Qui Brooklyn Tortellini e ossobuco al Thanksgiving, perché no?

Tanti newyorkesi hanno scelto di passare la tradizionale festa del Ringraziamento gustando ricette italiane nel locale di Silvia Barban, allieva di Marchesi e Perbellini. In menu c‘era anche il tacchino, naturalmente

Silvia Barban
Silvia Barban, foto di Lucia Buricelli

Il Thanksgiving è la vera festa americana che prevede una riunione casalinga di famiglia attorno a un tavolo. Si festeggia il quarto giovedì di novembre, il 28 quest’anno. Si mangia il tacchino – ripieno per attenuare la consistenza di una carne altrimenti un po’ asciutta – per celebrare il successo del raccolto dell’anno, secondo una tradizione nata nel 1621 per opera dei Padri Pellegrini. Oggi ovviamente a New York non c’è nessun raccolto da celebrare, ma la festa è sentita. Anche gli expat italiani si ritrovano volentieri tra amici tra le mura casalinghe.

Insomma qui la celebrazione è molto più importante del Natale, soprattutto al punto di vista gastronomico. Parafrasando e capovolgendo un detto italiano si potrebbe dire «Thanksgiving con i tuoi, Natale con chi vuoi».

Anche alla Casa Bianca la giornata si apre con la liberazione di due tacchini salvati dal forno. Gli ultimi due liberati da Joe Biden, che a gennaio lascerà il posto a Donald Trump, si chiamavano Peach e Blossom.

La riunione di famiglia è così sentita che quel giorno molti ristoranti restano chiusi. Numerose famiglie – è noto che in città cucinare non è di moda – si servono da ristoranti che preparano un menu da asporto da ritirare il giorno prima, ma c’è chi ha pensato che rimanere aperto nel giorno del Ringraziamento potesse essere una buona idea. Come ha fatto Silvia Barban, proprietaria ed executive chef di LaRina e da qualche mese della nuova apertura Briscola. Entrambi a Brooklyn.

Briscola Trattoria, New York
Briscola Trattoria, New York, foto di Lucia Buricelli

Arrivata a New York nel 2012 per l’apertura del ristorante Rana al Chelsea Market, quando quell’esperienza è terminata ha trovato i partner giusti per aprire LaRina Pastificio e Vino. La partecipazione alla quattordicesima stagione di “Top Chef” (Bravo Tv) le ha dato una bella spinta.

LaRina è un locale dove comanda la pasta, Briscola vuole ricordare una tipica trattoria italiana ed è questo il ristorante scelto per il pranzo del 28 novembre 2024. Il menu prevedeva quattro antipasti: insalata di rucola, cavolfiore gratinato, baccalà alla romana e carpaccio di wagyū con funghi e rafano, tutti portati a tavola insieme. Come primo piatto (menu con tre portate all’italiana, che qui è abbastanza insolito) si poteva scegliere tra paccheri al sugo finto, tagliolini con le animelle e tortellini con brodo di tacchino, poi la scelta per il main course era tra rollè di tacchino, orata in crosta di sale e ossobuco con risotto allo zafferano, e per finire carrello dei dolci. Insomma menu all’italiana, senza dimenticare che al Thanksgiving si mangia il tacchino. Prezzo 100 dollari, più bere, tasse e mancia.

Come previsto i piatti con il classico animale da cortile, anche se ovviamente oggi arriva da allevamenti, l’ha fatta da padrone nelle scelte dei clienti. «Sono piaciuti molto i tortellini in brodo, sui secondi il rollè con le erbette, le uova, il guanciale, accompagnato dalle patate dolci arrosto, ha fatto pareggio con l’ossobuco con risotto alla milanese e gramolata: piatto tipico lombardo» ha raccontato Silvia Barban a Linkiesta Gastronomika. «L’idea ha avuto grande successo, abbiamo fatto quasi due turni completi. L’esperimento è sicuramente da rifare».

Briscola Trattoria, New York
Briscola Trattoria, New York

Silvia Barban è lombarda della provincia di Varese, ma la passione per la cucina l’ha presa dalla nonna materna durante le vacanze estive da bambina. La fiamma si è accesa già da piccolissima ed è proseguita con gli studia all’istituto alberghiero E. Maggia di Stresa, il più antico d’Italia. Prima di trasferirsi a New York ha mosso i primi passi nella cucina di Gualtiero Marchesi, ma il suo maestro è stato Giancarlo Perbellini, neo tristellato con il suo Dodici Apostoli: «Sono stata felicissima per la terza stella, meritatissima, di Giancarlo. So quanto ci tenesse. Applausi!».

È tra le nuove rappresentanti della cucina italiana in città, meno condizionata dal gusto americano che però nel frattempo è cambiato. Oggi molti da New York volano in Italia, scoprono come si mangia da noi e quando tornando a casa se ritrovano gli stessi sapori sono felici. La nuova sfida di Silvia Barban è introdurre il quinto quarto, lo ha già fatto con le animelle come condimento dei tagliolini nel menu di Thanksgiving, nel passato aveva proposto le cervella fritte, il prossimo step sarà la trippa. «Abbiamo clienti italiani, ma gli americani sono sempre di più e apprezzano la mia cucina».

Briscola Trattoria, New York
Briscola Trattoria, New York, foto di Lucia Buricelli

X