Che street food consigli a Bangkok? Qual è il ristorante migliore di cucina tipica? E il fine dining che merita di più? Ha la stella, vero? Dopo essere stati assaliti dalle domande (scontate) di chi viaggia e non vuole perdersi nulla dal punto di vista gastronomico, questa volta la provocazione è diversa. Se i migliori indirizzi di Bangkok non fossero necessariamente posti in cui mangiare? Sareste altrettanto curiosi nel sapere che alcuni dei progetti imprenditoriali più interessanti, fondati da giovani intraprendenti, interessano la miscelazione? Speakeasy piuttosto che nuovi laboratori di caffè e design? Senza contare che da un punto di vista imprenditoriale, quasi tutti gli chef di un certo livello hanno all’attivo più attività compresa una realtà beverage. Così, proprio perché dal nostro punto di vista cerchiamo di raccontare idee, persone, visioni, punti di vista e non necessariamente il solamente buono o l’esclusivamente bello, eccovi la selezione dei cocktail bar più interessanti della scena attuale thailandese.
Vesper Bar
Choti & Debby sono una coppia strepitosa. Appassionati del modello europeo di un cocktail bar non troppo grande, con un bancone dominante sulla sala e una frequentazione trasversale nella tipologia di clientela e nel gusto, Vesper è oggi al tredicesimo posto della classifica Asia 50Best Bars. L’atmosfera ricorda quella di un American bar che potremmo facilmente ritrovare a Parigi, Londra, Milano, con un accesso su strada che attira la clientela dal primo pomeriggio fino a tarda serata. La cocktail list ha un buon mix di ricette classiche e proposte contemporanee, arricchite anche da un ricco calendario di guest internazionali con bartender da tutto il mondo.
BKK Social Club
In uno degli hotel migliori al mondo non poteva certo mancare un bancone dove potersi bere un buon Martini. Il BKK Social nasce quindi come lounge and cocktail bar del Four Seasons Hotel Chao Phraya River. Un luogo imponente in tutto: dimensioni, decoro, coperti, bottigliera, spazi. La scelta cocktail è molto ampia, pensata per essere di supporto a chi sceglie BKK per una light o late dinner, per chi vuole ritrovarsi con amici e ascoltare musica in un ambiente di grande atmosfera, moderno e giovanile. È perfetto per un drink preparatorio alla cena – vi consigliamo di dare un occhio alle proposte sparkling o Champagne Cocktail dove oltre ad avere ottime combinazioni di ingredienti le presentazioni sono piuttosto scenografiche. A fine serata, dopo aver fatto due passi lungo il fiume, potete farvi una sosta per un distillato o un drink della buonanotte.
Bar Us (e Lime)
Non è al piano strada, non è al mezzanino, e non è nemmeno a un primo piano classico. Bar Us è un indirizzo più giapponese che thai, con luci scure e soffuse, volutamente nascosto e dall’aspetto più simile a un laboratorio di ricerca. Salite pochi gradini di un palazzo apparentemente anonimo, per ritrovarvi sulla sinistra una tenda spessa e scura che segna l’ingresso nel ventunesimo miglior cocktail bar dell’Asia. Chi tra di voi è un po’ appassionato si ricorderà probabilmente del progetto di Messenger Service Bar, di cui qui abbiamo gli stessi fondatori. Amanti della ristorazione e quindi di quei menu che prevendono strette connessioni con il mondo gastronomico e allo stesso tempo concepiscono l’esperienza del drink al pari di un percorso degustazione. Anche in questo caso quindi abbiamo starters, mains, afters e chiaramente dei percorsi guidati. Gli ingredienti spaziano dai vegetali ai formaggi, dalle erbe alle spezie, al pesce, alla carne. Non ci sono reali confini creativi se non quelli dettati da uno stile che, come vuole il contemporaneo, tende a presentare i drink sempre in modo minimal e pressoché ungarnished (senza decorazioni). Un indirizzo da non perdere e dove – tra gli altri plus – tenere Shazam alla mano per registrare ogni musica proposta.
Se accedendo all’edificio anziché andare a sinistra scegliete la porta di destra, entrerete da Lime, il nuovo modern tiki bar dello stesso gruppo e inaugurato da pochissimi mesi.
4thWall
Fratello minore dell’ormai storico Vesper (aperto nel 2014 e in qualche modo locale apripista in città per la miscelazione), 4th Wall è il nuovissimo indirizzo dei Choti e Debby Leenutaphonh, in Langsuan road. Una zona nuova e ancora in fase di sviluppo per la città, dove anziché essere su strada si è scelto di essere ospitati all’interno di un design hotel dall’identità ancora in fase di rodaggio. Il nome trae ispirazione dal concetto teatrale del quarto muro o muro immaginario che in qualche modo separa lo spettatore dal palcoscenico. Qui, ancora più che da Vesper, la relazione con il cliente è cercata, voluta, creata grazie all’interazione tra bartender, personale di sala e cliente. L’atmosfera richiama le ambientazioni cinematografiche anni Sessanta, con un mobilio a tema perfettamente riuscito e una grandissima atmosfera musicale, cromatica e di design. Anche qui si beve molto bene, con maggiore tensione verso ricette contemporanee e moderne, più sperimentazione, più giochi di consistenze, un glassware innovativo e uno storytelling estremamente curato.
Nuss Bar
Si è detto che molti chef thailandesi amano lanciarsi in progetti diversi dalla pura ristorazione, testando il mondo dei bar o dei formai ibridi che prevedono una proposta beverage diversa dalla tradizione. All’interno di Nusara, il fine dining di tradizione firmato Thitid Tassanakajohn aka Chef Tonn, non poteva mancare anche un cocktail bar. Questo indirizzo, creato da Tonn e suo fratello Tam in onore dell’omonima nonna – è stato concepito sin dall’inizio con un angolo bar. Questo perché l’esperienza stessa di degustazione di ogni commensale parte da qui, con un cocktail di benvenuto e il racconto della storia della famiglia e di questa incredibile donna. Allo stesso tempo, al termine della cena per chi vuole c’è la possibilità di sedersi al banco farsi consigliare dal sorridente team del bar una bevuta conclusiva. Il locale è molto intimo, pochi coperti tra tavolini e bancone e un pantone dominante rosso fuoco che ricorda la grande Cina.
Dry Wave Cocktail Studio
Supawit Muttarattana ha iniziato a lavorare nel mondo dell’ospitalità, della ristorazione e successivamente in quello della consulenza beverage ormai vent’anni fa, diventando in questo modo uno dei volti più significativi della scena locale. Dry Wave Cocktail Studio è la sua nuova creatura, costruita quasi come una casa sull’albero all’interno del complesso di negozi e boutique di Thonglor 13, nel quartiere di Wattana. I colori predominanti sono il terracotta, il marrone, l’arancione, così da creare un’atmosfera da cocktail bar nel deserto, appartato e riservato. Il bancone, in marmo, ha un prolungamento che accoglie i clienti sullo stesso piano, così come delle sedute frontali più tradizionali e una serie di divanetti e angoli estremamente intimi. La proposta è pensata per alternare a un grande classico della miscelazione – spesso scovato tra gli archivi più remoti – un twist contemporaneo dello stesso drink. Dall’aperitivo fino a tarda sera, si beve in compagnia di una proposta musicale che spazia dall’hip pop alla lounge e qualche accenno di disco.
Mahaniyom Cocktail Bar
Dal due volte campione nazionale di World Class Ronnaporn (Neung) Kanivichaporn e dal suo socio Chennarong “Janz” Bhumichitr, non poteva che nascere un luogo eclettico e dirompente, dedicato alla miscelazione. Dopo FIND THE LOCKER ROOM, uno speakeasy che letteralmente si nasconde dietro una finta parete di armadietti, è il turno di Mahaniyom. Oggi posizionato al diciannovesimo posto tra i migliori cocktail bar dell’Asia, il bar ha aperto nel 2022 ed è ancora oggi uno degli spot più chiacchierati nell’ambiente. La filosofia celata dietro alla cocktail list racconta una serie di ricette capaci di abbracciare tutte le parti dell’ingrediente scelto. Fiori, foglie, frutta, radici, succhi, carne, pesce sono mescolati con rigore e grande estetica per una proposta articolata in dodici drink, ognuno chiamato come il suo elemento principale. Lo spazio è arredato con grandi neon luminosi, molto legno, grandi cuscini, colori accesi e un potente impianto audio così da creare una vibe underground e sofisticata. Il locale si trova al primo piano di un ristorante che serve cucina tipica del Nord dell’isola, e con questa realtà condividono alcuni ingredienti e proposte come le chips di papaya, il grilled pork accompagnato da sticky rice e altri snack di accompagnamento al drink.
Opium Bar
Al quarto e quinto piano della palazzina ospitante Potong, il ristorante una stella Michelin guidato dalla giovane chef Pam, si trova Opium. L’italiano Matteo Cadeddu è oste, bar manager, intrattenitore e sa più di ogni altro come poter coccolare i clienti gli avventori esterni e tutti i curiosi che dopo una grande cena vogliono sperimentare anche la proposta cocktail. Siamo nel cuore di Chiantown, in un palazzo con oltre cento anni di storia e dalla cui terrazza si può ammirare tutta la città illuminata. Sembra di essere a NYC, ma il fascino e l’atmosfera sono quelli delicati ed eleganti dei popoli dell’Asia. Il nome deriva proprio dall’utilizzo di questi spazi nell’antichità, qui infatti si usava conservare e fumare l’oppio portando la mente e lo spirito in dimensioni parallele alla realtà. Con lo stesso spirito, la filosofia di Opium è quella di trasportare il cliente verso una «realtà surreale» ricreata grazie a una cocktail list che omaggia gli artigiani locali (nelle tazze, nei bicchieri utilizzati e in alcune parti di strumentazione) e si rifornisce dalla strepitosa abbondanza di ingredienti del posto. I viaggi compiuto dallo staff sono ogni stagione un’occasione di stimolo e di ricerca, che a seconda degli anni viene incanalata in nuovi esperimenti e differenti ricette.
Bar Sathorn
Nel complesso del W Hotel di Bangkok è ancora possibile godere degli spazi della palazzina un tempo residenza di Luang Sathorn Rajayukta, un imprenditore cinese benestante particolarmente legato al re Rama V. L’eredita del Bar Sathorn risale quindi al lontano 1889 ed è solo nel 1923 che la villa venne trasformata in Hotel Royal da una nobile Signora italiana, Adele Staro. Per qualche anno venne considerato l’hotel più lussuoso della città per essere poi venduto a terzi. Successivamente, ospitò l’Ambasciata Russa tra il 1948 e il 1999, vivendo periodi anche particolarmente difficili a livello internazionale, compresa la Guerra Fredda. Oggi Bar Sathorn è una venue eclettica ed esclusiva, comprendente un ristorante, Paji, spazi business, sale riunioni e sale di incontri e socialità. Il cocktail bar, luogo di ritrovo per eccellenza aperto anche al pubblico esterno all’hotel, è il regno di Marco Dognini, di nuovo, un professionista assoluto, italiano, alla guida di uno degli indirizzi più richiesti per il buon bere in capitale.
Image courtesy Chiara Buzzi per Linkiesta Gastronomika + Cover image Four Seasons Chao Phraya River Bangkok