Domenica 8 settembre 2024, sull’inserto culturale del quotidiano economico Il Sole 24 Ore, il professor Claudio Giunta, insegnante di letteratura italiana all’Università di Trento, osservava che, in ambito nazionale, negli ultimi anni si sono posti in luce vari autori con opere ascrivibili al genere comico o umoristico, «ma in Italia, dove la letteratura è sempre stata una cosa terribilmente seria, questo modo o registro comico-umoristico ha avuto meno fortuna o, che è lo stesso, è stato guardato con una certa sufficienza dai lettori professionali».
Poiché anche la produzione enologica è spesso ammantata da un’eccessiva aura di solennità, una non piccola platea di bevitori professionali, che si prendono troppo sul serio, fa ricadere sui vini più gioiosi un pregiudizio analogo a quello destinato alla letteratura umoristica.
Tuttavia, essi stessi non sfuggono alla legge inesorabile del contrappasso, la quale fa sì che il dare sfoggio di ostentata sicumera non desti la pretesa ammirazione, bensì una generale ilarità.
Al contrario, i bevitori sorridenti sanno che i vini giocherelloni possiedono il medesimo, straordinario potere di un’azzeccata battuta di spirito, in grado di smorzare ogni tensione. È proprio una gran cosa, saper mettere addosso il buonumore.
Vino consigliato
Côtes de Gascogne “N°4” Gros & Petit Manseng, Domaine Uby
Un vino bianco del Sud del Francia. È dolcino, leggero, poco alcolico e fa straripare l’allegria. Astenersi bevitori arcigni di vini sontuosi.