La globalizzazione si manifesta in due modi diversi. Quello più classico e citato prevede l’innesto di elementi terzi in un contesto che con queste novità hanno poco a che fare. Il Fatto, per esempio, ha raccontato ai suoi lettori della vendita del kebab a Cassano Magnano, comune natale di Umberto Bossi. Questo tipo di globalizzazione non esclude quella temporale che pone lo stesso problema davanti a soggetti diversi. Nelle stesse ore in cui David Cameron riferiva sugli scontri inglesi Giulio Tremonti abbozzava un discorso per superare la crisi. Entrambi gli esponenti politici hanno provato a confrontarsi con gli adolescenti.
L’intervento del primo ministro inglese sui giovani è più evidente. Cameron vorrebbe bloccare i social network per evitare che nuovi gruppi di ragazzi organizzino le proprie proteste con internet. Il condizionale è d’obbligo fino a quando l’esponente politico non si renderà conto della stupidaggine detta. La stessa rete che ha veicolato la protesta è diventata il punto d’incontro dei cittadini che hanno organizzato la pulizia delle città distrutte dai teppisti. Internet, inoltre, è un media che ha meno di cinquant’anni. Il Sessantotto è esploso senza l’ausilio delle tecnologie. Cameron invece di perdersi in labirinti degni di Alberoni dovrebbe avere il coraggio di confrontarsi con quello che è accaduto. Prima del 2000 Londra era il motore del cambiamento culturale dell’Europa. Oggi questo talento è sepolto sotto le ceneri della sede della Sony che ospitava ore e ore di musica indipendente. Il fallimento dell’industria intellettuale sfugge all’economia ma non alla società, variabile troppo spesso trascurata dagli analisti.
Tremonti, invece, non deve rispondere a dei minorenni eppure il discorso fatto alla Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio assomigliava tanto ad uno dei mea culpa che Tata Lucia e colleghe devono sentire prima di riequilibrare l’ordine delle famiglie in cui intervengono. Il ministro dell’Economia parla con la stessa ingenuità dei genitori di SOS Tata, convinti che gli sbagli siano commessi sempre e solo dai figli. Tremonti però non ha davanti a sé dei minorenni in piena tempesta ormonale. Il custode dei conti italiani oggi deve rispondere a dei maturi maggiorenni che sono preoccupati per i contributi versati. Non bisogna essere delle cinture nere di geopolitica per capire che se le critiche, vaporose, della sinistra si sovrappongono a quelle del Governo o degli ex alleati tutto in ordine proprio non è.
Dell’operato di Tremonti e di Cameron ognuno ha un’opinione personale. Stabilire se il loro lavoro sia giusto potrebbe allontanarci dalla questione più importante. Entrambi i politici parlano al presente come se il loro lavoro non avesse delle ripercussioni sulle nuove generazioni. Invece di essere degli adulti emancipati dalle problematiche dell’adolescenza, fraintesa dai più vecchi, Tremonti e Cameron credono che un ciuccio sia l’unica soluzione per spegnere le urla delle rispettive nazioni. Prima o poi, però, per tutti arriva il momento della ciccia.
Colonna sonora: I Bet You Look Good On The Dance Floor degli Arctic Monkeys perché il nuovo singolo della band è bruciato con la sede della Sony.