«Noi del gruppo S&D guideremo il fronte di resistenza contro l’estrema destra nel Parlamento europeo e, in generale, in tutta Europa». Raphaël Glucksmann promette battaglia ai partiti che vorrebbero smantellare istituzioni e valori dell’Unione, magari per sostituirli con quelli del mondo russo e di altri regimi. L’intellettuale europeista, riformista e moderato è candidato alle prossime elezioni Europee e guida la lista comune tra il suo movimento, “Place Publique”, e il Partito socialista francese.
Intervistato da Anais Ginori per Repubblica, Glucksmann spiega perché secondo lui certi partiti della destra sono la quinta colonna di Vladimir Putin in Europa: «La strategia del potere russo si è mossa su due fronti: indebolire il centro, corrompendo alcuni leader mainstream, in Italia penso a Silvio Berlusconi, e al tempo stesso favorire una frangia più radicale. Il Rassemblement National, la Lega, l’Afd sono stati finanziati e utilizzati dal regime di Putin come cavalli di Troia. Oggi questi partiti sono meno espliciti, non indossano più una maglietta con Putin come fece Salvini. Ma è rimasto un allineamento ideologico».
Al momento la lista di Glucksmann, secondo i sondaggi, è vicino al quindici per cento, cioè molto oltre la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon e appena dietro Valérie Hayer, la candidata della maggioranza macroniana: «C’è un risveglio della socialdemocrazia in Francia», dice. «Ci sono milioni di elettori che non si riconoscono più nel duello Macron-Mélenchon. Per questo vogliamo mettere fine al populismo di sinistra per creare una forza alternativa, coerente, verde, democratica e sociale».
Già a inizio maggio, in una lettera pubblicata su Le Monde, il candidato francese aveva criticato il presidente Macron che stava per riceve in un incontro diplomatico il presidente cinese Xi Jinping. Il j’accuse riguardava la linea troppo accomodante del capo dell’Eliseo nei confronti del Partito Comunista Cinese, principale finanziatore estero della Russia: «La realtà fondamentale dell’Europa nel 2024 è la guerra di Vladimir Putin in Ucraina. E questa guerra, signor Presidente, è sostenuta finanziariamente e diplomaticamente dal presidente cinese Xi Jinping. Senza l’aiuto della Cina, la Russia non sarebbe stata in grado di affrontare le sanzioni occidentali e di organizzare un simile sforzo bellico», aveva scritto Glucksmann.
La Russia è sempre stato il principale bersagli delle attenzioni del politico europeista e riformista. In questi mesi, o forse sarebbe meglio dire in questi anni, guardare alla Russia da una prospettiva europea vuol dire soprattutto proteggere l’Ucraina, che combatte a nome di tutta l’Europa e del mondo liberal democratico. «In Ucraina – dice ancora Glucksmann a Repubblica – Macron parla di inviare truppe, mentre tutti sanno che non lo farà mai, e intanto la Francia non è capace di consegnare più armi a Kiev. E la candidata della maggioranza non è nemmeno in grado di dire se gli ucraini possano usare le nostre armi per colpire il territorio russo contro le batterie missilistiche o i campi di aviazione che stanno portando all’annientamento dell’Ucraina».