Sono spariti da oltre un mese, ma non ne parla più nessuno. Il blogger Ahmed Mansoor, l’economista e scrittore Nasser bin Ghaith (professore universitario alla sede della Sorbonne di Abu Dhabi), gli attivisti Fahad Salim Dalk, Hassan Ali al-Khamis e Ahmed Abdul Khaleq. Tutti cittadini emiratini e impegnati da anni per il rispetto e la promozione dei diritti umani nel Paese.
Il procuratore generale degli Emirati ha dichiarato che i cinque sono tenuti in custodia cautelare e che sono oggetto di indagine “in relazione ad atti che minacciano la sicurezza dello Stato e l’ordine pubblico” e per “presunte gravi offese ai capi di Governo”. La loro colpa è di avere scritto una petizione, indirizzata allo sceicco, chiedendo maggiore democrazia e suffragio universale (in vista delle elezioni che si terranno il prossimo settembre) e di avere partecipato al forum uaehewar.net e al blog Hiwar (qui, peraltro, oscurati).
Nono solo: il ministro degli Affari Esteri, a fine aprile, ha firmato un decreto per sciogliere l’Associazione dei giuristi degli Emirati, principale e unica voce della società civile emiratina, fondata da un altro attivista per i diritti umani di cui attualmente non si hanno notizie, l’avvocato Mohamed Al Mansoori.
Nonostante la vicenda sia stata riportata dalle maggiori agenzie di stampa del mondo, nessuno é intervenuto: dichiarazioni da parte di Governi occidentali o di altri Paesi arabi non ce ne sono state. Gli unici ad avere preso posizione sono le associazioni Human Rights Watch, che ha definito la situazione “una grave battuta d’arresto per i diritti umani negli Emirati” e Amnesty International, che invita a firmare e inviare un appello al vice presidente, al ministro dell’Interno e al ministro degli Affari Esteri emiratini nel quale si chiede chiarezza sull’accaduto.
Nel 2009 le autorità degli Emirati avevano dichiarato, di fronte al Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti umani, che il dialogo con la società civile è una priorità per il Paese. Il solito contentino per le istituzioni internazionali. Il solito escamotage per mettere in pace le coscienze dell’Occidente: che così puó proseguire gli affari salvando la faccia.
Poi, tutto come prima.
Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani
Articolo 2
1. Ogni Stato ha la responsabilità primaria ed il dovere di proteggere, promuovere ed attuare tutti i diritti umani e le libertà fondamentali, tra l’altro, intraprendendo le misure necessarie per creare tutte le necessarie condizioni sociali, economiche, politiche e di altro genere, come pure le garanzie legali richieste per assicurare che tutte le persone sotto la sua giurisdizione, individualmente ed in associazione con altri, possano godere tutti quei diritti e quelle libertà nella pratica.
2. Ogni Stato deve intraprendere ogni misura legislativa, amministrativa o di altro genere che possa essere necessaria per assicurare che i diritti e le libertà di cui alla presente Dichiarazione, siano effettivamente garantiti.