Nel momento più duro della guerra tra Russia e Ucraina, sono stati danneggiati due cavi di telecomunicazione nel Mar Baltico, a breve distanza dal percorso dei gasdotti Nord Stream che collegavano il gas di Mosca al resto d’Europa. Un atto all’apparenza casuale che riaccende il timore di molte cancellerie europee su una possibile guerra ibrida non dichiarata dalla Russia. A fare intendere che non si tratta di un semplice guasto tecnico è stato il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, durante un incontro del Consiglio dell’Unione europea a Bruxelles: «Nessuno crede che i due cavi siano stati tagliati per caso. Dobbiamo considerare che si tratta di un’azione ibrida».
Lunedì, la compagnia finlandese Cinia aveva annunciato di aver rilevato un’interruzione nel cavo sottomarino C-Lion-1 che collega Santahamina, vicino a Helsinki, a Rostock, in Germania. Lo stesso giorno, un secondo cavo tra Lituania e l’isola svedese di Gotland è stato segnalato come danneggiato dalla compagnia Telia Lietuva. Entrambi i cavi si trovavano nella zona economica esclusiva svedese. Per questo motivo Stoccolma ha rapidamente mobilitato i suoi investigatori, coinvolgendo la marina e la polizia di sicurezza Säpo. Anche Il ministro della Difesa finlandese Antti Häkkänen ha confermato che le autorità stanno indagando per determinare la causa del danno e identificare eventuali responsabili.
L’incidente non è da sottovalutare perché i cavi sottomarini danneggiati trasportano il novantacinque per cento del traffico dati mondiale, e in particolare il C-Lion-1 rappresenta l’unica connessione diretta tra Finlandia ed Europa centrale. Per fortuna gli effetti pratici sono stati mitigati da connessioni di backup. «È una situazione preoccupante» ha ammesso Joakim Strand, ministro finlandese per l’Europa.
Il ministro della Difesa civile svedese, Carl-Oskar Bohlin, ha confermato che i movimenti di alcune navi rilevati nei pressi dei punti di rottura dei cavi coincidono temporalmente con il momento in cui si sono verificati i danni. Tra queste imbarcazioni ci sarebbe, una nave cinese, la Yi Peng 3, seguita dalle navi militari danesi durante il suo passaggio nel Baltico. Una coincidenza sospetta che richiama un caso simile avvenuto lo scorso anno, quando un’altra nave cinese, la Newnew Polar Bear, era stata collegata al danneggiamento del gasdotto Balticconnector nello stesso mare, bersaglio perfetto questa guerra non dichiarata.
Ieri a Varsavia, i ministri degli Esteri di Germania, Francia, Polonia, Italia, Spagna e Regno Unito hanno accusato la Russia di «sistematici attacchi all’architettura di sicurezza europea. L’escalation delle attività ibride di Mosca contro i Paesi della Nato e dell’Ue è inoltre senza precedenti per varietà e scala, creando rischi significativi per la sicurezza», come si legge nella dichiarazione congiunta.
I ministri degli Esteri hanno ribadito la centralità della Nato come pilastro della difesa europea, promettendo di aumentare significativamente la spesa militare oltre il due per cento del prodotto interno lordo per sviluppare tecnologie avanzate e proteggere infrastrutture critiche come gasdotti e cavi di telecomunicazione. Inoltre si sono impegnati a intensificare gli sforzi per contrastare campagne di disinformazione, cyberattacchi e sabotaggi. Particolare attenzione è stata riservata al sostegno all’Ucraina, con un impegno fermo a garantire risorse economiche e aiuti militari per resistere all’aggressione russa, sottolineando che ogni negoziato di pace dovrà avvenire con Kyjiv come protagonista