Amarsi a Parigi Annaëlle e Stefano, il catering giovane e transnazionale che funziona

La coppia trentenne italo-francese scardina le logiche e i preconcetti dell’enogastronomia a domicilio nella capitale d’Oltralpe

@Amarsi, buffet Sephora

Lei si chiama Annaëlle, ha 28 anni ed è parigina. Lui si chiama Stefano, ha 30 anni ed è bolognese. Si incontrano in Québec qualche anno fa nell’àmbito di un programma di scambio studentesco. Si innamorano. Fin qui nulla di strano né di particolarmente originale.

Stefano ha in tasca una laurea in ingegneria gestionale, Annaëlle sta finendo gli studi nel settore della moda. Poi lei si allontana dal mondo delle passerelle e dei photo-shooting e porta a casa un master di gestione d’impresa. Stefano decide di lasciare Bologna e di trasferirsi nella capitale francese; inizia a lavorare nel tech.

Ben presto però la passione per l’Italia, per i suoi paesaggi, per la sua gente, per i suoi aromi e sapori travolge la coppia. Così, passo dopo passo, ma rapidamente, i giovani innamorati iniziano a dar corpo a un’idea: un catering cento per cento italiano per fare scoprire ai parigini il gusto del Belpaese.

La strada è in salita. A Parigi non mancano di certo ristoranti, gastronomie e alimentari italiani. La concorrenza è agguerrita, in vari casi con una potenza di fuoco molto superiore. Annaëlle e Stefano non si spaventano né si fanno scoraggiare. Con qualche centinaio di euro a testa aprono la società e fanno i loro primi ordini: solo prodotti nostrani reperiti direttamente all’origine, in piccoli quantitativi, per preservare la freschezza.

Annaelle e Stefano

Agli esordi, i mezzi sono ridottissimi: il piccolo appartamento del XIX arrondissement è stracolmo di cartoni pieni di confezioni di conserve di verdure, di bottiglie di vino, di prelibatezze dolciarie. Tutte le operazioni di stoccaggio avvengono a mano: «Quattro piani di scale per portare su e giù gli scatoloni di leccornie italiane, più volte a settimana. Un lavoro assai fisico» ricorda Stefano. E poi le difficoltà di logistica: «Non sempre organizzare una spedizione dalla Puglia o dalla Sicilia – assicura Annaëlle – è cosa agevole. A volte mancano i corrieri, le tempistiche sono incerte, le resistenze inspiegabili». Capita addirittura che i fornitori italiani della capitale francese, con cui la coppia inizia a collaborare, oppongano una certa passività alle loro richieste di aumentare i quantitativi.

Presto però, a furia di social – in mano a Annaëlle –, di un incessante lavoro di ricerca clienti – in mano a Stefano –, e di un virtuoso passaparola, l’impresa si fa conoscere e mette radici. Le richieste si fanno più frequenti e cospicue. Serve un laboratorio per preparare buffet, box, vassoi ad hoc. «Per fortuna – racconta Stefano – abbiamo potuto usufruire di spazi di coworking accessibili e vicini a casa. Bisogna ammettere che da questo punto di vista Parigi ci ha davvero aiutati!».

Buffet Fifa @Amarsi

È così che ha preso forma l’impresa di Annaëlle e Stefano. Una realtà giovane, dinamica, coraggiosa, appassionata, che si è scelta un nome senza equivoci: Amarsi. Naturalmente l’amore è quello che unisce la coppia; ma è anche l’amore per la buona cucina, le materie prime scelte da piccoli produttori indipendenti, approvvigionamenti diretti in giro per la Penisola, artigiani visitati di persona ogni anno per testare, assaggiare, conoscere, tessere relazioni, valutare, selezionare…

Oggi Amarsi dà lavoro e reddito non solo ai suoi fondatori, ma si è ampliata con altri soci (a iniziare da Riccardo, incaricato dell’organizzazione eventi ed ex sommelier). Ha finalmente un proprio laboratorio e un magazzino adeguato. «Nonostante le interminabili giornate di lavoro – ammette Annaëlle –, e per quanto il nostro lavoro ci piaccia da morire, le forze e il tempo non bastano più. Finora abbiamo confezionato buffet per afterwork, cocktail e grandi servizi catering praticamente da soli, facendo ricorso a qualche extra per i servizi. Ma quando ti arrivano richieste di rinfreschi per trecento persone bisogna strutturarsi di più…». Tra i clienti della ditta ci sono grossi gruppi della moda, del mondo del lusso, della cosmetica, dell’imprenditoria francesi e italiane. Allora Amarsi sta assumendo personale.

Buffet LVMH @Amarsi

L’obiettivo resta lo stesso degli inizi: un circolo virtuoso per far conoscere l’autenticità del gusto «di prodotti realizzati in Italia e trasformati il meno possibile qui a Parigi» assicura Stefano. «Perché fare meno bene qui cose che possono essere fatte a regola d’arte in Calabria o in Romagna?». Ma non solo: rispettare la stagionalità, cercare soluzioni pratiche e logistiche per minimizzare gli impatti ambientali, ridurre gli sprechi (ad esempio con la doggy bag), valorizzare l’economia locale, sociale, solidale e cooperativistica in Italia.

Annaëlle e Stefano sono una bella storia. La storia di due Paesi che si prendono per mano e che fanno dialogare le culture. La storia del coraggio di due attori del ventunesimo secolo. La storia di un luogo che accoglie. La storia dell’intraprendenza e della fantasia che diventano lavoro qualificato. Una storia e un esempio.

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