Dopo la battaglia per difendere il corpo delle donne, ora dovremmo proteggere anche quello dei giovani adulti dai balilla piemontesi che organizzano il Festival dei GiovaniAdulti “Il Corpo del Mondo”, a Torino dal 25 al 27 settembre. Promosso dall’associazione Fiore di Ciliegi e con il patrocinio dell’assessorato regionale alle Politiche Sociali guidato dal fratello d’Italia Maurizio Marrone, già al centro di polemiche per il suo sostegno ai separatisti russi del Donbas dal 2016 (qui trovate tutta la vicenda raccontata da Linkiesta).
«In un mondo che tende a smaterializzarsi, GiovaniAdulti – Il corpo del mondo punta a restituire spazio e significato alla dimensione concreta dell’esperienza umana». Viene presentato così il Festival sul sito dedicato che vorrebbe (ri)educare i giovani adulti a capire il mondo attraverso la lotta dei corpi. Basta scorrere il programma per capire che la situazione è grave, chissà se anche seria per parafrasare Ennio Flaiano.
I laboratori sono dedicati alle arti marziali di autodifesa e alla scuola di armi medievali. Gli incontri ispirati alla retorica nazionalista vanno dalla “Guerra spiegata ai ragazzi” con Renato Daretti presidente di Anie, l’Associazione Nazionale Incursori dell’Esercito, a quello dall’infelice nonché misogino titolo “Maschi contro femmine”, fino alla “Scuola di cavalleria” e ad “Anima e corpo” con Don Ambrogio Mazzai: il prete veronese tiktoker, secondo il quale il ddl Zan priva le persone della libertà di esprimersi (memorabile il suo commento sulla masturbazione «che porta a una condizione di dipendenza, simile ad alcune sostanze stupefacenti»).
Non possono mancare gli eroi, perché siamo un paese sventurato e ne abbiamo bisogno. E infatti si parlerà del “Corpo degli eroi”, mentre Dino Giarrusso, Fabio Dragoni, Gian Micalessin spiegheranno cos’è “il Corpo della nazione”: tema di grande respiro che sarà affrontato anche da Maurizio Belpietro, Francesco Giubilei e Francesco Borgonovo (vicedirettore de La Verità e direttore artistico di un festival che però assomiglia più a un corso di formazione e addestramento per aspiranti patrioti), mentre “il Corpo della musica” verrà affidato a Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra finita suo malgrado dentro la sgangherata battaglia fra Maria Rosaria Boccia e l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con l’accusa di presunti conflitti d’interesse.
Insomma, le migliori menti della generazione sovranista si riuniranno alla periferia di Torino, all’interno della Cascina Giajone, e si mescoleranno con autori, giornalisti e attrici come Ippolita Baldini, volto celebre di Zelig, la Dodi di “Benvenuti al Nord” che ha portato sul palco la sua fede religiosa e farà un monologo sul corpo della Santa (Chiara).
Reazioni? Dura quella di Nadia Conticelli, consigliera regionale del Pd: «Il Festival Giovani Adulti, ben lungi dall’essere un confronto e un approfondimento rispetto alle politiche giovanili e alle politiche attive sui territori socialmente ed economicamente più fragili, è una carrellata di titoli che rimandano, immagino volutamente, alla distorsione propagandistica del mens sana in corpore sano dei regimi, come quello fascista (il discobolo nel logo è significativo a questo proposito)», ha dichiarato mentre la capogruppo Gianna Pentenero, a nome di tutto il gruppo consiliare Pd a Palazzo Lascaris, presenterà un’interrogazione.
«Per il secondo anno di fila, l’assessorato alle Politiche sociali dà un sostegno economico e il patrocinio della Regione a Fiori di Ciliegio per un festival, ’GiovaniAdulti’, che si maschera dietro la locuzione “animare i quartieri”, ma è a tutti gli effetti la festa della destra neofascista. Sangue, nostalgia e tempeste d’acciaio non possono stare in un festival rivolto alle scuole e pagato con i soldi delle nostre tasse», hanno commentato Marco Grimaldi e Alice Ravinale di Alleanza Verdi e Sinistra.
«Quest’anno, il programma si concentra sul tema del corpo – ha spiegato il direttore artistico Francesco Borgonovo – Sui corpi si dà battaglia, dei corpi si discute nei talk show e sui giornali, sui corpi si misurano le grandi sfide della politica che non a caso diviene biopolitica. Giusto confrontarsi allora con ragazze e ragazzi che il corpo iniziano a viverlo e a scoprirlo, a muoverlo e a educarlo. Con loro affronteremo un allenamento valido per il corpo e per la mente, cercando di trovare – in un mondo che si smaterializza nell’artificialità delle reti e delle piattaforme – uno spazio per la carne, il sangue e ovviamente l’anima».
Ci saranno le scuole (dodici istituti scolastici e duemilacinquecento studenti), i fumetti di un’illustratrice giapponese, una consulta per persone in difficoltà e un dj set, ma forse urge difendere il corpo dei giovani adulti dalle mani della destra. «Manca solo il generale Vannacci per tirare le conclusioni», commenta caustico l’ex vicepresidente del consiglio regionale del Pd, Roberto Placido. Insomma è difficile da spiegare, è difficile capire se non hai capito già, come cantava Guccini, perché l’assessore amico dei separatisti del Donbas ha chiamato il festival un ring.