La recente formazione del gruppo “Patrioti per l’Europa” al Parlamento europeo fa discutere gli analisti politici: sarà ininfluente o fin da subito cambierà gli equilibri in vista della nomina della prossima Commissione europea? L’eurogruppo fondato su iniziativa del premier ungherese Viktor Orbàn conta già ottantaquattro eurodeputati provenienti da dodici paesi ed è al momento la terza forza politica più numerosa nel Parlamento europeo, subito dopo il Partito popolare europeo (centottantotto eurodeputati) e i Socialisti&Democratici (centotrentasei).
I patrioti d’Europa hanno superato quindi i Conservatori di Giorgia Meloni, fermi a settantotto eurodeputati. Seguono poi Renew Europe (settantasei), Verdi (cinquantatré), Sinistra (quarantasei) e infine i Non Iscritti. Il nuovo eurogruppo è guidato da Jordan Bardella del Rassemblement National. Il partito di Marine Le Pen è quello con la compagine più numerosa, trenta eurodeputati, seguita da Fidesz di Orbàn con undici e la Lega di Matteo Salvini a otto. «I Patrioti per l’Europa rappresentano la speranza per le decine di milioni di cittadini delle nazioni europee che apprezzano la loro identità, la loro sovranità e la loro libertà. Come forze patriottiche, lavoreremo insieme per riprendere le nostre istituzioni e riorientare le politiche per servire le nostre nazioni e i nostri popoli», ha commentato Bardella in una nota.
Roberto Vannacci della Lega è stato scelto come uno dei tanti vicepresidenti del gruppo. Al lungo elenco si aggiungono Kinga Gal di Fidesz, Klara Dostalova (Ano, Repubblica Ceca), Sebastiaan Stoteler (Pvv, Paesi Bassi), Antonio Tanger Correa (Chega, Portogallo), Hermann Tertsch (Vox, Spagna) e Harald Vilimsky (Fpo, Austria). Il segretario d’aula Anders Vistisen (Partito Popolare Danese) e il tesoriere Gerolf Annemans (Vlaams Belang).
Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani (il cui partito Forza Italia fa parte del Ppe) questo eurogruppo sarà ininfluente. Numeri alla mano ha ragione. Per formare una maggioranza assoluta al Parlamento europeo, sono necessari almeno trecentosessantuno seggi su un totale di settecentoventi. Al momento la maggioranza formata da Popolari, socialisti e liberali di Renew Europe arriva a quattrocento seggi, ben sopra il numero richiesto.
Questa larga maggioranza non avrebbe bisogno dell’apporto dei Conservatori di Meloni per governare, ma potrebbe non bastare per ratificare la nomina della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Cinque anni fa von der Leyen riuscì per un pugno di voti a essere eletta a causa del voto contrario di molti eurodeputati del suo stesso eurogruppo. Essendo la votazione segreta, alla maggioranza europeista servirebbe aggiungere i settantotto eruodeputati guidati da Meloni per poter assicurare una nuova presidenza von der Leyen per i prossimi cinque anni.