Nell’ultimo fine settimana sono stati cancellati migliaia di voli. In tanti sono decollati con ore di ritardo e milioni di viaggiatori sono rimasti in attesa. È l’antipasto dell’estate del 2024, in un anno già nero per chi viaggia in aereo.
Il Corriere della sera racconta che in queste ore le compagnie aeree, le società di gestione aeroportuale, le aziende di handling e i controllori del traffico aereo si stanno mandando lettere di fuoco con accuse reciproche e minacce di contenziosi milionari. Perché milionarie saranno anche le richieste di rimborso e risarcimento per i viaggiatori.
Tra il 28 e il 30 giugno l’Europa ha registrato la metà dei voli cancellati in tutto il mondo, stando ai dati forniti dalla piattaforma specializzata FlightAware. Soltanto venerdì scorso i vettori europei hanno cancellato circa seicento voli e altri ottomila hanno registrato ritardi significativi.
Nella settimana 24-30 giugno, dice Eurocontrol, gli aerei hanno accumulato nei cieli del continente 1,9 milioni di minuti di ritardo, il 153 per cento in più dello stesso periodo di un anno fa e il centoventicinque per cento in più rispetto al 2019, con viaggi superiori a quelli del 2024.
Le principali cause? Il maltempo, che costringe i velivoli a percorsi alternativi e a creare traffico, ma anche la carenza di personale nelle compagnie, negli aeroporti e nelle torri di controllo.
Diversi addetti ai lavori consultati dal Corriere spiegano che in Europa gravano criticità che non saranno risolte presto. C’è chi punta il dito contro la «programmazione schizofrenica» delle compagnie che annunciano nuove rotte anche poche settimane prima dell’avvio, mentre un tempo si decideva con mesi di anticipo. Si parla di «turni al limite» dei lavoratori dei vettori, «gli equipaggi non sono sufficienti e al primo problema vanno fuori limite e devono chiamare le riserve o cancellare i voli».
C’è anche un problema degli aeroporti che, nella gara a riprendersi dopo la pandemia e a prendere quote di traffico dai rivali, si ritrovano con troppi movimenti da gestire e personale insufficiente che porta a tempi lunghi per lo sbarco, l’imbarco e la gestione dei bagagli.
Il conflitto russo-ucraino causa ulteriore «stress» al sistema avendo ridotto lo spazio utilizzabile. Questo aspetto, unito al boom dei viaggi nell’Europa centro-orientale, nei Balcani e in Grecia, porta a un ulteriore intasamento.