Questa settimana è una di quelle settimane che il mio cervello non riesce a contenere. Ci sono troppe cose che devono accadere ed io continuo a ripetermele tutte, tutti i giorni, ogni 5 minuti, per realizzare che siano tutte vere e per mantenere alta la mia concentrazione su ognuna di esse, dedicando così attenzione ai miei obiettivi nella speranza di raggiungerli tutti. Non vi tedio con le mie solite liste, anche perché se parlo di quel che deve ancora succedere, mi annoio ancor prima che accada. Annoiarsi delle proprie parole è l’ultimo dei miei intenti. Eppure scrivo tutti i giorni. Ma insomma, ecco la bella notizia.
Come ogni mattina, accompagno Vaiola a scuola. Abbiamo deciso di non scapicollarci più giù per la collina in bicicletta a 40 km/h, bensì di passeggiare (correre) per una strada molto carina che ho trovato in alternativa a quella specie di autostrada che porta alla scuola punk di mia figlia. L’asilo è sempre lo stesso, sempre molto colorito, sempre molto poco inglese. Piuttosto, somalo, africano, arabo. Da un po’ di tempo, ho anche fatto qualche amicizia con una mamma del Bangladesh, una Turca ed una afro-britannica. Si parla di poco, per lo più del mio esser italiana perché qualcuno sa sempre una parola nella nostra lingua e con orgoglio la pronuncia pensando di rendermi felice. E forse lo fa. Ad ogni modo, se vi ricordate, la scuola di Vaiola è si punk, assolutamente ed incontrollabilmente punk, ma è anche gratis, è buona, inizia alle 9 e finisce alle 3 e soprattutto offre dei corsi dopo scuola come arte, cucina, danza, bicicletta, che la impegnano fino alle 5. E così ho iscritto Nilla Pizzi a due attività extra scolastiche, giusto come tentativo, per farla entrare sempre di più in questo nuovo mondo così aperto e child friendly. Ha scelto lei: categorico, danza e arte. E così sia.
Nel frattempo ricevo una lettera dal Child Benefit a cui avevo spedito i miei documenti affinché elaborassero la mia idoneità a ricevere l’assegno settimanale che il Governo inglese dà a tutti i bambini residenti nel Regno Unito. Se vi ricordate, gli uffici del Child Benefit, non rinviandomi in tempo la mia carta d’identità, mi costringevano a tornare in Italia con una lettera dell’Ambasciata, correre alla mia città e rifarmi i documenti in meno di un’ora per poi ripartire per Londra. Quindi io, questo Child Benefit, l’ho sempre odiato. Per di più continuo a sognare che qualcuno mi rubi la carta d’identità. Mi devo esser sentita così male infondo alla mia coscienza, deturpata di un’identità di per sé già vacillante, che ormai dormo con i documenti sotto il cuscino. Vabeh, dicevo….si ovviamente appena tornata a Londra dall’Italia, cosa trovo nella posta? La mia carta d’identità, che ve lo dico a fare. Comunque per loro esiste sempre la vecchia, e non la nuova che ho appena rifatto, ed io non li disturbo di certo per questo piccolo insignificante dettaglio. Alla fine ho vinto io: sono stata ritenuta idonea, con una carta d’identità non valida, a ricevere ben £ 20 a settimana per Vaiola. Che poi si sa come va a finire….no no, giuro che li metto in un conto (co) intestato solo per lei, per quando crescerà che si ritroverà qualcosa come £18.000. Non male eh? Cosa mi ci comprerei io tra 14 anni con tutti quei soldi? No no, certo che sono di Viola…..Beh ecco, fonderei un’associazione per tutelare i diritti delle tette a calzino, si quelle che cascano dopo aver allattato non so quanti figli. Probabilmente sarebbe www.tetteacalzino.org che fa sempre molto istituzione no profit. Oppure per non farsi sgamare, registrerei il dominio www.teetslikesocks.org. Ecco. Quindi una bella operazioncina. No, mi sto perdendo, parlavo di Vaiola e delle attività extrascolastiche, sì, ecco, giusto. Danza.
Lunedì siamo andate a danza, il che vuol dire attraversare il cortile di scuola e ritrovarsi nella hall principale. Vaiola non è la bambina che s’improvvisa ballerina. Lei alla sua prima lezione di ballet, ci va col tutù e le scarpette. Regalate dalla nonna Nutella. Dalla sua adorata nonna Tella. Insomma, mi ritrovo ad assistere alla nostra mitica Nilla Pizzi che, come un elefante, tenta qualche passo di danza. Fantozzi sarebbe più aggrazziato. Povera Vaiola, ma lei è uno spirito libero, come mi dice la sua maestra…del tipo andate-tutti-a-destra-e-l’unica-che-va-a-sinistra-è-lei. Però col suo tutù era davvero bellissima. E poi si divertiva, che è la cosa più importante. Ed ha trovato un cavaliere. Cinese. Era così compresa nel suo ruolo, che ballava ad occhi chiusi, sognando di essere chissà quale delle sue principesse-modello. E lui la seguiva. Lontani dal resto del mondo. Ed io ammiravo questa totale libertà e disinibizione, propria dei bambini. Poi. Come sempre nei miei racconti c’è un poi che generalmente uccide la poesia delle parole appena scritte.
Lui, quell’adorabile bambino cinesino tutto grazia e cavalleria, che la sceglie tra mille ballerine, con cui condivide questa straordinaria prima lezione di ballet, le porge una mano. Sul culo. Lei, graziosa e incantata, sognante e così dolce, sicura di se stessa, si volta e lo bacia. Sulla bocca.
Quella è nata teppista, ve lo dico io.
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