Falafel CafèAlla radio arrivano le notizie sul traffico “kosher”

«Ai nostri radioascoltatori chiediamo di fare attenzione al traffico in entrata a Bnei Brak, mentre a quelli che si stanno dirigendo a Mea Shearim di cercare di evitare gli sguardi alle turiste ame...

«Ai nostri radioascoltatori chiediamo di fare attenzione al traffico in entrata a Bnei Brak, mentre a quelli che si stanno dirigendo a Mea Shearim di cercare di evitare gli sguardi alle turiste americane che passeggiano nei dintorni del quartieri perché vestite in modo immorale». Ecco, potrebbe essere più o meno così l’appuntamento radio che tra pochi giorni gli ebrei ultraortodossi sparsi qua e là nel Paese potrebbero sentire alla radio. Non una stazione qualsiasi, ma quel Kol Barama Radio che negli ultimi anni è diventato sempre più un punto di riferimento per la vasta comunità di sefarditi e ashkenaziti.

L’emittente ha fatto sapere che la nuova iniziativa è l’appuntamento sulla viabilità. Ma non quella che ogni giorno tra Tel Aviv e Gerusalemme fa arrabbiare gli autisti per il troppo traffico. Le informazioni – rigorosamente kosher con tanto di annunciatori uomini – riguarderanno solo le aree abitate da ebrei ultraortodossi: il quartiere gerosolimitano di Mea Shearim, la cittadina di Bnei Brak, vicino Tel Aviv, la comunità di Elad, Beitar Illit, qualche quartiere dalle parti di Herzliya.

Alla fine dello spazio informativo seguirà il “Tefilat HaDerech” (La preghiera del viaggiatore), un’invocazione ebraica che auspica una giornata tranquilla, in entrambe le versioni askenazita e sefardita. «In questo modo gli autisti non dovranno prendersi il libro delle preghiere in mano mentre guidano», ha spiegato al sito Ynet Moti Ovadia, uno dei dipendenti della radio.

L’emittente Kol Barama nelle ultime settimana ha dovuto subire la decisione della Seconda autorità per la televisione e la radio che chiedeva l’introduzione di speaker donna all’interno della programmazione quotidiana. Dopo mesi di inadempienza è arrivato l’ordine perentorio. I proprietari hanno dovuto piegarsi, e così stanno pensando di creare spazi informativi appositi da far condurre alle donne. Ma su una cosa sono irremovibili: «Ricorreremo alle voci femminili solo in circostanze di emergenza».

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