Jo-Wilfried Tsonga è il ragazzone francese che ieri pomeriggio ha eliminato ai quarti di finale di Wimbledon lo svizzero – e in un certo senso padrone di casa – Roger Federer. Bella partita, chiusa dopo 5 set e dopo che Tsonga si era ritrovato sotto 2-0, pur giocando un ottimo tennis soprattutto a partite dal secondo set. 3-6 6-7 6-4 6-4 6-4 il risultato di tre ore di gioco all’incirca, con Federer che da galantuomo ha atteso l’avversario prima di abbandonare il campo centrale, con il francese che saltava come un bambino e riceveva il saluto del pubblico.
Curioso tipo, Tsonga. Per la prima volta approda alle semifinali del torneo e si gode il momento di gloria dopo i guai fisici che sono la fortuna o sfortuna dei giocatori che si dedicano a questa disciplina, fatta di scatti continui e se i muscoli non reggono alla pressione, l’inciampo è dietro l’angolo. Misura più o meno un metro e 90 ed è pesato 90 chili. Per la robustezza fisica, intesa come corporatura, e dalle movenze a rugby potrebbe garantirsi un posto da utility. Non esclusivamente il classico utility back (per i non addicted, l’utility back è il trequarti – quelli con i numeri dall’11 al 15 – che può giocare tanto come centro che come ala o estremo), ma utility e basta secondo certe caratteristiche dal rugby moderno. Terze linee tremendamente mobili con i piedi e le mani da trequarti o viceversa. D’altronde questa è l’epoca dei mediani di mischia che potrebbero operare da terze aggiunte e da uomini del pack di un’agilità terrificante, soprattutto se giungono dalla Rugby League (certi riferimenti ad atleti australi è puramente voluto e la sensazione è che questo nuovo kind of players farà il bello e cattivo tempo – per gli avversari – in Coppa del Mondo).
Tsonga. Fa quasi rima con Nyanga, nome di battesimo Yannick. Entrambi dopo tutto sono di origine congolese e poi cresciuti Oltralpe. O ancora, ci sarebbe quel Thierry Dusatoir che è compagno di squadra di Nyanga sia al Tolosa che in nazionale, peccato per Yannick che sempre quest’ultimo praticamente contribuisca a lasciarlo in secondo piano perché anche lui terza linea, meglio se flanker. I tre fanno parte della stessa generazione (classe ’85 Tsonga, ’83 Nyanga, ’81 Dusatoir, il vecchietto del gruppo) e sono ad un momento chiave delle loro carriere.
Ok, un Imanol Harinordoquy a fare da peso aggiunto è lecito, un diritto. Però se Tsonga mettesse su quei chili di muscoli in più che gli servono per essere atleticamente una terza linea al passo coi tempi, farebbero divertire gli spettatori.
(via rightrugby)
Ps: cos’è il rugby? Magari la risposta sta in questo video prodotto dai Queensland Reds, franchigia australiana che si giocherà con i neozelandesi dei Blues il quarto di finale del Super Rugby, il top dei tornei australi. Sui versi di un pezzo rap: This is ten percent luck, twenty percent skill / Fifteen percent concentrated power of will / Five percent pleasure, fifty percent pain / And a hundred percent reason to remember the name!