Populismo dilaganteIl negazionismo climatico filotrumpiano è già sbarcato nel Regno Unito

Finanziato da donatori repubblicani e sostenuto dal nuovo presidente degli Stati Uniti, l’Heartland Institute è un think tank americano che diffonde tesi antiscientifiche sul riscaldamento globale. L’apertura della sua sede londinese, festeggiata anche da Nigel Farage, potrebbe rivelarsi una nuova interferenza dei filotrumpiani nella politica britannica

AP Photo/LaPresse (ph. Morry Gash)

Ritiro degli Usa dall’accordo di Parigi sul clima; dichiarazione dell’emergenza energetica nazionale con la promessa di riempire le riserve strategiche di petrolio; revoca dei target sulle auto elettriche; assalto al Green new deal. Fin dal primo giorno del suo secondo mandato da presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha messo le cose in chiaro: stravolgere le politiche climatiche di Joe Biden. 

Ma la carica del negazionismo climatico filotrumpiano non si limiterà agli Stati Uniti: è già sbarcata nel Regno Unito, e presto potrebbe puntare all’Europa. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati sui media britannici gli articoli sull’apertura della sede londinese dell’Heartland Institute. L’evento, avvenuto a metà dicembre, sta facendo molto discutere politici, attivisti e ricercatori britannici. 

L’Heartland Institute è un think tank americano con posizioni negazioniste sul clima e legato a diversi ambienti vicini al presidente americano Donald Trump. Il suo ruolo finora è stato promuovere la tesi che il cambiamento climatico non sia come viene descritto dagli scienziati e dagli esperti delle Nazioni unite. Non a caso è parte del Nipcc (Nongovernmental international panel on climate change), istituito nel 2008 per contrastare il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni unite (Ipcc). 

Anche la lista dei finanziatori dell’Heartland Institute parla chiaro: scorrendo si trovano  ExxonMobil, una delle maggiori aziende di combustibili fossili a livello globale (quella, per intenderci, accusata di aver scoperto e nascosto il cambiamento climatico fin dagli anni Settanta), e molti grandi donatori repubblicani. 

Con queste basi non devono stupire anche campagne pubblicitarie come quella che nel 2012 iniziò a tappezzare gli Stati Uniti di manifesti con sopra, tra gli altri, il serial killer Unabomber, il terrorista Osama bin Laden e il dittatore comunista Fidel Castro. Tutti uniti dall’aver denunciato il cambiamento climatico causato dall’uomo. Sotto le loro foto c’era la scritta: «Loro credono ancora al cambiamento climatico, e tu?». La campagna venne poi ritirata dopo le, molto prevedibili, polemiche.

«È difficile a oggi capire quale sarà l’impatto dell’arrivo dell’Heartland Institute nel nostro Paese. Sicuramente, rispetto all’atteggiamento di altri think tank simili già presenti in Gran Bretagna, siamo di fronte a una strategia che vede alzare la posta e andare in maniera più radicale verso il negazionismo climatico», spiega a Linkiesta Matthew Paterson, professore esperto di Climate change politics and policy dell’Università di Manchester. 

A preoccupare gli ambientalisti britannici però non sono solo le idee dell’istituto appena sbarcato sull’altra sponda dell’Atlantico, ma anche le presenze alla sua inaugurazione. L’ospite d’onore infatti era Nigel Farage, leader di Reform UK, partito populista di estrema destra già sostenitore della Brexit. 

Secondo Paterson, «l’alleanza tra negazionisti climatici e Reform è da tenere d’occhio. La strategia sembra essere quella di utilizzare il successo del Reform alle elezioni generali per aumentare il sostegno all’opposizione all’azione per il clima, in modo che le persone che hanno votato per Farage (per motivi anti-immigrazione o come voto di protesta più generale “anti-sistema”) possano iniziare ad adottare posizioni coerenti con altre parti della sua piattaforma, dove l’azione anti-clima è piuttosto importante. Ma è altrettanto possibile che il passaggio al negazionismo climatico sia in realtà negativo per i populisti. I britannici rimangono complessivamente molto favorevoli all’azione per il clima, e la nuova campagna negazionista ha poco effetto per ora».

L’alleanza tra Reform e Heartland Institute può anche però essere vista come una nuova interferenza dei filotrumpiani nella politica britannica. Questa volta sul lato energetico e ambientale. Il co-leader dei Verdi britannici Adrian Ramsay ha parlato di «un tentativo di importare il denaro sporco dei negazionisti climatici americani nel Regno Unito». 

L’arrivo dell’Heartland Institute nel Regno Unito segue inoltre una serie di tweet di Elon Musk. Il Ceo di Tesla e SpaceX, che guiderà il dipartimento per l’Efficienza governativa dell’amministrazione Trump, ha spesso criticato il governo del laburista Keir Starmer ed è arrivato a chiedere le sue dimissioni. Su questo tema, Paterson è comunque cautamente ottimista: «Non credo che Musk abbia intenzione di intervenire sui temi ambientali nel Regno Unito. È un narcisista con una soglia di attenzione molto bassa. Anche lo stesso Trump nella sua prima presidenza non è sembrato interessato a modificare le politiche energetiche degli altri Paesi».  

Nel frattempo gli amici trumpiani dell’Heartland Institute non sembrano comunque volersi fermare a Londra. Il presidente del think tank, Jim Taylor, ha annunciato: «Negli ultimi anni, un numero crescente di politici nel Regno Unito e nell’Europa continentale ha chiesto a Heartland di creare un ufficio satellite per fornire risorse ai politici conservatori di tutta Europa. Con il nostro lancio nel Regno Unito e in Europa, intendiamo soddisfare questa richiesta di impatto in tutta Europa».

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