premierato e alle elezioni europee.
Meloni non si è sbilanciata su quale risultato minimo preferirebbe per Fratelli d’Italia al voto dell’8 e 9 giugno, facendo intendere però di aspettarsi almeno il ventisei per cento. La presidente del Consiglio ha dichiarato di non voler interrompere il dialogo con le forze populiste e di estrema destra come quelle il Rassemblement National di Marine Le Pen (che si trova nello stesso eurogruppo della Lega di Matteo Salvini: Identità e democrazia) e Viktor Orbán di Fidesz. «Anche di noi si diceva che eravamo una forza anti europea, poi i nodi vengono al pettine. Si può essere europeisti e chiedere che l’Europa non si occupi di tutto. Non sono completamente d’accordo con nessuno con cui parlo, ma non sarò mai d’accordo con l’idea che la Ue sia un club, un salotto radical chic: penso che in un tempo come questo chi lavora per dividere faccia un errore strategico fondamentale, ha molto più senso chi lavora per cercare le sintesi».
Meloni ha spiegato che il suo obiettivo è quello di costruire una maggioranza alternativa alla sinistra e alla maggioranza popolari-liberali-socialisti. «Lavoro per costruire la maggioranza alternativa alla sinistra e alla maggioranza arcobaleno, e ho interlocuzioni. Le Pen sta facendo un percorso interessante, in questa legislatura, a volte ci siamo trovati dalla stessa parte». Ma i numeri al momento sembrano darle torto. Secondo gli ultimi sondaggi i tre eurogruppi avrebbero da soli la maggioranza assoluta (metà dei voti + 1) nel prossimo Parlamento europeo, rendendo irrilevante l’apporto dell’eurogruppo dei Conservatori (Ecr), di cui Meloni è presidente. Inoltre Raphaël Glucksmann, leader del movimento “Place Publique” e candidato alle europee ha confermato che i socialisti non si alleeranno mai con i conservatori. Meloni ha spiegato che sarà il popolo, attraverso il voto, a determinare i nuovi equilibri e il prossimo presidente della Commissione Ue. E non è scontato che sia la presidente uscente Ursula von der Leyen.
Parlando della riforma della giustizia, Meloni ha rigettato le accuse di vendetta contro i magistrati, spiegando che il suo obiettivo è migliorare il sistema, non mantenerlo invariato. Ha definito bizzarro considerare punitiva la separazione delle carriere per i pubblici ministeri, sottolineando di non vedere i magistrati come nemici, ma come figure con cui collaborare per migliorare il funzionamento della giustizia. «Non ho paura di chi vuole combattermi per mantenere lo status quo né resto per scaldare la sedia».
Per quanto riguarda la recente polemica con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, la presidente del Consiglio ha rivendicato la sua decisione di presentarsi a Caivano stringendo la mano del politico del Partito democratico e dicendo: «Presidente De Luca, quella stronza della Meloni. Come sta?». Una risposta considerata un po’ sopra le righe da molti analisti politici, in evidente risposta a quanto detto da De Luca lo scorso 16 febbraio, quando il governatore campano la definì una «stronza», mentre parlava informalmente con i giornalisti in Transatlantico alla Camera
«Io sono stata insultata, e banalmente mi sono difesa. A sinistra allora nessuno mi difese, adesso si stracciano le vesti. Si dovrebbero vergognare. Persone che hanno due pesi e due misure, che non credono a quello che dicono, che pensano che hanno più diritti degli altri», ha spiegato Meloni al Corriere, criticando la segretaria del Pd Elly Schlein per non averla difesa pubblicamente. «Mi dispiace che abbia perso un’altra occasione per dimostrare che può essere il cambiamento che aveva promesso. Le avevo chiesto pubblicamente allora di dire qualcosa e non ha avuto il coraggio di farlo, ieri invece ha commentato». Ma «continuo a tifare perché tiri fuori il coraggio che la gente si aspetta da lei come leader e come donna», ha detto Meloni.