Pace giustaGli ucraini sono ottimisti sulla guerra, e pessimisti sull’occidente

Un sondaggio del New Europe Center rivela che la popolazione ucraina ha una generale fiducia sul buon esito del conflitto, ma allo stesso tempo è delusa dallo scarso sostegno che sta ricevendo dai partner

AP/Lapresse

Da quasi tre anni il popolo ucraino difende sé stesso e l’Europa dall’aggressione criminale della Russia. Difende i confini del mondo occidentale da un vicino di dimensioni mastodontiche con ambizioni imperialistiche e l’obiettivo di russificare i territori vicini. Tre anni di resistenza non hanno fiaccato lo spirito degli ucraini, che nutrono ancora una grande speranza nel loro futuro. Ma in questo 2024 è diminuita sensibilmente la fiducia nel sostegno dell’Occidente alla loro resistenza, come rivela un sondaggio commissionato dal New Europe Center e condotto da Info Sapiens. «La maggior parte degli ucraini ritiene che i loro partner non stiano facendo abbastanza per garantire la vittoria dell’Ucraina», si legge nel report. «Il numero di persone che credevano nell’efficacia della pressione occidentale per combattere la corruzione è leggermente diminuito. Tutti questi sono segnali piuttosto preoccupanti in prospettiva futura».

C’è un misto di delusione e ottimismo a Kyjiv e dintorni. C’è sicuramente più fiducia nei propri mezzi, nella consapevolezza di quello che può fare il popolo ucraino quando messo alle strette, anche grazie all’esperienza accumulata sul campo in questi anni. E forse anche per questo la maggior parte degli ucraini – il 64,1 per cento degli intervistati – non vede nei negoziati con Mosca una soluzione: la Russia tornerebbe ad attaccare dopo una pausa, nessuno si fida davvero della parola di Vladimir Putin. Dopotutto l’autocrate del Cremlino ha già violato accordi di pace in passato, e lo rifarebbe. C’è però un trenta per cento di intervistati che si dice favorevole a dei negoziati, perché ritiene che l’Ucraina non abbia le risorse per una guerra di logoramento. Ma quasi il quaranta per cento degli intervistati ritiene che l’Ucraina dovrebbe negoziare solo quando la Russia ritirerà le sue truppe (almeno nelle posizioni precedenti al 24 febbraio 2022).

Un altro 26,2 per cento ritiene che una precondizione necessaria per i negoziati dovrebbe essere la garanzia di sicurezza da parte dei Paesi occidentali, che renderebbe virtualmente impossibili nuovi attacchi. Mentre solo il 12,1 per cento ritiene di non dover negoziare con la Russia a nessuna condizione, in nessun caso. Un anno fa questa era la posizione del 33,4 per cento degli intervistati.

New Europe ha anche chiesto agli intervistati di valutare la possibilità di alcune concessioni nei colloqui di pace con la Russia. La maggior parte degli ucraini non vuole fare alcuna concessione ai russi, ma rispetto all’anno scorso c’è un certo ammorbidimento nelle posizioni: il 53,2 per cento ritiene che sia inaccettabile non rivendicare i territori occupati, un calo di oltre il venti per cento rispetto al 76,2 per cento dell’anno scorso.

Gli ucraini rimangono ottimisti se si parla di adesione alla Nato. In particolare, per la prima volta, c’è un forte sostegno per un’adesione graduale all’Alleanza. Molti (circa il trenta per cento) vedono l’Ucraina invitata a pieno titolo nella Nato ma con l’articolo 5 del Trattato – quello che prevede l’intervento armato e la difesa collettiva in caso di attacco a uno Stato membro – da applicare solo ai territori che non sono occupati. Le altre opzioni sul tavolo sono meno popolari. Ad esempio, l’11,2 per cento crede nell’efficacia di un’alleanza di difesa con gli Stati Uniti, mentre l’8,9 per cento degli ucraini è pronto a fare affidamento sulle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite. Ancora meno quelli che credono nell’efficacia delle truppe europee sul territorio ucraino: solo il 6,4 per cento.

La maggior parte degli ucraini, inoltre, non vede alcuna interdipendenza tra l’adesione alla Nato e quella all’Unione europea. Il 53,9 per cento degli intervistati ritiene che l’Ucraina possa diventare membro dell’Unione senza aderire all’Alleanza atlantica, dal momento questi non sono processi direttamente collegati. Tuttavia, più di un terzo degli intervistati (34,4 per cento) ritiene che l’Ucraina debba prima di tutto veder garantita la propria sicurezza, il che è possibile solo attraverso l’adesione alla Nato. D’altronde, sono gli stessi rappresentanti dell’Unione ad ammettere che Bruxelles non è in grado di garantire sicurezza nella misura in cui può farlo la Nato, nonostante l’esistenza di un principio analogo a quello espresso dall’articolo 5.

«Non si può escludere – spiega il report di New Europe – che le risposte siano state influenzate anche dall’opinione su quanto sia realistica questa o quella opzione. In ogni caso, la tendenza all’autosufficienza è evidente: negli ultimi anni, gli ucraini hanno associato le loro principali aspettative di sicurezza principalmente alle Forze armate dell’Ucraina e poi all’intervento degli alleati».

Il generale ottimismo degli ucraini infatti è bilanciato da una diffusa delusione verso l’impegno dell’Occidente. La maggioranza (il 57,2 per cento) ritiene che i loro alleati non stiano facendo abbastanza per garantire la vittoria dell’Ucraina. «Il quaranta per cento è convinto che stiano facendo tutto il possibile per la vittoria, ma in molte delle risposte al sondaggio possiamo vedere esaurimento e frustrazione tra gli ucraini», scrive ancora New Europe. L’approccio dell’Occidente di sostenere l’Ucraina «per tutto il tempo necessario» sembra, agli occhi del popolo ucraino, più retorico che altro: non è chiaro per quanto tempo e in che misura l’Occidente sarà in grado di continuare a sostenere l’Ucraina nei prossimi mesi, e i tentativi di alcuni politici occidentali di raggiungere un accordo con Putin (probabilmente a costo di concessioni inaccettabili per Kyjiv) stanno diventando sempre più evidenti. «Un certo pessimismo sta influenzando le valutazioni e gli atteggiamenti degli ucraini sui loro alleati, e si nota particolarmente nelle risposte sulla fiducia nei leader stranieri».

Tra i leader stranieri più apprezzati ci sono la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente polacco Andrzej Duda, che hanno praticamente lo stesso punteggio (sessantacinque per cento). Il primo ministro canadese Justin Trudeau è al terzo posto (quasi il sessanta per cento), mentre il francese Emmanuel Macron è poco dietro (58,4 per cento). Quinta posizione per la presidente della Moldavia Maia Sandu (57,3 per cento).

Il grande apprezzamento per von der Leyen è molto probabilmente un riflesso della gratitudine degli ucraini per gli sforzi della presidente della Commissione europea nel promuovere il percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione europea. La sua indiscussa leadership nel garantire decisioni chiave per l’Ucraina a livello europeo, unita alla sua profonda comprensione dell’ambiente di sicurezza senza precedenti in cui l’Ucraina è costretta ad avviare i negoziati di adesione con l’Unione europea, è visibile agli ucraini comuni.

In netto calo invece la fiducia per Joe Biden e Olaf Scholz, come prevedibile. Se l’anno scorso il presidente americano era quello che riscuoteva maggior apprezzamento tra gli ucraini, con l’ottantadue per cento, quest’anno è intorno al sessantacinque: «È una conseguenza dello scetticismo generale degli ucraini nel valutare gli sforzi della comunità internazionale (e degli Stati Uniti in particolare) per sostenere l’Ucraina», scrive New Europe. Scholz, invece, godeva di una fiducia piuttosto diffusa – l’anno scorso lo apprezzava il 61,4 per cento degli ucraini – ma dodici mesi dopo quel dato si è sgretolato, perdendo quasi venticinque punti percentuali.

Mentre è in crescita il consenso verso Donald Trump, forse per una fiducia che – prima dell’insediamento – deve essere riposta inevitabilmente, un po’ per speranza e un po’ per mancanza di alternative, verso il leader della prima potenza mondiale. «Questo alto livello di sostegno è probabilmente dovuto all’aspettativa di una politica più chiara e decisa nei confronti dell’Ucraina da parte della nuova amministrazione statunitense. Non si può escludere che alcuni intervistati abbiano certe speranze per il ripristino della pace in Ucraina, cosa che Trump ha sottolineato durante la sua campagna elettorale. Oppure potrebbe anche essere dovuto alla delusione nei confronti dell’attuale presidente degli Stati Uniti, che ha registrato un calo significativo dell’indicatore», si legge nel report.

La conclusione del sondaggio invece riguarda il piano per la vittoria dell’Ucraina presentato durante l’anno dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La maggioranza relativa degli ucraini (35,2 per cento) non conosce il progetto o non comprende i punti cardine del documento. Ma un intervistato su tre (30,9 per cento) è consapevole che il piano è stato creato principalmente per l’Occidente, che dovrebbe supportare di più l’Ucraina. Il piano è considerato irrealistico dal 18,6 per cento degli intervistati. Solo il 12,3 per cento degli ucraini ritiene che porterà davvero alla vittoria e alla pace.

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