Criminal in ChiefSe Trump non avesse vinto le elezioni nel 2024, sarebbe stato condannato per aver provato a ribaltare quelle del 2020

In un report di centotrentasette pagine, il dimissionario procuratore speciale Jack Smith ha affermato di avere prove sufficienti per condannare il presidente eletto, ma che la vittoria del 5 novembre ha reso impossibile il proseguimento del processo

LaPresse

Il procuratore speciale Jack Smith aveva raccolto in questi mesi prove sufficienti per condannare Donald Trump per aver tentato di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020, ma la vittoria del candidato repubblicano lo scorso 5 novembre lo ha reso immune da qualsiasi condanna perché il Dipartimento di Giustizia americano non può perseguire legalmente il presidente degli Stati Uniti. 

In un report di centotrentasette pagine il dimissionario procuratore speciale Smith ha elencato tutte le prove schiaccianti contro il presidente eletto, accusato di aver complottato per ostacolare la raccolta e certificazione dei voti dopo la sua sconfitta contro Joe Biden nel 2020. Le prove raccolte indicano che Trump ha diffuso false accuse di frode elettorale, fatto pressione sui legislatori statali per non certificare i voti e orchestrato piani per sostituire elettori legittimi con gruppi falsi a lui favorevoli.

Questi tentativi di manipolazione e minacce sono culminati nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, quando i sostenitori di Trump hanno cercato di fermare con la violenza la certificazione della vittoria elettorale di Biden. L’indagine aveva portato a un’incriminazione per quattro capi d’accusa, tutti decaduti a causa della protezione costituzionale di cui gode il presidente eletto che entrerà ufficialmente in carica il 20 gennaio. 

In realtà l’indagine del procuratore Smith, che ha annunciato le sue dimissioni l’11 gennaio prima di essere rimosso dal suo incarico da Trump, erano già state ostacolate dalla decisione della Corte Suprema (a maggioranza conservatrice) di concedere l’immunità ai  presidenti e agli ex presidenti degli Stati Uniti da procedimenti penali per azioni legate al loro mandato.

Negli ultimi giorni, Trump e i suoi avvocati avevano cercato di bloccare la diffusione del report di Smith che ha una approfondita seconda sezione, ancora sigillata, che si concentra sul secondo filone di accuse del Dipartimento di Giustizia contro Trump, accusato di aver trattenuto documenti classificati relativi alla sicurezza nazionale nella sua residenza di Mar-a-Lago a Palm Beach, in Florida, dopo il termine del suo mandato presidenziale nel 2021.

Questa parte del report di Smith rimarrà riservata finché proseguiranno i procedimenti contro i collaboratori di Trump, Walt Nauta e Carlos De Oliveira. Il giudice federale Aileen Cannon, che ha supervisionato il caso sui documenti classificati, ha ordinato al Dipartimento di Giustizia di sospendere la divulgazione delle parti riservate del rapporto, sebbene sia stato concesso al Congresso di esaminarle in privato. Resta incerto quanto materiale nuovo emergerà al pubblico, ma secondo alcuni media americani, il report confermerebbe l’ampiezza e la profondità delle accuse.

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