Una voce poco faArpe entra in Fonsai, ma le Coop sono per il libero mercato

✦ Una voce poco fa mi ha detto che dalle parti di via Stalingrado hanno fiducia nel libero mercato. Pare che, parlando al telefono della presunta cordata che ruota intorno a Palladio finanziaria, i...

Una voce poco fa mi ha detto che dalle parti di via Stalingrado hanno fiducia nel libero mercato. Pare che, parlando al telefono della presunta cordata che ruota intorno a Palladio finanziaria, il presidente di una delle Coop azioniste di Finsoe (holding che controlla Unipol) abbia detto: «Noi non abbiamo cambiato i nostri programmi, abbiamo un accordo di massima sulle linee guida del piano industriale, ma se ci sono altri salvatori della patria ben vengano, il mercato è libero». Anche se a prima vista i vicentini sembrano più raider che custodi degli equilibri “sistemici”, a stupire è il pulpito da cui viene la predica. La considerazione rappresenta una clamorosa inversione a U per i grand commis dell’economia sociale (Finsoe = Finanziaria dell’economia sociale), ai quali l’avventura in Ugf, guardando ai bilanci, ha portato più dolori che gioie. Piazza Affari, negli ultimi tre anni, è stata avara di soddisfazioni per le grandi Coop dell’Emilia Romagna, costrette ad impiegare gran parte dei prestiti soci per finanziare la costosa partecipazione nel gruppo bolognese. Per loro, custodi dell’economia sociale, non importa che il salvatore della patria sia Mediobanca, Unicredit, Palladio o la Sator di Matteo Arpe, che ha comunicato alla Consob di avere superato il 2% del capitale di Fonsai. A loro interessano i dividendi. (14 febbraio)

Aggiornamento ore 19.20

Palladio, salita oggi al 5% del capitale di Fonsai e Sator, che ha superato la soglia del 2%, comunicano di aver siglato un patto di consultazione in ordine alle rispettive partecipazioni di azioni con diritto di voto Fonsai. Il patto, si legge in una nota, «non prevede alcuna intesa o obbligo in merito all’esercizio dei diritti di voto».

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