Grande fratelloRobert Fico ha usato il metodo Orbán per limitare l’indipendenza dei media in Slovacchia

Marína Urbániková, ricercatrice dell’Università Masaryk di Brno, spiega a Linkiesta come il premier slovacco ha rapidamente dissolto l’emittente pubblica esistente, Rtvs, creando un nuovo ente chiamato Stvr con lo stesso mandato e funzioni: «L’hanno approvata a fine giugno, molto in fretta, senza nemmeno preparare un nuovo logo»

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Il governo populista di Robert Fico oggi al potere in Slovacchia è stato nominato a fine ottobre 2023. In meno di un anno è riuscito a orbanizzare quasi completamente la sfera pubblica della piccola repubblica centro-europea, occupando i media statali e attaccando quelli privati.  Come è successo? Ne abbiamo parlato con Marína Urbániková, ricercatrice dell’Università Masaryk di Brno e referente del Media Pluralism Monitor per la Slovacchia. «Già da prima di vincere le elezioni, Fico e i suoi alleati accusavano la dirigenza di Rtvs [la televisione e la radio pubblica slovacca, ndr] di essere contro di loro e hanno sempre detto apertamente che avrebbero cercato di rimuovere il direttore generale di Rtvs. Quindi, appena eletti, il ministero della Cultura [guidato da Martina Šimkovičová, nota cospirazionista filorussa, ndr] ha proposto una legge per dissolvere Rtvs e sostituirla con un nuovo ente, Stvr, con identico mandato e identiche funzioni. L’hanno approvata a fine giugno, molto in fretta, senza nemmeno preparare un nuovo logo».  

Perché dissolvere il servizio pubblico e crearne un altro identico? 
In questo modo il governo può nominare un nuovo direttivo, e quindi un nuovo direttore generale. La nuova legge, però, ha introdotto anche nuovi criteri per le nomine della neonata STVR. Adesso, dei nove membri del direttivo, quattro sono nominati direttamente dal ministero della Cultura e cinque dal parlamento, dove la coalizione di governo ha la maggioranza. Quindi, di fatto, l’intero direttivo è subordinato all’esecutivo. Anche se non è ancora stato nominato un nuovo direttore, alcuni giornalisti hanno già parlato di un clima di pressioni e crescente auto-censura dentro Stvr. 

Oltre a occupare il servizio pubblico, quali altre mosse ha fatto il governo Fico per limitare la libertà di stampa in Slovacchia?
Poco dopo le elezioni Fico ha accusato direttamente i pochi media indipendenti del paese di essere ostili al suo partito e nemici del popolo. I membri della sua coalizione, inoltre, continuano a rifiutarsi di rispondere alle domande di questi giornali e a boicottarli in ogni modo, per esempio non partecipando alle loro trasmissioni. Le pressioni più gravi hanno riguardato TV Markíza, la principale emittente privata in Slovacchia. Markíza è di proprietà del gruppo ceco Ppf, che ha vari accordi commerciali con lo stato e opera in settori dove servono buoni rapporti con le istituzioni, come i trasporti o le telecomunicazioni. Poco dopo le elezioni, un caporedattore ha lasciato Markíza, seguito da alcuni colleghi a stretto giro. I giornalisti rimasti a Markíza hanno raccontato pubblicamente che la nuova dirigenza ha chiesto una linea più morbida sul governo, dicendo che d’ora in poi Markíza avrebbe dovuto diventare una televisione più per famiglie, con meno politica. Anche io ho potuto notare come lo stile di Markíza sia cambiato, sia diventato più accomodante con il governo. Al momento non lo si può dimostrare, ma è probabile che dietro questo cambio di approccio ci siano le pressioni del governo. Inoltre, lo scorso giugno Michal Kovačič, il moderatore del più importante talk show in Slovacchia, in onda da tanti anni su TV Markíza, si è rivolto al pubblico direttamente, alla fine della puntata. Ha denunciato l’orbanizzazione dei media slovacchi, elencando le pressioni subite da lui e dai suoi colleghi. Poco dopo è stato licenziato, nonostante fosse il capo del sindacato dei giornalisti interno a Markíza e la legge slovacca non permetta il licenziamento dei leader sindacali senza l’accordo del sindacato. 

Esistono ancora talk show indipendenti in Slovacchia? 
Oltre a Kovačič, di recente hanno lasciato anche i moderatori degli altri due talk show più seguiti, che andavano in onda, rispettivamente, su Tv Joj e Ta3. Prima dell’arrivo di Fico sulla televisione slovacca andavano in onda quattro dibattiti politici (Rtvs, Markíza, Tv Joj e Ta3): ora non è rimasto nemmeno uno che si possa definire critico. 

Tutto questo in meno di un anno. Com’è potuto accadere così in fretta?
Il governo sa che deve fare presto. Se vuoi approvare misure controverse, meglio farlo prima possibile, a inizio mandato. Ma, soprattutto, Fico è tornato al potere [dopo aver governato dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018, ndr] molto arrabbiato, assetato di vendetta. E Fico è un politico molto abile. È al quarto mandato e probabilmente rimpiange di non aver usato la mano pesante coi media già durante i mandati precedenti. Inoltre, sa bene come si sono mossi Orbán in Ungheria e il PiS in Polonia per smantellare la libertà di stampa. Quindi era chiaro che lui e i suoi avessero già un piano prima delle elezioni: ora lo stanno eseguendo. L’attentato che Fico ha subito a maggio da uno squilibrato ha accelerato questo processo. 

Come hanno reagito i giornalisti e i media indipendenti alle varie mosse del governo? 
Gli altri tre giornali indipendenti oltre a Markíza sono Denník Sme, Denník N e Aktuality.sk [il sito più consultato del paese, ndr]. Hanno modelli di business diversi, ma tutti loro dipendono poco dai soldi pubblici e sono quindi meno vulnerabili alle pressioni del governo. I giornalisti, poi, si sono mobilitati. Hanno formato sindacati, indetto proteste, lanciato petizioni e pubblicato lettere aperte. C’è stata molta solidarietà tra le varie testate. Alcuni giornalisti licenziati da Rtvs e da Markíza dopo il cambio di linea, infine, hanno lanciato dei propri progetti personali. Lo stesso Kovacic, per esempio, ha aperto una tv online assieme a due colleghi, finanziata tramite crowdfunding

E le autorità Ue come hanno reagito?
Věra Jourová [Commissaria europea per i valori e la trasparenza, ndr] ha inviato una lettera al ministero della Cultura per chiedere spiegazioni sulla procedura di nomina del nuovo direttivo di Stvr. Secondo lo European Media Freedom Act, la selezione degli organi direttivi del servizio pubblico dovrebbe avvenire in modo non discriminatorio e trasparente. Dubito che quanto fatto dal governo Fico rispetti questi criteri. 

 

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