La svoltaIsraele e Hamas hanno raggiunto un accordo sul rilascio degli ostaggi, dice Netanyahu

Il gabinetto di sicurezza e il governo israeliano, salvo stravolgimenti dell’ultimo minuto, dovrebbero riunirsi oggi per approvare definitivamente il documento

AP Photo/LaPresse (ph. Ohad Zwigenberg)

Venerdì 17 gennaio il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato il raggiungimento di un accordo definitivo tra Israele e Hamas per il rilascio degli ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023, nell’ottica di un cessate il fuoco a Gaza. Ieri, giovedì 16 gennaio, l’ufficio di Netanyahu aveva parlato di una «crisi dell’ultimo minuto» a causa delle richieste aggiuntive da parte del gruppo terroristico palestinese, ma gli ostacoli sarebbero stati superati. 

Poco prima delle 3 del mattino (ora italiana) di venerdì i negoziatori israeliani hanno chiamato il primo ministro per informarlo del raggiungimento dell’accordo. A quel punto, verso l’alba, è arrivata la dichiarazione di Netanyahu, che avrebbe anche avvisato le famiglie degli ostaggi. Venerdì, scrivono l’Associated Press e altri media internazionali, il gabinetto di sicurezza e il governo israeliano dovrebbero riunirsi per approvare definitivamente l’accordo, che dovrebbe entrare in vigore domenica 19 gennaio. 

L’accordo era stato annunciato per la prima volta mercoledì 15 gennaio dai mediatori degli Stati Uniti e del Qatar. Netanyahu, pur ammettendo la necessità di affinare alcuni dettagli, aveva ringraziato Joe Biden per averlo «promosso». 

Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale del governo Netanyahu, ha definito l’accordo «sconsiderato», minacciando le dimissioni. Anche altri esponenti dell’ultradestra israeliana hanno criticato il risultato raggiunto dai negoziatori. 

Nel corso di un’intervista a Msnbc, Joe Biden ha detto che ora Netanyahu dovrà «trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni (del popolo palestinese, ndr). Secondo il presidente uscente degli Stati Uniti, che il 20 gennaio lascerà il suo posto a Donald Trump, «l’idea che Israele sarà in grado di sostenersi a lungo termine senza soddisfare la questione palestinese… non si concretizzerà. Continuavo a ricordare al mio amico Bibi Netanyahu, ed è un amico anche se ultimamente non andiamo molto d’accordo, che deve trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni di un vasto gruppo di persone chiamate palestinesi, che non hanno un posto dove vivere in modo indipendente». 

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