«Aprendo i Giochi al maggior numero di persone possibile, Parigi 2024 incarna valori in cui mi identifico pienamente. Anche il teatro che sostengo è decisamente aperto. Sono convinto che al giorno d’oggi abbiamo bisogno di proiettarci insieme verso ideali condivisi», ha detto Thomas Jolly, direttore artistico delle Cerimonie di apertura e chiusura dei giochi olimpici e paralimpici di Parigi 2024 che, per la prima volta, si sono tenute al di fuori di uno stadio.
Direttore teatrale, drammaturgo e ballerino, Jolly ne ha fatta di strada da quando organizzava piccoli spettacoli teatrali nella sua cameretta di La-Rue-Saint-Pierre, un piccolo villaggio della Senna Marittima a una ventina chilometri da Rouen. «C’era una scuola, una chiesa ma nessun negozio, nessuna palestra. I miei genitori non erano mai stati a teatro. Ogni tanto andavamo al cinema. È come se abbia ereditato una passione che non apparteneva a nessuno, un desiderio probabimente rimosso dai miei genitori», ha detto Jolly in un’intervista a Le Monde. François Le Pillouër, direttore del Theatre national de Bretagne (Tnb) al tempo in cui Jolly vi studiava, lo definisce «un ragazzo brillante, con un amore per il teatro che irradiava le persone. Sapeva intrattenere tutti quanti».
Nel 2006, Jolly ha fondato la compagnia teatrale La Piccola Familia, rendendosi poi conto che preferiva «dirigere» piuttosto che «recitare». Tra i suoi debutti teatrali, l’Enrico VI, il Thyeste di Seneca e Romeo e Giulietta. Nel 2015, Jolly ha ricevuto il Prix Jean-Jacques Gautier e il più celebre Premio Molière, il più importante premio teatrale francese assegnato ogni anno durante La Notte dei Molières. Nel 2020, è stato nominato direttore del centro teatrale nazionale Le quai d’Angers e, due anni fa, direttore artistico delle Cerimonie di apertura e chiusura dei giochi olimpici di Parigi 2024. Da lì, curare al dettaglio l’ideazione delle Cerimonie olimpiche è diventato per Jolly un lavoro a tempo pieno.
«I suoi spettacoli straordinari sono la prova che sa come infrangere i codici della sua arte per portarla al livello successivo», ha dichiarato Tony Estanguet, presidente di Parigi 2024, in un comunicato stampa. Per creare queste cerimonie uniche, che mirano a celebrare la città nonché le diverse culture che la popolano, vi si incrociano per le sue strade contaminandosi tra loro, Jolly ha scelto una sceneggiatrice, un’autrice, uno storico e un drammaturgo. A curarne la preparazione sono stati infatti la sceneggiatrice Fanny Herrero, l’autrice Leïla Slimani, lo storico e professore al Collège de France Patrick Boucheron e l’autore e drammaturgo Damien Gaubriac.
«Ci conosciamo fino in fondo con Thomas, condividiamo la stessa filosofia, non gerarchizziamo nessuna cultura, apprezziamo Molière e Britney Spears, un buon film di Pasolini e una finale dei Mondiali. È in questo film eclettico, poetico, politico e mobilitante spirito che ho gettato il mio corpo in questa Senna, come un vero erede di Jean Vilar e André Malraux», ha dichiarato Gabriac commentando la sua partecipazione all’organizzazione delle Cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici.
Direttrice della Danza per le cerimonie di Parigi 2024 è invece Maud Le Pladec che, insieme a Thomas Jolly, ha ideato la coreografia per la Cerimonia di apertura. A esibirsi un ensemble di circa quattrocento persone. In tutto, sono state quasi tremila gli artisti che hanno preso e prenderanno parte alle quattro cerimonie di apertura e chiusura dei giochi olimpici e paralimpici. «Per la Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici, sfrutteremo tutti i monumenti storici intorno alla Senna e non ci sarà una sola riva del fiume o un ponte che non sarà riempito di musica, danza o performance. Parliamo di danza, ma ci saranno anche quadri più visivi, musica, sport, ecc.», aveva spiegato Jolly e Le Pladec.
Tra i tratti salienti dello stile di Jolly, la fusione di forme, messaggi, colori e linguaggi. Il suo viene chiamato «un teatro popolare», che cerca di parlare a chiunque, che sia «parigino, artista, borghese, lavoratore», ha detto a Le Monde. «Non appena sono stato nominato sapevo che avrei dovuto mettere insieme un team di scrittori per raccontare la storia di questa cerimonia unica nel cuore di Parigi, la sua storia, i suoi monumenti, e per aiutare il mondo intero a immergersi nella cultura francese nella sua forma più straordinaria. Per creare questo spettacolo senza precedenti, ho voluto riunire un team di personalità provenienti da contesti diversi, ciascuno dotato della propria sensibilità e scrittura», ha aggiunto.
Definito meraviglioso, audace ed eterogeneo, il team di Parigi 2024 ha voluto allestire una cerimonia che celebrasse la multiculturalità del Paese e l’eterogeneità di Parigi. Jolly ha dichiarato di aver giocato con i cliché e gli stereotipi francesi, puntando però a sovvertirli. «Quando guardiamo “Emily in Paris” o “Il favoloso mondo di Amélie” sappiamo che non è la vera Parigi. Giocheremo con tutti questi cliché, ma li sfideremo anche».
Per farlo, Thomas Jolly e il suo team hanno scelto il teatro.«Nell’antichità cultura e sport sono stati gli elementi fondatori e unificatori della città, secondo me non è una coincidenza. Il teatro non è mai scomparso, ha assunto forme diverse ma è sempre stato presente. Penso che avvenga anche al giorno d’oggi, è qualcosa che si trova al centro di ciò che ci rende cittadini e cittadine», ha aggiunto Jolly.
Jolly ha voluto unire la componente artistica, quella della parata delle delegazioni e tutti quanti gli elementi del protocollo, come i discorsi e così via, per creare un qualcosa di dinamico che esca dagli schemi, audace ma che al tempo stesso si inserisca in una lunga tradizione di cerimonie. Il lungo Senna è stato animato da una serie di coreografie animate da ballerini lungo i ponti di Parigi. Gli atleti hanno sfilato su barche che, dal Trocadero, sono arrivate fino all’altezza della Tour Eiffel.
«Trovo meraviglioso il fatto di poter aprire la cerimonia a beneficio di tutti gli spettatori e le spettatrici. E di rendere Parigi la scena di questa cerimonia. È stata concepita lavorando con i monumenti della città. Se l’avessimo fatta dentro uno stadio avremmo potuto accogliere tra le sessantamila e le ottantamila persone», ha detto Jolly al giornale sportivo francese L’Èquipe, evidenziando come sia proprio la città di Parigi a fare da scenografia. «Si può investire artisticamente sulle finestre, sui tetti. L’arrivo delle delegazioni in barca sarà come una grande armata, una sfilata, un ponte che entrerà e attraverserà la città. Sarà una sfida, certo. Credo che sarà innanzitutto un’occasione di condivisione», ha aggiunto il direttore artistico.