Dopo la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad anche in Europa le comunità siriane hanno festeggiato e sono scese nelle piazze delle principali capitali europee per esprimere solidarietà e vicinanza al loro popolo e alle loro origini. In numerose città della Germania la comunità siriana ha festeggiato nelle piazze, sventolando la propria bandiera. Solo domenica nell’Oranienplatz a Berlino, nel quartiere di Kreuzberg, si sono radunate circa cinquemila persone al grido di “Siria libera”. Manifestazioni simili e con numeri anche maggiori si sono svolte a Mainz, Darmstadt, Essen, Kiel, Amburgo, Landau e Saarbrücken.
L’atmosfera è stata tranquilla, e nonostante il lancio di qualche petardo non si sono registrati disordini. Come riporta France24, per Anwar al-Bunni, avvocato siriano di diritti umani, i recenti avvenimenti in Siria non sono stati una sorpresa. Bunni è arrivato in Germania nel 2014 e, secondo lui, questo momento sarebbe arrivato prima o poi, perché i siriani desiderano la libertà da molto tempo, e sono poche le persone che supportavano il regime, che faceva leva sulla paura delle persone.
Non è un caso che in Germania così tanti siriani abbiano preso parte alle manifestazioni dei giorni scorsi: si tratta del Paese europeo che ha accolto il maggior numero di profughi siriani. Secondo lo Statistisches Bundesamt, a dicembre 2023 in Germania erano presenti 972,460 mila siriani, di cui 129,810 mila nati sul suolo tedesco. Alla fine di ottobre il numero di siriani in Germania era pari a più di 974mila persone. Di questi, circa trecentoventinovemila hanno ricevuto una protezione “sussidiaria”, cioè senza lo status di rifugiato o di richiedente asilo. Un così grande numero di rifugiati ha portato all’attenzione la possibilità di rimpatrio, anche volontario, nel momento in cui la Siria dovesse diventare un Paese più libero e sicuro.
A seguito della caduta di Assad, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha commentato il fatto come una “buona notizia”, e ha sottolineato la necessità di proteggere tutte le comunità religiose e le minoranze nel Paese. Scholz ha infine dichiarato che insieme ai Paesi partner internazionali e sulla base dei principi delle Nazioni Unite, anche la Germania contribuirà ad assicurare una transizione politica pacifica in Siria. Poche ore dopo però, il ministero dell’Interno tedesco ha bloccato tutte le nuove richieste di asilo provenienti dalla Siria, affermando che “la situazione è ancora poco chiara”.
Come viene riportato da Der Spiegel, l’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (Bamf) ha optato per questa scelta a causa della confusa condizione politica in Siria. Solo tra gennaio e novembre hanno presentato domanda di asilo in Germania un totale di 74.971 siriani. La questione si è estesa anche all’interno del dibattito politico: diversi esponenti della Cdu sarebbero a favore del ritorno dei profughi siriani nel loro Paese d’origine, mentre i Verdi e l’Spd sarebbero più moderati data la situazione incerta.
Un aspetto che potrebbe diventare uno dei punti centrali nella campagna elettorale tedesca, in vista delle elezioni previste per il 23 febbraio 2025. Il fatto è che il rimpatrio dei siriani in Germania è ipotizzato non solo dai gruppi più estremisti come l’AfD e il BSW, ma anche dai liberali-conservatori della Cdu. Alice Weidel, la candidata di punta dell’AfD alle prossime elezioni, ha ripostato su X un video dei festeggiamenti della comunità siriana a Berlino, affermando che «chi festeggia una Siria libera in Germania non ha più motivo di soggiorno e dovrebbe tornare nel proprio Paese».
La questione è fondata sull’articolo 73 della legge sull’asilo vigente in Germania, secondo il quale l’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (Bamf) è obbligato a revocare la concessione dello status di rifugiato se le condizioni per l’assistenza non sono più soddisfatte. Tuttavia, data la situazione incerta in Siria, è ancora presto per capire se le persecuzioni sono cambiate in modo permanente, e se questa norma verrà applicata ai rifugiati siriani presenti in Germania. Jens Spahn, vicepresidente dell’Unione al Bundestag, ha ipotizzato che i siriani vengano riportati nel loro Paese attraverso il noleggio di aerei e dopo aver ricevuto una “quota d’ingresso” pari a circa mille euro. Se la situazione in Siria ritornasse infatti «normale e stabile, i rifugiati sarebbero costretti a tornare», ha affermato Spahn.
Come riporta lo Zeit, Spahn avrebbe anche suggerito di organizzare tra Germania, Austria, Turchia e Giordania una conferenza sulla ricostruzione della Siria e sull’ipotetico ritorno dei profughi, poiché questi sono i Paesi che hanno accolto il maggior numero di rifugiati siriani. Della stessa idea è Andrea Lindholz, deputata della Csu al Bundestag, che aveva suggerito di non accogliere più nuovi profughi siriani, perché nel caso di un Paese libero e della pace «molti non avrebbero più il diritto a risiedere in Germania».
Più moderati e cauti rimangono gli esponenti dei Verdi, che ritengono sia necessario valutare attentamente la situazione politica prima di costringere anche i bambini siriani in Germania a dover rimpatriare. Non è la prima volta che la comunità siriana in Germania teme discriminazioni e rigetto da parte del Paese: il colpevole dell’attentato di Solingen – in cui sono rimaste uccise tre persone il 23 agosto scorso – è un ventiseienne di nazionalità siriana.
Per questo dettaglio, pochi giorni dopo l’incidente attivisti siriani e arabi in Germania hanno organizzato una manifestazione sul luogo dell’incidente in ricordo delle vittime, per esprimere la loro distanza dai fatti terroristici e dalla violenza. A seguito dell’attentato a Solingen, il governo tedesco ha annunciato una proposta di legge volta a limitare l’immigrazione, garantendo il diritto all’asilo solamente per ragioni riguardanti diritti umanitari.
La Germania accoglie attualmente quasi 1 milione di siriani, a cui ha permesso un lavoro, l’accesso all’educazione, opportunità professionali, consulenti legali e corsi di integrazione. Ma qual è il punto di vista della comunità siriana? Tareq Alaows, portavoce per la politica sui rifugiati di Pro Asyl in Germania, ha affermato a Zdf heute che la caduta di Bashar al-Assad può davvero rappresentare una speranza per la Siria di diventare un Paese «più democratico e più libero», ma allo stesso tempo c’è grande incertezza e paura per il fatto che altri gruppi fondamentalisti possano prendere il potere e che gli abitanti corrano il rischio di essere deportati.
Alaows ha parlato anche dell’importanza di proteggere le comunità e le minoranze siriane presenti nei Paesi esteri – come hanno ribadito diversi politici tedeschi – perché ora molti siriani in Germania temono di venire espulsi a seguito della caduta del regime di Assad, e vorrebbero invece essere liberi di poter scegliere se fare ritorno nel proprio Paese.
Per ora, è impossibile prevedere quanti rifugiati in Germania vorranno tornare dalle loro famiglie in Siria. Molti aspettano di vedere come evolverà la situazione. Tuttavia, il ritorno in patria dei rifugiati siriani che vivono e lavorano in Germania potrebbe avere ripercussioni anche a livello nazionale.
Come riporta Der Spiegel, il direttore generale dell’Associazione ospedaliera tedesca (Dkg), Gerald Gaß, ha avvertito del rischio di carenza del personale che potrebbero correre molte cliniche presenti nelle piccole città dei Länder. I medici siriani in Germania rappresentano il gruppo più numeroso di dottori stranieri, e negli anni hanno dato un consistente contributo all’assistenza sanitaria. Questo fatto rappresenta un punto di forza e un esempio positivo per quanto riguarda l’integrazione, ma la permanenza dei siriani in Germania, seppur molti lavorano e studiano pagando le tasse, non è sempre ottimale.
Lasciando per un attimo da parte la provenienza, uno studio del Centro di ricerca dell’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (Bamf-Fz) dimostra che i rifugiati presenti in Germania sono molto più soggetti all’isolamento sociale e alla marginalizzazione rispetto alle altre persone. Discriminazione, uno status di soggiorno incerto, la mancanza di contatti e le barriere linguistiche possono fortemente influire sulle prime esperienze di chi arriva nel Paese cercando un futuro migliore.
È ancora presto per capire le conseguenze di quanto accaduto in Siria, se sarà necessario ricorrere all’articolo 73 della legge sulla richiesta di asilo e capire il numero effettivo di siriani che vorranno o dovranno lasciare la Germania. Quel che è più certo, è che un numero così consistente della comunità può influenzare le scelte del Paese, e che la questione potrà probabilmente entrare a far parte del dibattito elettorale tedesco, in vista delle prossime quantomai cruciali elezioni di febbraio.