Il picchio parlante“Mi consento” di dissentire; Twitter non annoia!

Mi sembra opportuno aggiungere, su questo blog, una considerazione in merito all'affermazione di Michele Serra e del suo concetto twittato (Twitter mi fa schifo: fortuna che non twitto), e della co...

Mi sembra opportuno aggiungere, su questo blog, una considerazione in merito all’affermazione di Michele Serra e del suo concetto twittato (Twitter mi fa schifo: fortuna che non twitto), e della conseguente affermazione del condirettore di Linkiesta, Massimiliano Gallo. L’editorialista di Repubblica è stato molto superficiale sull’argomento, avendo dibattuto su una semplice questione(una serata con un amico, con questi che gli elencava dei tweet) , ed avendo quindi tralasciato molti altri aspetti che il social network offre a disposizione degli utenti.

La sua essenzialità e la velocità dei cinguettii sono stati probabilmente il punto forte, ma non l’unico. Molti erano stufati dall’eccessivo exploit di Facebook, ed hanno trovato in Twitter una via di rifugio all’altezza. Ma, come tutti i mezzi, è il modo in cui si usa ad essere fondamentale. Sono in tanti a divertirsi a twittare con i propri amici, o a dialogare con i rispettivi followers intavolando dibattiti più o meno intensi. Certo, mai prolissi, questo è impossibile.

Ed è quindi cosa futile parlare di un semplice aspetto, fondando su di esso un impianto quasi denigratorio, di un prodotto non prendendo in considerazione tutto l’insieme. Allora ci sta pure che, appreso dell’articolo di Serra, ogni utente di Twitter si faccia un giudizio del tutto negativo del giornalista, quando poi non è a conoscenza delle inchieste curate in passato e di tutta la sua attività professionale che, aldilà di opinioni personali, rimane di assoluto rispetto e valore.

Il giorno dopo, anche il dottor Massimiliano Gallo è intervienuto sulla questione, annunciando sinceramente, che ogni qualvolta “si affaccia, come si fa in un bar” torna a casa piuttosto annoiato. Beh, è chiaro che è anche una situazione di gusto, ma quanti giornali/aziende/prodotti di successo ci sono, che non riescono a sposare l’esigenze di tutti? La cosa essenziale da fare è cercare di non tornare più in data sede, in modo che non si corra il rischio di annoiarsi.

Coloro che rimangono connessi al ritmo di 140 caratteri se ne faranno una ragione per ogni utente che vi entra e, subito dopo o qualche tempo, esce dal circuito; vuoi perchè non l’ha capito, vuoi per mancanza di tempo o perchè ne è rimasto schifato. La cosa certa è che, almeno per il momento, quelli che non si disconnettono non hanno alcuna voglia di smettere di informarsi e informare attraverso twitter.

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