Antonio Ereditato, il coordinatore dell’esperimento OPERA che ha suscitato l’interesse di tutta la stampa internazionale per l’annuncio che i neutrini viaggerebbero più veloci della luce, ha presentato le proprie dimissioni dalla guida del progetto. Lo si apprende dal sito dell’ANSA. Già quando lo abbiamo intervistato un mese fa, l’idea che tutto il clamore fosse un abbaglio dovuto a un cavo mal funzionante aveva suscitato più sorriso imbarazzato.
Ora, dopo diverse smentite dei risultati sperimentali, a cominciare da quella del gruppo coordinato dal premio Nobel Carlo Rubbia, pare che un gruppo di ricercatori che lavorano a OPERA abbia presentato una sorta di mozione di sfiducia per chiedere le dimissioni di Ereditato. Posizione che, riporta sempre l’ANSA, non sarebbe condivisa dall’intero gruppo (ci furono comunque spaccature già a settembre 2011, alla presentazione dei dati), ma che avrebbe indotto Ereditato a presentare comunque le dimissioni.
Sul web e su Twitter si è già scatenata l’ironia di molti. Al momento la battuta migliore potrebbe essere quella del collega @lucapagni: “Si è dimeso lo scienziato dell’esperimento fallito dei #neutrini. Del resto, nella vita non tutti riescono a uscire dal tunnel”. Scherzi a parte, questa è una vicenda che dovrebbe far riflettere sul rapporto difficile che talvolta la scienza sembra avere con i mezzi di comunicazione. Come ha ricordato Piero Bianucci sul LaStampa, infatti, tutto è cominciato da un telefonata di Antonio Zichichi al Giornale di Paolo Berlusconi. Da lì, è stato un susseguirsi di operazioni maldestre.
La fisica dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare gode di un grande prestigio nel mondo, ma forse sarebbe il caso che il presidente Fernando Ferroni dedicasse un po’ di energie in più a monitorare il flusso di informazioni che viene generato dall’istituto, sia direttamente che indirettamente. In fondo servirebbe a non fare figuracce con la comunità scientifica internazionale e con i finanziatori principali della ricerca in fisica in Italia: noi contribuenti. (marco boscolo)