Ormai lo sappiamo. Siamo di fronte a una piccola rivoluzione culturale, che di fatto sta modificando quel mondo dolce come lo abbiamo conosciuto fino a poco tempo fa. Basta pensare anche solo semplicemente alla colazione, che sta prendendo pian piano il posto dell’ aperitivo nel cuore delle persone, diventando momento di incontro e di socialità a tutto tondo. Questo concetto è anche al centro dell’ ottava edizione di Pastry Best, il simposio tecnico esperienze sulla pasticceria italiana contemporanea, organizzato ogni anno da Petra Molino Quaglia negli spazi dell’ Università della Farina a Vighizzolo d’ Este, vicino a Padova. “Tradizione Reinventata” è, infatti, il tema intorno al quale ruoteranno le giornate del 3 e 4 febbraio, per dare ai pasticcieri partecipanti nuovi stimoli, in grado di prender vita nella creatività, ma soprattutto nella produzione.
Si partirà, infatti, da due preparazioni dolci, simbolo sia dell’ industria che dell’ artigianalità dolciaria italiana, panettone e pandoro, per andare a capire come ci si possa concentrare sull’ ottimizzazione della loro produzione, mantenendo la qualità, ma riducendo allo stesso tempo lo stress per i pasticcieri. Elemento, questo, che spinge a ripensare a tutta l’ organizzazione stessa della pasticcieri a, settore molto diverso dalla ristorazione, con il quale condivide gioie e dolori, ma che porta con sé forse un grado di maggiore di dispendio di risorse. La figura stessa del pasticcere nell’immaginario collettivo è quella di un professionista con orari di lavoro quasi folli, le sveglie a notte fonda per cominciare a impastare e una giornata lunghissima: oggi le cose stanno cambiando e stanno cambiando, fortunatamente, anche in questo senso. A patto però di sapere come fare.
Il Pastry Best punta proprio su questo, con una due giorni di riflessioni che riunirà esperti e persone del settore. A partire, ovviamente dai padroni di casa, Chiara Quaglia e Piero Gabrieli di Petra Molino Quaglia, insieme al tecnologo alimentare Luca Giannino e al pasticciere Davide Ferrante dell’ Università della Farina. Il simposio non limiterà però solo alle discussioni teoriche, ma vuole avere un risvolto altamente pratico. I partecipanti prenderanno, infatti, parte attivamente a workshop di gruppo, affrontando aspetti cruciali della produzione appunto di panettone e pandoro, proprio per mettere l’ accento sulla ricerca di un processo produttivo in grado di essere più sostenibile ed efficiente. I workshop si concentreranno su tecniche per semplificare la creazione di questi dolci italiani, riducendo al minimo tempo e sforzo senza sacrificare gusto e consistenza. Ciò includerà anche l’ esplorazione della dinamica della lievitazione bilanciata e di innovative miscele di farine, con particolare attenzione all’ utilizzo del lievito del panettone per la produzione del pandoro.
Il simposio affronterà poi anche la questione critica dell’ equilibrio tra lavoro e vita privata: le intense esigenze della produzione natalizia sono palesi a tutti e risulta obbligatorio oggi condividere strategie per una migliore gestione del tempo e una riduzione dello stress. Ottimizzando i processi, l’ obiettivo è quello di consentire ai pasticcieri di mantenere la loro passione godendo proprio di una migliore qualità di vita: elemento che forse permetterà anche alle nuove generazioni di riaffacciarsi a questo settore.
Tante poi saranno le masterclass: tra tutte, quella pasticciere Corrado Assenza del Caffè Sicilia, che fornirà spunti sull’ utilizzo di frutta fresca in questi dolci classici. Tavole rotonde e dibattiti daranno modo ai partecipanti di condividere le proprie esperienze e intuizioni, promuovendo la collaborazione e lo scambio di conoscenze. E questo per sottolineare un’ evoluzione cruciale nella pasticceria, che non significa abbandonare la tradizione, ma migliorarla attraverso tecniche moderne e un approccio più sostenibile.