Il generale russo Igor Kirillov, comandante dell’unità di difesa nucleare, chimica e biologica delle Forze armate russe, è morto in un attentato a Mosca. Secondo quanto riporta la Tass, il generale sarebbe stato ucciso in un attentato insieme al suo vice. I due sarebbero stati colpiti dall’esplosione di un ordigno piazzato in un monopattino elettrico in viale Ryazansky, in un quartiere residenziale nel sud-est di Mosca. L’Ucraina ha rivendicato di aver ucciso Kirillov: è un raro caso di omicidio mirato di un alto funzionario militare nella capitale.
L’esplosione sarebbe stata innescata a distanza, probabilmente perché gli attentatori avevano accesso alla telecamera del complesso residenziale dove Kirillov viveva.
Il generale era a capo di un’unità che si occupa di intervenire in presenza di armi chimiche o biologiche. Era stato accusato di avere approvato l’utilizzo di armi chimiche in Ucraina. E per questo era oggetto di sanzioni da parte della Gran Bretagna e degli Stati Uniti.
Lunedì 16 dicembre i Servizi di sicurezza ucraini avevano pubblicato un post su Telegram in cui annunciavano la fine di un’indagine contro Kirillov, accusandolo di migliaia di attacchi chimici contro Kyjiv. Kirillov, secondo l’Ucraina, per costringere i soldati ucraini ad abbandonare le posizioni, aveva ordinato l’utilizzo in guerra di granate equipaggiate con sostanze chimiche irritanti vietate dalle convenzioni internazionali e di droni equipaggiati con munizioni provviste di armi chimiche che irritano e bruciano gli occhi e le mucose.