«Chi sa fare, sa capire». Questa è la massima su cui abbiamo riso a lungo guardando il film “Chiedimi se sono felice”, capolavoro assoluto dal genio di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Come viene sottolineato da Giovanni, non si tratta di un proverbio ma della vita che ci insegna che, solo dopo aver toccato le cose con mano e solo dopo aver fatto esperienza, si può davvero capire e padroneggiare la propria materia di studio.
Questo è assolutamente vero per Andrea Moser che, dopo aver lavorato nove anni al fianco di Franz Haas e aver diretto la cantina di Caldaro, ha avviato il suo progetto solista che lo vede impegnato nella veste di consulente presso numerose realtà vitivinicole italiane ma anche come produttore dei suoi Temporary wine. È anche il nostro consulente enologico, che ci accompagna quotidianamente alla scoperta del suo lavoro in vigna e in cantina sulle pagine di Gastronomika e sul nostro profilo Instagram.
L’enologo originario di Mezzocorona racconta che era da tempo che aveva in mente di fare qualcosa che spezzasse il classico e canonico processo con cui si fa il vino.
L’idea è quella di lavorare di volta in volta nei luoghi che più lo ispirano per produrre ogni anno vini unici, vere espressioni del territorio da cui provengono.
Si tratta quindi di vini senza rete di sicurezza, vini che ogni anno raccontano luoghi, territori, persone, vitigni e idee differenti.
«Flow per esempio», continua Moser, «è nato in Toscana da vigne di ottant’anni ed è stato vinificato in Alto Adige, vicino a casa mia».
Vengono definiti vini temporary, perché ne vengono prodotte pochissime bottiglie, caratterizzate però da un livello qualitativo molto alto e pensate per essere uniche e irripetibili. Flow è destinato a essere il primo di una lunga serie, è lo stesso Andrea a rivelare che i prossimi vini usciranno a ottobre. L’uso del plurale non è casuale, infatti si tratta di due etichette pensate per omaggiare una coppia di vitigni molto cari all’enologo, due prodotti molto diversi tra loro che in qualche modo parlano la stessa lingua.
L’altro progetto che lo vedrà impegnato questo autunno è la sua scuola di formazione, una serie di corsi dedicati ad approfondire temi legati all’enologia e alla comunicazione del vino.
L’obiettivo principale che ha ispirato la creazione di questo programma è la condivisione del sapere. Un sapere frutto non solo di studio, come dicevamo, ma di esperienza diretta, in grado quindi di offrire soluzioni concrete a chi si approccia a questo lavoro.
Le lezioni, però, non si rivolgono esclusivamente a professionisti del settore, ma anche agli appassionati che, ci spiega Moser, spesso si rivolgono a lui tramite i social per sapere quale sia il modo migliore di conservare il vino, come e dove comprarlo e soprattutto come non cadere nelle trappole tese dal marketing.
La scuola di AMProject, questo il nome della società di Andrea, non ha una sede fisica — per ora —e le lezioni avverranno in modalità telematica sulla piattaforma Zoom, per permettere a tutti di partecipare senza limiti geografici. La speranza è proprio quella di avere iscritti provenienti da zone diverse che possano dare il loro personale apporto al corso, offrendo la loro testimonianza e confrontandosi poi con gli altri partecipanti, creando così una vera e propria rete di appassionati di enologia.
Al termine di ogni lezione inoltre, ci racconta l’enologo, è previsto un momento di scambio in cui gli utenti potranno interagire per fare domande o dire la loro.
«Come ho detto, il primo obiettivo della scuola di AMProject è la condivisione del sapere a trecentosessanta gradi. Io racconterò la mia esperienza ma, allo stesso tempo, sarò ben contento di conoscere punti di vista diversi dai miei».
Gli argomenti trattati nei diversi corsi sono estremamente vari, a testimonianza di una poliedricità di cui l’enologo ha già dato prova in diverse occasioni; si passa da lezioni di enologia in piena regola a dissacranti discussioni sulla natura ambigua dei vini naturali.
«Il mio lavoro mi porta a girare l’Italia in lungo e in largo e a incontrare persone diverse ogni giorno. Penso in modo particolare ai giovani professionisti, ai giornalisti o ai tanti appassionati che mi seguono sui social. Ecco, i temi dei corsi nascono proprio da questi incontri, per rispondere a dubbi e fornire un punto di vista onesto, senza slogan e senza estremismi».
Una lezione dopo l’altra, gli iscritti potranno esplorare il mondo del vino a partire dalla cantina e capire come qualsiasi scelta enologica si traduca poi in una caratteristica chiaramente percepibile nel profilo aromatico del prodotto. Lo scopo è quello di tracciare un filo che unisca la lavorazione della materia prima e la comunicazione del prodotto finito.
Ed è proprio il corso sulla comunicazione a solleticare più curiosità nei follower di Andrea Moser: «Ho sempre pensato che per poter parlare di una cosa, prima la si dovesse conoscere. Forse è un’opinione fuori moda. Ci sono molti professionisti della comunicazione che fanno un ottimo lavoro ma non tutti sanno bene di che cosa parlano.
Non mi riferisco solo all’editoria, gli errori di comunicazione talvolta partono dalle stesse aziende. Alcune realtà, tramite la comunicazione del prodotto, conferiscono valore alle loro denominazioni e all’intera filiera, altre meno. Penso che sia doveroso fare un po’ d’ordine e dare visibilità a chi ne sa davvero di vino e soprattutto a chi dice la verità», questo il commento schietto dell’enologo, che, come suo solito, ama andare dritto al punto.
La Scuola di AMProject aprirà le porte venerdì 8 novembre con il primo appuntamento dedicato alle tecniche di vinificazione dei vini bianchi, per poi proseguire fino agli ultimi giorni di Avvento. Il programma completo e i dettagli delle singole lezioni sono visionabili alla pagina dedicata sul sito web di Andrea. E per gli iscritti al Club di Gastronomika, il nostro gruppo di fedeli sostenitori, sarà possibile frequentarle con un 30% di sconto: quale occasione migliore per imparare e confrontarsi?