Mentre leggevo alcune dichiarazioni iniziate a circolare da ieri, ed andate avanti anche nella giornata odierna, sono sobbalzato dalla sedia nel veder ipotizzare una nuova forma di grande coalizione, o “grande ammucchiata” volendo coniare un termine leghista. A quanto pare, il primo (e forse, dico forse, unico) ad aver fatto circolare questa tesi è stato l’ex premier Berlusconi che, vedendo il “suo” Pdl in grandissimo affanno nei sondaggi, e non avendo di meglio da pensare, ha abbozzato un Monti-bis sostenuto ancora da una larghissima maggioranza: dal Pdl all’Udc di Casini, senza escludere quei “sovietici” del Partito Democratico.
Il buon Pierferdinando, che di ammiccamenti dal patron della Fininvest ne sta ricevendo a bizzeffe da un anno e mezzo a questa parte, ha mostrato di voler divincolarsi anche questa volta seppur con la solita moderatezza: “Se domani dovesse ammettere di aver sbagliato negli scorsi anni, tutto cambierebbe e si potrebbe iniziare a ragionare”. Non proprio un “no secco” a priori quindi. Mentre il terzo incomodo, ovvero il Pd, ha escluso categoricamente tale possibilità per bocca del proprio segretario. Bersani ha infatti dichiarato che una Grosse Koalition all’italiana “non esiste in natura”. E proprio dopo questa battuta ho tirato il primo sospiro di sollievo.
Pericolo scampato? Non proprio, ma almeno è un buon punto di partenza. Eh già, perchè se per esempio avessimo ancora avuto Veltroni come segretario del maggior partito di centrosinistra, non erano da escludere dei “punti di convergenza” (fonte corriere.it) come i due hanno mostrato di avere nel passato. O ancora, avremmo rischiato anche di più, con un D’Alema in cabina di regia, lui che ha “istituzionalizzato” l’inciucio in politica: basti andare a vedere alla parola “inciucio” su wikipedia qual è il primo esempio che viene fatto e si capisce subito dove potrebbero portare tali ipotesi di intesa.
Eppure, il pluriprescritto d’Italia, da buon allievo di Licio Gelli, tenta a più riprese di coronare quel sogno chiamato”Piano di Rinascita Democratica”: una forma di governo in cui le differenze tra le varie correnti di pensiero sono solo pura e semplice apparenza. Un grazie particolare, per ora, al segretario Bersani per aver scongiurato quest’ipotesi di accordo riluttante, nella forma. Aspettando di ringraziarla ulteriormente, quando ci mostrerà la differenza anche dal punto di vista sostanziale, magari dopo che avrà vinto (com’è probabile che accada) le prossime elezioni politiche.