Ai a basso costoL’intelligenza artificiale cinese DeepSeek spaventa Wall Street

Nel fine settimana il chatbot della startup è stato l’applicazione gratuita più scaricata sull’App Store statunitense di Apple. In una giornata, Nvidia ha perso il 16,86% bruciando 589 miliardi

(Shutterstock)

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto che è una «sveglia» per le grandi aziende tech americane. E in effetti DeepSeek, la startup dell’intelligenza artificiale cinese a basso costo, ha già scosso il mondo dell’Ai, creando molto trambusto a Wall Street. Nel fine settimana il suo chatbot è stato l’applicazione gratuita più scaricata sull’App Store statunitense di Apple, superando ChatGpt di OpenAi. Mentre il titolo di Nvidia lunedì 27 gennaio ha perso il 16,86% bruciando 589 miliardi, con l’indice Nasdaq che ha ceduto il 3 per cento.

Lo scorso 20 gennaio, DeepSeek ha rilasciato il suo nuovo software di intelligenza artificiale DeepSeek-R1, basato su una tecnologia Llm (modello linguistico di grandi dimensioni), ovvero la stessa che sta alla base di ChatGpt e Google Gemini. Ma l’azienda cinese non ha accesso ai chip all’avanguardia di Nvidia utilizzati per addestrare i modelli di intelligenza artificiale che alimentano chatbot come ChatGpt, in quanto le esportazioni della tecnologia più potente di Nvidia in Cina sono bloccate per ordine del governo degli Stati Uniti.

Eppure, la startup cinese fondata nel 2023 a Hangzhou su un progetto del fondo speculativo High-Flyer di Liang Wenfeng, ha modelli di Ai con prestazioni comparabili a quelle delle Big Tech occidentali. Ma con un costo più basso: l’addestramento del software sarebbe costato 5,6 milioni di dollari, con un minore consumo energetico. E il software, con accesso gratuito, è  open source, a differenza di OpenAi e Google.

Liang Wenfeng, 39enne ingegnere informatico, che ha iniziato usando gli algoritmi per investire in Borsa, voleva creare una intelligenza artificiale “low cost”, ottimizzando al massimo la potenza di calcolo necessaria. E così ha fatto. Per sviluppare V3, un altro modello di DeepSeek, l’azienda sostiene siano stati sufficienti solo duemila chip di Nvidia. Un numero molto inferiore ai 16mila che, secondo il New York Times, sono necessari per altri modelli simili.

Un dettaglio, questo, che ha portato alle perdite in borsa dei titoli di Nvidia e di altre aziende del settore dei microchip.

A fare ancora più rumore è stato il fatto che la tecnologia sviluppata in Cina, che ambisce a competere con OpenAi, è arrivata proprio nel corso della prima settimana della presidenza di Donald Trump, che tra le varie cose ha congelato il “ban” di TikTok, deciso proprio a causa della sua proprietà cinese.

Il software cinese però è soggetto a censura: se interrogato su Piazza Tienanmen o Taiwan, il chatbot non risponde. L’app raccoglie inoltre dati che può condividere con aziende affiliate o con il governo di Pechino.

DeepSeek è nata nel 2023 per volere di Liang Wenfeng, imprenditore e co-fondatore di High-Flyer, azienda che da anni si occupa di analisi di dati finanziari, usando l’intelligenza artificiale nelle strategie di trading. Liang Wenfeng aveva iniziato nel 2021 ad acquistare unità di elaborazione Nvidia. «Quando lo abbiamo incontrato era un nerd con un’acconciatura terribile, parlava di costruire un sistema con diecimila chip. Non lo abbiamo preso sul serio», racconta un suo socio citato dal Financial Times.

Le capacità del nuovo modello cinese, equivalenti a quelle dei leader americani del settore, preoccupano ora la Silicon Valley. «DeepSeek R1 è lo Sputnik dell’intelligenza artificiale», ha affermato Marc Andreessen, a capo del fondo Andreessen Horowitz e consigliere di Donald Trump, facendo un parallelismo con il lancio del primo satellite artificiale da parte dell’Unione Sovietica nel 1957. «Se la Cina raggiungesse rapidamente gli Stati Uniti nella corsa all’intelligenza artificiale, l’economia dell’intelligenza artificiale ne verrebbe sconvolta», ha avvertito Kathleen Brooks, direttrice della ricerca di XTB.

Trump ha detto che gli ultimi sviluppi nel settore cinese dell’intelligenza artificiale potrebbero però essere «positivi» per gli Stati Uniti. «Se potessimo farlo a un prezzo inferiore e ottenere lo stesso risultato finale, penso che sia una buona cosa per noi», ha detto ai giornalisti a bordo dell’Air Force One.

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