Ma non vi ho raccontato che sono venute a trovarmi due mie amiche dal paese pizza e mandolino? Ma cosa ho nella testa? Stavo guidando sotto il bel sole di Londra, da sola, libera e bella, con la musica al massimo, una serie di tracce fortunate, e senza navigatore sicura ormai delle strade londinesi, e ripensavo allo scorso week end.
Ebbene si, le prime migrazioni sono iniziate a tempo record: dopo soli 5 mesi di Londra, ecco le prime coraggiose che affrontano il viaggio oltremanica. E sapete cosa? Siccome sono state così brave, ho deciso di mettermi in macchina e andarle a prendere all’aeroporto. Ovviamente tutti me lo hanno sconsigliato, ma io, cocciuta, pensavo che fosse fichissimo presentarsi a Gatwick quando nessuno ti viene a prendere manco a Pisa (merda), in macchina, di notte, con la guida a destra e la corsia a sinistra. E poi amo fare quello che non ho mai fatto. E così, al buio, senza lampioni, mi fiondo in qualche modo su qualche autostrada. Chiaramente diluviava a più non posso, altro che gatti e cani, cavalli e mucche. Ho avuto qualche ripensamento quando la luce sulla strada è completamente andata via e mi trovavo sola, ma più pensavo alla situazione e più mi piaceva. E poi diciamoci la verità, esser presi all’aeroporto è davvero bello.
Sbagli orario, sbaglio terminal, che ve lo dico a fare, ma raccatto le amiche. Belle, sono bellissime. Sono Italiane. E sono qui per me. Parlo Italiano e vengo capita. Ritorno indietro, verso Londra, e dopo 2 ore di viaggio, passando per non so dove, arriviamo a casa. Tutto era pronto, cioé il loro letto gonfiabile matrimoniale, per me comodissimo, spero anche per loro, e l’alzata di carta colorata con i cupcakes di mille gusti. Sigaretta, buona notte e tutti a nanna. Felici. Il mio entusiasmo prosegue e alle 6 am mi sveglio, prendo Viola, in pigiama, la ficco in macchina e riparto, questa volta verso un altro aeroporto, quello dalla parte opposta, nuovo tragitto. Vado a prendere mia madre appena atterrata dal Sudafrica. Bello. Non saranno troppe emozioni tutte insieme? E poi mi ci vorrà quanto a smaltire tutto ciò? Come minimo avrò un down fotonico visto che la festa continuerà fino a Domenica quando partirò per Roma per Dissonanze. Ma quello ve l’ho già raccontato.
Insight sulle amiche: una nordica ma con la guida napoletana. Mi rifiuto di andare in macchina con lei. Clacson a chiunque, urla idem. E’ arrivata a casa mia e la mattina appena sveglia, la prima cosa che ha fatto, è stata assestarmi il salotto spostando poltrone e divani. E adesso in suo onore abbiamo lasciato tutto così, come l’ha deciso lei. E’ dura, ma ganza come si dice a Firenze. Sa il fatto suo. E dice le cose come stanno. E a volte trova altre prospettive inaspettate. Ci sono solo due cose di cui non posso parlare con lei se no s’irrita. E quindi non le menzionerò. Però peccato eh amica mia. Vabeh, farò l’intelligente anche io per 48 ore. L’altra mia amica è un po’ nordica un po’ no, è sognante e vaga, e ti può stupire da un momento all’altro con frasi a effetto, salti e urla di gioia per poi tornare ad essere assolutamente normale, tranquilla. Ci confidiamo sui nostri stati d’animo 20 volte al giorno e siamo telepatiche. Non ci conosciamo bene ma riusciamo a parlare di cose dell’altro mondo. Con lei posso parlare di tutto e non s’arrabbia come invece l’altra. Sono le mie amiche “grandi” e quando cazzeggiano come me, tutto è perfetto. Perché siamo in sintonia. Su quasi tutto. F., all’atterraggio dell’aereo, stava rischiando un ictus. Ma poi si è ripresa. E si è presentata con pacchi di caramelle e schifezze varie. Idem P., l’amica nordico-napoletana. Se ci aggiungete me, beh direi che eravamo un bel trio.
Londra ci ha accolte e dato il meglio. Boetti alla Tate Modern è stato meraviglioso, assolutamente al di sopra delle aspettative, già alte. L’avevo prenotato il mese prima. Ci ha fatto fare un viaggio, con le sue lettere, i suoi francobolli, il suo ordine e disordine e la mania di scrivere e archiviare. Grafia grafia grafia. La mia mania.
Bus a due piani verso Oxford Circus, senza magiare, poi Liberty, senza mangiare. Poi intervengo io: Bloody Mary, senza mangiare. Non avrò mangiato, non avrò dormito, ma almeno berrò. Se non che il mitico proprietario del The Grenadier, uno dei pub più antichi di Londra famoso per il Bloody Mary appunto, ci regala il suo pasto. Letteralmente ci vede sbavare (forse ero l’unica) e ce lo da. Io accetto solo quando mi dice di essere il boss del locale. Allora sì, grazie. Yummy Yummi, salsicce e patatine. Bloody Mary doppio: F. è astemia. Nooooooooooooooooooo, non puoi essere astemia se sei mia amica. Oppure non puoi essere mia amica se sei astemia? Glielo dirò. Ma gliel’ho già detto. F., hai capito? Da qui a Settembre solo bloody mary eh per esercitarti un po’. A questo punto io esco fuori dai giochi perché ho dei cinesini che mi stanno infilando degli spilli negli occhi. Le 4 ore di sonno si fanno sentire e non riesco proprio a tenerli aperti. Cinesi, andate via, adesso devo mangiare e voglio vedere quel che addenterò. Opto per un THAI a Soho, ma sono stanca e il locale è una gran confusione. Siamo tutte stravolte. Quindi alle 11 a nanna. Felici di quel che Londra ci ha dato, anche quando la visione delle cose iniziava a vacillare causa stanchezza estrema.
Durante i nostri vari giri, ci sono conversazioni che ho registrato, ma che non riesco a riportare perché rientrano nei personaggi che ci eravamo date, ognuno col suo profilo ed il suo ruolo nei confronti dell’altra, assolutamente esasperati: c’era lei, l’amica no social, P., esclusa da qualsiasi forma di tecnologia o social network, poi c’era l’altra,F., a metà tra me e la prima, e poi ci sono io, dentro fino al collo. Osannavamo l’era della condivisione ed abbiamo convenuto che anche la nostra amica P. no-social, alla fine sarebbe stata pronta per FB. Poi si è parlato di democrazia del lusso, con invidia feroce alla visione di quelle meravigliose ville nelle mews di ciottolato e glicine che solo a Londra puoi trovare. E poi le nostre storie, tutte sfigate, raccontate sedute in qualche divano da Liberty fino a chiusura, un po’ alla volemose-bbene. Patetiche e infatti cacciate fuori.
Peccato che non sia stata una giornata di sole come quella di oggi, peccato che eravamo in 6 in una casa di 70 mq, peccato che non sono rimaste un po’ di più. Domenica poi, siamo partite. Io, come sapete, ho iniziato a correre e non ho più smesso fino a Martedì, rischiando di non salire sul mio aereo e perdendo invece qualsiasi treno possibile.E oggi sono sola, con la mia musica, i miei scritti, il sole e l’aria calda ed un week end che mi aspetta di solo amore e relax. Ricordatevi che il prossimo fine settimana si festeggia il Giubileo della Regina. E magari arriveranno mio fratello e fidanzata, mio papà e sua moglie e qui c’è già mia mamma. Ed io sarò in concorso col mio blog. Quindi vi romperò fino alla muerte perché mi votiate.
Sto bene. Conto in banca vuoto. Amore tanto. La vita è bella. Voglio tutto. Voglio te.
God Save The Queen (però dei Sex Pistols).