Andare a un concerto è una scelta sempre più precisa. Naturalmente non tanto per l’artista che si vuole vedere dal vivo – gusto personale, su questo non si discute – quanto per il luogo che accoglierà la sua esibizione. In Europa ce ne sono (almeno) cinque decisamente imperdibili. All’aperto, al chiuso, per la classica, per il rock, per l’elettronica, per il jazz. Luoghi storici o recentissimi, ma tutti costruiti pensando a come far suonare al meglio quello spazio.
Dai materiali utilizzati alla disposizione dei palchi, fino alle tecnologie più avanzate in fatto di suono. E di percezione, perché il live è un’esperienza prima di tutto personale, a misura di spettatore. Ecco perché, al di là dei mitici bagni di folla negli stadi, sono i luoghi più piccoli a regalare emozioni nuove. La prima ragione naturalmente è la più intuitiva: l’artista è vicino e il suo fare musica tocca direttamente vene e nervi del suo pubblico. E poi? Ecco dove andare per nuove esperienze di ascolto.
Dalhalla (Rättvik, Svezia)
L’indirizzo è in una ex cava di pietra calcarea a sette chilometri da Rättvik, piccola cittadina della Svezia centrale. In mezzo a un bosco, alla profondità di sessanta metri, si prende posto in questo anfiteatro naturale, un ovale dalle capacità acustiche sorprendenti e trasformato in teatro all’aperto già nel 1995, a cinque anni dalla chiusura della cava. La sua storia, come si legge sul sito, risale a trecentosessanta milioni di anni fa, quando un meteorite cadde in quell’area geografica, modificandola per sempre.
I lavori di scavo nella cava e i successivi studi sull’acustica ne hanno fatto un posto davvero magico, simile ai teatri greci e modellato secondo le misure auree, ma in tre dimensioni. Con quattromila posti a sedere e un piccolo specchio d’acqua su cui poggia il palco, è una delle location per i live all’aperto migliori d’Europa, sicuramente tra le più suggestive. Pop, jazz e opera sono in calendario da giugno a settembre, con qualche evento memorabile, a cominciare dalla celebrazione degli ottant’anni di Mikis Theodorakis.
Cavatina Hall (Bielsko-Biała, Polonia)
Un teatro per la musica dal vivo che realizza il sogno della perfezione. Tanto da essere descritto come il luogo che prima non c’era e aggiudicarsi il titolo di una delle migliori sale da concerto al mondo. Materiali e tecnologie d’avanguardia, infatti, regalano il migliore suono naturale possibile e una fruizione della musica ottima in qualunque punto della sala, oltre a un servizio di registrazione per i musicisti in uno studio altamente performante.
A Cavatina c’è tutto, c’è spazio per la musica classica, pop, jazz in una sala in legno che sembra l’interno di un pianoforte a coda, ospitata in un edificio multifunzionale, adibito ad uffici e per offrire offerte culturali diverse. La sala ospita mille persone.
The Reethaus (Berlino, Germania)
Un luogo decisamente particolare pensato per esperienze artistiche radicali, con un campus e uno spazio all’aperto a Berlino. La sua sala concerti è molto interessante a cominciare dall’impianto: il suono è a trecentosessanta gradi, regala quindi un effetto immersivo. Aperto nel 2023 questo luogo vorrebbe diventare il centro di esperienze olistiche, capaci di coinvolgere arti diverse, ma anche il benessere della persona e la ricerca spirituale. Gli interni della Reethaus sono stati progettati in collaborazione con Cédric Etienne, il cui concetto di Still Room mira a creare un “santuario del silenzio”, Nella sala interna, il sound system a trecentosessanta gradi è stato realizzato in collaborazione con il collettivo sonoro spaziale Monom, che regalano ai visitatori l’opportunità di sperimentare esperienze uditive uniche. Da provare, insieme a una visita al campus.
Tivoli Vredenburg (Utrecht, Paesi Bassi)
Il luogo della musica per eccellenza nei Paesi Bassi si trova a Utrecht. Quattro sale pensate per generi musicali diversi garantiscono una fruizione di alta qualità, con un hi fi design paragonabile a quella della Royal Albert Hall di Londra e al City Music Hall di New York. Pannelli fonoassorbenti e rivestimenti in legno rendono tutte le sale adatte al genere di musica per cui sono state realizzate (pop, rock, jazz, elettronica, classica, sinfonica e hip hop).
La capienza varia da duemila a duecento persone. Ma soprattutto, tutto ruota intorno al Tivoli: l’idea è di trascorrere del tempo nel tempio della musica, al ristorante o ascoltando le live gratuite all’ingresso, andando nelle due sale dedicate a jazz per incontri ravvicinati con gli artisti o nella sala ronda , regno del rock o nella sala grande, dove l’acustica perfetta fa il paio con un’architettura degna di attenzione, tra piccoli alci e posti a sedere in una sorta di carenza del suono.
Ronnie Scott’s (Londra, Inghilterra)
La storia della musica londinese passa da questo club, aperto nel 1959 a Soho grazie all’estro creativo e manageriale del musicista Ronnie Scott. Ci hanno suonato tutti i grandi jazzisti, incluso Jimi Hendrix che ha fatto la sua ultima esibizione pubblica proprio su questo palco nel 1970.
Da Nina Simone a Pharaoh Sanders, hanno varcato tutti la porta di questo indirizzo che si presenta come il classico jazz club: scuro, seducente e rumoroso, in qualche modo romantico. Sa di whisky, ma una birra andrà benissimo, purché abbiate prenotato: è molto difficile trovare posto (e il calendario solitamente molto ricco). Quanto all’acustica, sembra disegnata sulle note del jazz. Perfetto.