AltalenaLa storia di Glen Scotia e Loch Lomond

Come due distillerie, molto diverse, si sono trovate riunite dalla stessa proprietà, tra passaggi di mano e fasi storiche del mondo dello Scotch Whisky

Veduta della distilleria Glen Scotia (credits Glenscotia.com)
Veduta della distilleria Glen Scotia (credits Glenscotia.com)

Nel mondo del whisky scozzese la storia delle distillerie è spesso caratterizzata da un susseguirsi di aperture e chiusure, acquisizioni e passaggi di proprietà, cambi di stile, assetto produttivo e immagine. Il motivo riguarda per lo più l’alternarsi di fasi storiche, tempi di crisi o di prosperità, che hanno reso indispensabili scelte diverse, a seconda delle necessità di mercato che le aziende si sono via via trovate a fronteggiare.

Tra fusioni societarie e unioni di brand sotto il cappello di fondi d’investimento e grandi gruppi internazionali, alcune distillerie si sono così trovate accostate, pur provenendo da luoghi e storie completamente diversi. Un esempio sono Glen Scotia e Loch Lomond, due realtà differenti, entrambe importate in Italia da Compagnia dei Caraibi, che, proprio per motivi storici ed economici, si sono trovate a condividere la stessa proprietà.

Il Double Cask, Campbeltown Single Malt Scotch Whisky di Glen Scotia (credits Compagnia dei Caraibi)
Il Double Cask, Campbeltown Single Malt Scotch Whisky di Glen Scotia (credits Compagnia dei Caraibi)

Glen Scotia, Campbeltown e una storia complicata
“Capitale mondiale del whisky”, è così che veniva chiamata Campbeltown attorno alla metà del XIX secolo. In quel periodo in questo centro, situato nella penisola di Kintyre, tra le isole di Arran e di Islay, c’erano 28 distillerie e Glen Scotia, fondata nel 1832 come “Scotia”, è sopravvissuta fino a oggi, tra le tre distillerie attualmente attive in zona. All’inizio del ventesimo secolo, il proibizionismo statunitense e la crisi del mercato misero in difficoltà la produzione e tra il 1928 e il 1930 gli alambicchi rimasero spenti. In prossimità del Natale di quell’anno, inoltre, l’allora proprietario Duncan MacCallum morì in circostanze misteriose, probabilmente suicida a causa della grave situazione finanziaria in cui si trovava, dando anche il via a una leggenda secondo cui il suo fantasma infesterebbe ancora oggi la distilleria. Qualche anno dopo, Scotia fu riacquisita dai Block Brothers, che nel 1939 aggiunsero “Glen” di fronte al nome. Da qui in poi la distilleria fu oggetto di una serie di passaggi di mano fino al 1996 quando, sotto la proprietà della Loch Lomond Distillery, ricominciò stabilmente a produrre.

Alambicchi alla distilleria Loch Lomond (credits Lochlomondwhiskies.com)
Alambicchi alla distilleria Loch Lomond (credits Lochlomondwhiskies.com)

Loch Lomond, tra grano e malto
Ecco quindi che entra in gioco Loch Lomond. Situata oggi proprio nei pressi dell’omonimo lago a nordovest di Glasgow, Loch Lomond si colloca all’estremità meridionale delle Highlands. L’origine della distilleria viene in genere fatta risalire al 1772, anno di fondazione di un’altra distilleria, la Littlemill, il cui proprietario, Duncan Thomas, iniziò poi a costruire Loch Lomond, qualche chilometro più a nord, ad Alexandria. Gli alambicchi della distilleria si accesero per la prima volta nel 1964, per poi spegnersi tra il 1984 e il 1987. Nel 1993 l’avvio della produzione di Grain Whisky la rese l’unica distilleria famosa in quel periodo per entrambe le produzioni, sia di whisky di grano che di whisky di malto. Oggi Loch Lomond si presenta come un complesso molto grande, che produce whisky sia in alambicchi pot still a collo di cigno che in impianti Coffey e multicolonna (qui un piccolo ripasso sulla distillazione).

Una bottiglia di Single Malt Scotch Whisky di Loch Lomond (credits Compagnia dei Caraibi)
Una bottiglia di Single Malt Scotch Whisky di Loch Lomond (credits Compagnia dei Caraibi)

Espansioni future
Oggi Glen Scotia mantiene il suo aspetto dallo stile vittoriano e produce whisky maturati in botti personalmente selezionate dal master blender, tra quelle di quercia affumicata, ex-Bourbon, ex-Sherry Pedro Ximenez e molte altre. L’identità dei distillati si fa ben riconoscere nel bicchiere attraverso le note salmastre tipiche di Campbeltown e la finitura vanigliata data dal rovere.

Forte dei recenti risultati positivi del brand sul mercato, a partire dagli scorsi mesi Loch Lomond Group ha annunciato un’espansione della distilleria di Campbeltown, attraverso un’intervista rilasciata dal ceo Colin Matthews al giornalista Scott Wright di The Herald, quotidiano scozzese con base a Glasgow. Nonostante le oscillazioni che i mercati stanno mostrando, le aspettative per il 2025 sono buone e sembra che i lavori di ampliamento degli impianti siano già iniziati, con una prospettiva di implementazione che riguarda anche la distilleria di Loch Lomond.

Non resta dunque che attendere e, nel frattempo, per chi passasse da Milano questo fine settimana, si può approfittare di qualche assaggio in occasione del Milano Whisky Festival (30 novembre – 2 dicembre, Centro Congressi Mi.Co., CityLife, via Gattamelata 5, gate 15), allo stand di Compagnia dei Caraibi. Chissà cos’hanno in serbo le prossime evoluzioni di queste due importanti firme dello Scotch Whisky.


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