L’apprensione della leadership ucraina è comprensibile. Dalla rielezione di Donald Trump, il presidente russo Vladimir Putin ha accelerato i preparativi per un confronto diretto tra Stati Uniti e Russia sulle condizioni di pace in Ucraina, nonostante le recenti indiscrezioni su una telefonata tra Trump e Putin siano state rapidamente smentite dal Cremlino. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha cercato con determinazione negli ultimi mesi di convincere Trump che il futuro dell’Ucraina merita di essere difeso. Ma non ci sono segnali del fatto che questi messaggi abbiano cambiato il suo approccio.
Trump sembra avere poca simpatia e scarso interesse per l’Ucraina, al di là del fatto di voler evitare ulteriori impegni statunitensi per la sua difesa. (Dal febbraio 2022, gli Stati Uniti hanno fornito centosettantacinque miliardi di dollari di aiuti economici e militari a Kyjiv, circa il sette per cento della spesa totale per la difesa nello stesso periodo).
Le intenzioni di Putin
Putin non si è discostato dagli obiettivi dichiarati all’inizio dell’invasione su larga scala: la smilitarizzazione dell’Ucraina e la sostituzione del governo Zelensky con una leadership subordinata a Mosca, con il pretesto della denazificazione. Il suo obiettivo prioritario nei negoziati sarà garantire la neutralità dell’Ucraina, con un impegno fermo a non entrare nella Nato per il prossimo futuro. Chiederà inoltre di limitare le dimensioni delle forze armate ucraine e di impedire la presenza di truppe straniere sul territorio ucraino.
Putin spera anche di consolidare il controllo della Crimea, ottenendo il riconoscimento dell’annessione dei territori ucraini. Potrebbe pretendere il controllo delle aree delle regioni di Donetsk e Luhansk non ancora occupate, forse scambiando i territori occupati di Kherson e Zaporizhzhia con aree sotto controllo ucraino nella regione russa di Kursk.
Infine, Putin cercherà un alleggerimento delle sanzioni. Sebbene l’economia russa abbia trovato modi per adattarsi, queste rimangono un freno significativo allo sviluppo del Paese, in particolare per la perdita di accesso a tecnologie e attrezzature occidentali.
Trump e il rischio di apparire debole
Trump potrebbe essere tentato di accettare questi termini, ma farlo senza ottenere concessioni significative da Putin lo esporrebbe a critiche di ingenuità e debolezza come negoziatore. Anche se Trump potrebbe facilmente respingere le accuse di essere stato manipolato, un’immagine di negoziatore debole offenderebbe il suo orgoglio e danneggerebbe la sua posizione agli occhi dei leader cinesi, che osservano attentamente ogni mossa. Putin, quindi, potrebbe dover offrire agli Stati Uniti un incentivo sufficiente per permettere a entrambe le parti di rivendicare un accordo vantaggioso. E non è chiaro quale proposta potrebbe avanzare il Cremlino, considerando che dovrebbe essere accettabile per Trump e coerente con la sua agenda America First.
Le speranze ucraine
Prima delle elezioni, Trump ha parlato della necessità di «disunire» Russia e Cina, un’idea che Putin potrebbe difficilmente sostenere data la complessità delle relazioni tra Mosca e Pechino. Entrambi i Paesi condividono l’obiettivo strategico di ridurre l’influenza globale degli Stati Uniti e hanno approfondito i loro rapporti dalla fine del primo mandato di Trump.
Allo stesso modo, una nuova proposta di Mosca sul controllo degli armamenti appare difficilmente appetibile per l’interesse di Trump. A Kyjiv sperano che Trump comprenda rapidamente che l’accordo desiderato non si concretizzerà a causa della complessità della situazione e dei rapporti internazionali, a partire dalle relazioni Russia-Cina. L’unico elemento di conforto per gli ucraini è il ricordo che, durante il primo mandato di Trump, il Cremlino rimase deluso dalla mancanza di risultati concreti nonostante i segnali di apertura. L’Amministrazione Trump fornì all’Ucraina armi anticarro e si oppose con forza al gasdotto Nord Stream 2.
Chi influenza Trump
Il successo dei negoziati dipenderà anche dalle figure chiave che Trump nominerà nella sua amministrazione. Durante la campagna elettorale, il vicepresidente eletto J.D. Vance ha ipotizzato un accordo che preveda la neutralità dell’Ucraina, la creazione di una linea del fronte congelata e una zona demilitarizzata fortificata, con i Paesi europei, in particolare la Germania, responsabili della ricostruzione ucraina. Ma le promesse elettorali dovranno confrontarsi con la realtà. Putin percepisce di avere ora un vantaggio nei rapporti con gli Stati Uniti, ritenendo che l’Occidente abbia perso il predominio negli affari globali.
Recenti sondaggi in Ucraina mostrano un aumento del sostegno ai negoziati con la Russia per porre fine alla guerra, ma non a qualsiasi costo. Un accordo accettabile per gli ucraini richiederà garanzie di sicurezza da parte dell’Occidente che non siano soggette a veto russo. Un accordo sfavorevole imposto all’Ucraina potrebbe prolungare il conflitto, anche se a livelli di intensità più bassi, in assenza di un sostegno militare statunitense.