BacklitFacebook, the Day After

Il 18 maggio passerà alla storia di Wall Street come la giornata record per volumi transati di una singola azione. Detentore del primato, Facebook, al debutto sul mercato tecnologico Nasdaq. 562.7M...

Il 18 maggio passerà alla storia di Wall Street come la giornata record per volumi transati di una singola azione. Detentore del primato, Facebook, al debutto sul mercato tecnologico Nasdaq. 562.7M di azioni sono state vendute e acquistate in poco meno di 5 ore, quasi un milione e novecentomila al minuto. Non è un caso che molti sistemi di brokerage online si siano trovati in gravi difficoltà come nel caso di eTrade che addirittura ha presentato disservizi e malfunzionamenti per diverso tempo.

Ricapitolando, però, queste alcune le conclusioni a cui si può arrivare rileggendo gli avvenimenti:

  • in una giornata caratterizzata dagli indici dei mercati in calo, Facebook (FB) ha chiuso le trattazioni praticamente invariata rispetto al prezzo di collocamento di $38. I 23 centesimi incrementali sono quasi comici rispetto a quanto successo nell’arco della giornata e ben documentato da LK con un racconto “dall’interno”.
  • per ben due volte l’azione ha toccato i $38 senza mai scendere al disotto del prezzo di collocamento. Non credo sia un caso anche se tecnicamente nulla impedisce a un’azione di venire scambiata nel giorno iniziale a valori inferiori di quanto previsto. La sensazione è che fosse stato predisposto una sorta di “swat team” per intervenire in caso di pericolo con acquisti massicci. Onestamente vedere il titolo sotto i $38 sarebbe stato un vero smacco e un brutto segnale per l’intero comparto tecnologico.
  • è evidente come il prezzo di $38 fosse eccessivo. A beneficiarne solo i dipendenti dell’azienda, Zuckerberg in primis. Per loro aver posizionato alto il prezzo di partenza significa aver incassato di più e in modo certo. Non proprio bellissimo.
  • che $38 dollari rappresentassero una stima molto generosa lo si può evincere anche dalla capitalizzazione dell’azienda. $104 miliardi sono tanti. Un’enormità considerando che Apple è scesa sotto i $500B, rimanendo pur sempre la #1. Nulla impedisce a Facebook o a qualsiasi altra azienda di raggiungere una capitalizzazione superiore, ma – dati alla mano – realistico ritenere che non sarà così semplice considerando il business model del leader dei social network, salvo nuove e rivoluzionarie forme di monetizzazione.
  • proprio per questo motivo, l’azione non potrà salire di molto nel prossimo futuro. Anche in questo caso, nessun impedimento tecnico, ma la matematica finanziaria segue regole leggermente diverse. A $80 per azione, la market cap sarebbe di $200B. A $160 pari a $400. Con il titolo a $200 Facebook batterebbe oggi Apple;
  • La valutazione attuale è di un fattore di oltre 100 volte gli earnings o PE (prezzo dell’azione diviso i profitti conseguiti). Per Google questo valore è 18, per Apple 12.93, per Microsoft 10.46. Tutto può essere, ma sarebbe più un’anomalia che la norma.

In generale, la modesta performance del primo giorno ha lasciato tutti molto perplessi, sebbene sia concisa con una giornata di trattazioni negative al Dow e al Nasdaq. Francamente uno scenario dove investitori individuali riescono ad acquisatre il tutolo allo stesso prezzo dell’IPO – per giunta dell’IPO #1 di tutti i tempi – non è un grande segnale. Ora, da lunedì, per l’azienda azzurra non resta altro che dimostrare con i risultati trimestrali che la fiducia ottenuta dei mercati è ricompensata con fatturati in crescita sostenuta e marginalità adeguata.

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