A gonfie vele La leadership dell’Italia nel settore nautico mondiale

Un’analisi del gruppo Sace conferma che la filiera italiana continua a essere un’eccellenza che coniuga tradizione artigianale, capacità innovativa e importanza internazionale. La transizione green e l’adozione di tecnologie sostenibili sono rappresentano delle sfide che garantiranno al Paese una posizione di primo piano nel panorama globale

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Il settore della nautica in Italia è in piena espansione, con circa millecinquecento imprese attive, di cui il trenta per cento è costituito da piccole e medie imprese, e oltre tremiladuecento dipendenti. L’Italia possiede il diciassette per cento delle imprese del settore presenti all’interno dell’Unione europea. Questo le ha permesso di raddoppiare i guadagni nel giro di dieci anni, raggiungendo i tredici miliardi di euro nel 2023 e prevedendo una crescita fino a sedici miliardi entro il 2030. Questo conferisce all’Italia un primato europeo, contribuendo per oltre un quinto del fatturato complessivo del settore a livello continentale. I dati emergono dall’analisi del gruppo Sace “Il nautico va a gonfie vele e punta sempre di più alla sostenibilità”, condotta da Andrea De Meo e Cecilia Guagnini.

Negli ultimi anni, lItalia ha consolidato una posizione di rilievo nell’export nautico, superando i nove miliardi di euro nel 2023, con una crescita media annua del quattordici per cento. In particolare, il paese detiene una quota del ventitré per cento del commercio globale per le imbarcazioni da diporto e del trentaquattro per cento per le navi da crociera, posizionandosi come leader mondiale in questi settori, subito dopo Cina e Corea del Sud, specializzate nella nautica commerciale.

Geograficamente, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Toscana e Marche rappresentano l’ottanta per cento dellexport nautico italiano, ospitando cantieri navali di rilevanza mondiale, come a Genova, La Spezia e Viareggio. Il settore è caratterizzato da una filiera complessa e artigianale, con imprese specializzate nella componentistica, finiture di pregio e materiali innovativi.

Il settore ha dimostrato una notevole resilienza anche durante la pandemia. Durante l’emergenza sanitaria, si è accelerato l’ammodernamento delle navi da crociera, in risposta alla necessità di dismettere le navi meno efficienti per ridurre i costi operativi. Dopo quattro anni di calo, la produzione sta nuovamente aumentando. Nel 2023, i mezzi hanno superato i quattro miliardi di euro, con un incremento annuo del diciannove per cento. Attualmente, sono cinquantacinque le navi in costruzione, di cui venticinque saranno realizzate in Italia, generando un giro d’affari di oltre diciassette miliardi di euro.

In crescita anche la domanda di imbarcazioni per piccoli gruppi. Le esportazioni di questi mezzi hanno raggiunto i quattro miliardi di euro nel 2023, con una crescita del sedici per cento. Per il 2024, si prevede un aumento dell’ottantatré per cento per i superyacht, con seicento commissionati in Italia rispetto ai centotrentadue in Turchia, principale concorrente.

Uno dei nodi principali di questo settore riguarda la sfida della sostenibilità. L’Italia sta investendo in fonti di propulsione come il Gnl (Gas naturale liquefatto), il metanolo e le celle a combustibile, e in tecnologie sostenibili come il cold ironing, i sistemi di desalinizzazione, il trattamento dei gas di scarico e lo sviluppo di scafi a bassa frizione. Il cold ironing, ad esempio, permette alle navi ormeggiate di spegnere i motori e utilizzare l’energia elettrica fornita dalla banchina, riducendo le emissioni del novantotto per cento. 

In quest’ottica l’intelligenza artificiale sta giocando un ruolo chiave nell’ottimizzazione delle rotte, tenendo conto delle condizioni meteorologiche e delle correnti marine, in modo da ridurre al minimo consumi ed emissioni, ma anche tempi e costi. 

E il processo di decarbonizzazione, guidato dalle normative europee e internazionali, sta spingendo il settore verso un cammino sempre più green. Oltre il cinquanta per cento delle navi in costruzione userà il Gnl come combustibile. Altre imbarcazioni useranno il metanolo, che rimane un’alternativa migliore rispetto ai carburanti tradizionali. Celle a combustione ed energia solare, invece, stanno trovando un loro spazio anche nel settore della nautica da diporto. 

E il settore italiano sta lavorando anche per rendere più sostenibile il trattamento dei rifiuti e per generare dalle biomasse a bordo delle navi. Un esempio di innovazione è rappresentato dalla flotta ibrida di Liberty Lines, che naviga in modalità elettrica quando si trova vicino delle coste, riducendo ulteriormente l’impatto ambientale.

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