■ Chi è Giuseppe Civati?
Qualche giorno fa abbiamo avuto il piacere di intervistare Giuseppe Civati, politico e blogger italiano.
Innanzitutto Giuseppe ci ha raccontato quale è stato il percorso che lo ha portato ad occuparsi di politica: prima la scuola, poi i Giovani Progressisti, quindi i comitati per Prodi e la politica istituzionale, per diventare infine Consigliere Regionale della Regione Lombardia.
Abbiamo chiesto come sarebbe stata la sua manovra finanziaria, se fosse stato al governo: Giuseppe sostiene che la scelta giusta sia di far pagare la crisi a chi se lo può permettere, non a chi è più in difficoltà.
Patrimoniale sì, dunque, soprattutto l’idea di passare da una tassazione pesante sul lavoro e sull’impresa a una tassazione più modesta, intervenendo invece su chi ha grandi disponibilità immobiliari che bloccano il paese, e che comunque sono la forma di investimento più remunerativa e meno tassata.
Il berlusconismo, secondo Giuseppe, non inizia e non finisce con Berlusconi, anche se sta attraversando un periodo di grande crisi, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista morale.
La maggioranza parlamentare c’è, anche se il Parlamento è di fatto bloccato da meccanismi di ricatto molto volgari.
Abbiamo chiesto a Giuseppe se a suo avviso il DDL Intercettazioni passerà: il progetto del Presidente del Consiglio, a quanto pare, è di chiudere tutti i boccaporti, evitare che ci sia un dibattito pubblico informato e limitare la possibilità di esprimere la critica sulla base di dati reali.
E’ già stata messa una pesante ipoteca sul servizio pubblico televisivo, con l’esodo dei giornalisti scomodi dai canali di Rai e Mediaset.
Per una politica che ormai ha perso di vista i suoi obiettivi, è necessario cercare dei nuovi interpreti, liberi e a “scadenza naturale”, con un limite al numero di mandati per cui è possibile candidarsi.
Abbiamo parlato di un modello possibilmente migliore di legge elettorale, che Giuseppe ha individuato nel doppio turno “alla francese”, come già avviene nell’elezione dei sindaci, un modello che potrebbe garantire una maggiore governabilità e una scelta informata e articolata.
Persino con la Legge Calderoli, il cosiddetto Porcellum, sarebbe possibile sanare la situazione: basterebbe semplicemente scegliere i parlamentari con le primarie, ma questa proposta non è mai stata attuata.
Per concludere Giuseppe ha parlato dei punti della sua agenda digitale per l’Italia, della sua idea di Europa, delle pensioni e del precariato, esprimendo la sua opinione riguardo a quelli che potrebbero essere i provvedimenti adatti per risolvere i problemi relativi a questi aspetti.
Giuseppe ha naturalmente risposto alle vostre domande, quindi invito tutti a visionare l’intervista integrale, molto più ricca di informazioni e dettagli rispetto a questa mia breve sintesi. Buona visione!